Intervista a Federico Moccia, autore di "Tre metri sopra il cielo"
San Benedetto del Tronto | In visita a "La Bibliofila", lo scrittore autore dei due best seller che raccontano la storia di Step e Babi, ci ha concesso un' intervista in cui parla dei suoi libri, e di molto altro.
di Andrea Castelli
Lo scrittore Federico Moccia, autore del best seller “Tre metri sopra il cielo”, da cui è stato tratto un film campione d’incassi, e del seguito “Ho voglia di te”, sabato pomeriggio in visita a “La Bibliofila” ci ha concesso un intervista in cui si è parlato dei suoi libri, del suo successo e della sua visione dei giovani.
Ecco di seguito riportata l’intervista.
Si aspettava tutto questo successo soprattutto nei confronti dei giovani che si sono passati praticamente di mano in mano il suo libro?
Innanzitutto “Ho voglia di te” è una storia diversa, visto che si parla gia di un seguito.
L’incredibile sorpresa è stato “Tre metri sopra il cielo”, che è uscito gia in diversi articoli e la più grossa sorpresa è stata perchè è uscito nel novanta e allora è stato rifiutato da diverse case editrici, e che dunque ho deciso di pubblicare a mie spese con una piccola casa editrice romana, “Il ventaglio”, e dopo addirittura dodici anni vedere tutto questo successo è sicuramente una sorpresa, anzi è un analisi anche di come è cambiata la società, magari allora non avrebbe avuto questo successo.
Nel senso che era un momento diverso, le storie tra i ragazzi erano diverse, credo, questa è una mia idea legata anche ad una analisi che ho fatto per cercare di capire il motivo di questo successo posticipato.
In realtà in quel periodo si viveva in un certo modo il sentimento, legato magari anche al fatto che non avevano ancora preso piede i telefonini, non si potevano mandare i messaggini, l’approccio stesso era diverso.
Si doveva andare da una ragazza, guardarla negli occhi, era anche una conquista diversa.
Io credo che oggi ci sia un ritorno al romanticismo tra i giovanissimi, romanticismo che hanno ritrovato in “Tre metri sopra il cielo”.
Questa è in un certo senso la mia sorpresa, nel senso che ho capito che loro vivono un’attesa, attesa che non cè.
Manca alle ragazze la presenza di un ragazzo che le faccia sentire,malgrado i quindici o sedici anni, incredibilmente donne, incredibilmente desiderate, che è la cosa più bella quando si è appena passato quel periodo tra i tredici e i quattordici anni, e si ha paura di sentirsi del tutto bocciata o negata.
Qual’ è stato il fascino di “Tre metri sopra il cielo” e quanto ha influito lo spot del libro sul fatto che le strade si siano riempite di scritte come quella contenuta nel libro?
Io credo che la porta sia stata il fatto che se ne fossero fatte delle fotocopie.
Sa, i ragazzi, i giovanissimi sono sempre ribelli, nel senso che quando c’è qualcosa che viene loro vietato o non fa parte del canale ufficiale,o che viene imposto, automaticamente acquista in curiosità, in tendenza.
Il fatto che quel libro non fosse stato pubblicato, ma girassero fotocopie, la storia stessa delle fotocopie era gia prelibata; quindi successivamente, perché d’altra parte era gia piaciuto, il fatto che abbiano usato delle formule scrivendo le cose più varie, chiaramente è un ribadire, un ribattere questo slogan, questo “spot pubblicitario”,ma è del tutto inaspettato.
Io ho visto delle scritte sul ponte sotto casa andando a scuola, ero piccolo e pensandoci ora mi fa riflettere e mi diverte il fatto che da un periodo prettamente politico come era quello degli anni ‘70 e ‘80 si sia passati ad un periodo romantico.
Ma lei l’ha vista quella scritta?
Non era proprio quella.
Dunque l’ha inventata?
Si, ce n erano alcune simpatiche in giro, altre un po’ più “particolari”, che mi facevano ridere e pensavo, “ma guarda un po’, questo qui, si è svegliato e ha tenuto a far sapere a tutti scrivendolo sul ponte la particolarità di alcune parti del corpo di questa ragazza”.
Pero i giovani ci si sono ritrovati moltissimo, perché è un qualcosa che ti fa compagnia, che ti fa sentire che dividi qualcosa con un amico, come quando si fa la classica mangiata con due o tre amiche, da sole, ci si crea quelle atmosfere che si sono oggi un po’ perse tra i ragazzi.E i lettori si sono ritrovati molto in questo.
Ma cambierà genere o affronterà sempre questo genere romantico?
Innanzitutto non tradirò il genere, che secondo me non è solo per ragazzi, è un tipo di scrittura che appartiene a tutti.
Ho letto un articolo qualche giorno fa che parlava di “middlechain”, ovvero di quarantenni che oggi si scambiano gli sms, si sentono ancora ragazzi, sentono il gruppo, insomma sono ancora giovani.
Sono fra i suoi lettori i quarantenni?
Secondo me ci sono anche loro.
In questo secondo libro forse molto di piu.
Ecco, “Ho voglia di te” è un successo che è un pochino più pericoloso perchè in genere il seguito è sempre inferiore al primo, mentre in questo caso è piaciuto a tutta un'altra fascia mentre i giovanissimi si sono trovati un po’ spiazzati perchè descrive un passaggio della vita che se non si è affrontato è difficile da concepire.
Il protagonista è diventato un po’ disincantato e poi si è di nuovo innamorato.Quindi io credo che sia poi un cammino.
Magari continuerò a scrivere per persone un po’ più grandi, ma in fondo sempre storie romantiche.
Perchè mi diverte e perchè ci credo.
E’ raro trovare un uomo che parli di romanticismo in questa maniera…
Io credo che faccia parte dell’inevitabile vita degli uni e degli altri insieme.
Se guardo dei particolari in una donna mi diverte, li osservo con attenzione, e a volte le invidio anche perchè hanno più colori, più possibilità di espressione. E’ bello pensare che le donne sono veramente sorprendenti, a volte spiazzanti.
Il personaggio femminile come lo ha creato?
Ho conosciuto molte ragazze nella mia vita, mi ha aiutato molto il fatto di avere due sorelle, o magari alcune amiche storiche.
Poi si conoscono più persone, ci si parla molto, e col tempo si colgono i dettagli, si fa attenzione a tutti i particolari che si notano nelle donne che ti interessano caratterialmente in maniera diversa,si colgono e si unificano fino a creare cosi un personaggio che raccoglie anche un tuo atteggiamento, quello di un'altra, il vestire di un altra ancora e piano piano si forma quel personaggio che poi non è necessariamente il proprio ideale di donna.
Il libro è dedicato a Gin che è la protagonista e che è una donna che mi piace molto, è una ragazza piena di qualità che non sono cosi comuni. Mi piacerebbe che un po’ questi valori, l’attaccamento di quel genere alla famiglia, la capacità di essere a volte superficiale, non pesante fossero proprie delle ragazze di oggi. Ovviamente senza eccessi. Bisogna trovare una via di mezzo.
A cosa è dovuto questo successo?
Dipende secondo me una frase tra le più belle,ovvero che ogni lettore trova nel libro ciò che sta cercando.
Un libro è piaciuto moltissimo perchè ognuno ci ritrova la sua storia, il suo passato, la sua famiglia, i suoi amici, e quindi viene rimodellato tutto secondo i propri canoni, e cercando e immaginando quello che piacerebbe trovare in un ragazzo o una ragazza che si vorrebbe incontrare.
Secondo me nel film poi questo è accaduto in parte perché molti non avevano letto il libro. Il film è uscito velocissimo e il libro e lentamente per poi crescere.
Riccardo Scamarcio magari come attore è piaciuto, lei non è piaciuta per niente perchè hanno visto una ragazza nel libro molto forte caratterialmente, nei suoi colori. Invece nel film lei era la bruna ed era straniera, non perchè io ce l’abbia con le straniere, ma semplicemente perchè non aveva quel tipo di radici che da San Benedetto fino in Sicilia fino a Torino sono tipicamente italiane.
Perchè l’italiana può scandire la sfumatura della battuta e questo nel film non accade, con la conseguenza di far mancare lo smalto delle caratteristiche di Babi che si trovano nel libro, che pur essendo scritto magari in maniera imperfetta racconta perfettamente quelle che sono le identità di quelle ragazze.
Quanto interviene lo scrittore sul film? E la sceneggiatura l’ha scritta lei?
No, ne avevo fatta la prima stesura ma non quella che poi hanno cambiato.
Dipende anche dall’importanza e dal contratto che è riuscito ad ottenere lo scrittore la capacità di influire sulle scelte degli sceneggiatori.
Lei non è intervenuto?
Non piu di tanto. E poi ero contento per il solo fatto che facessero tutto questo del mio libro. Non immaginavo tutto il seguito per cui ora ci incontriamo. Ero felicissimo, addirittura la Feltrinelli voleva pubblicare il mio libro.
Che ne pensa dell’editoria italiana?
C’è un aspetto che non è stato mai sottolineato e che invece reputo importante.
Hanno attaccato in molti, soprattutto negli ambienti più intellettuali, questo libro, “Tre metri sopra il cielo” e anche “Ho voglia di te” poi.
Secondo me è importante che si riconosca che grazie al primo si sia riaperta l’ipotesi di poter pubblicare per i giovani, che vedo come la cosa più interessante.
In genere quando si trova un libro scritto da un ex ragazzo ma per i ragazzi, dovrebbe essere una cosa di grande sorpresa ma anche di grande felicità.
Anche i ragazzi poi hanno qualcosa da dire.
E’ indicativo che si siano riunite le case editrici e abbiano detto che si deve studiare la “formula Moccia”.Ecco, si parla di “formula Moccia”.
Perchè per loro non è possibile, è un qualcosa che si scontra con la loro solita classificazione di generi, di termini, di come si “fa” un libro.
A volte nell’editoria secondo me ci sono persone che non hanno la curiosità e l’attenzione per portare innovazione.
Se l’avessero preso in considerazione allora, forse questo discorso sarebbe iniziato dodici anni prima.
Sarebbe bello se nel lavoro di editore ci fosse più liberta di scelta e più coraggio nel provare a scoprire cose nuove. Non c’è stato nessuno che ha voluto pubblicare Moccia. L’hanno pubblicato perchè hanno visto che era stato fatto il film.
C’è un a fascia di età che è quella che va dai dodici ai diciotto anni che non è coperta dall’editoria.
Il mio libro copre la fascia dai tredici ai cinquant’anni. Sul mio blog ricevo lettere da parte di cinquantenni che mi dicono di essersi innamorati di nuovo grazie al mio libro.
Ed è affascinante vedere le diverse prospettive da cui lo si può leggere. Dalla quindicenne che si chiede quando troverà anche lei un amore così alla cinquantenne che invece lo riscopre.
Ci promette un altro libro di questo genere?
Lo prometto. Solennemente.
A parte gli scherzi credo che ce ne sarà uno molto diverso.
Qualcosa che mi divertirà al momento. Sicuramente romantico ma molto diverso. Anche nei personaggi.
Ma è importante che non sia solo una storia d’amore.
Come i due già pubblicati, che sono dei romanzi anche un po’ di vita, che fanno parte del lavoro, che descrivono ad esempio in questo secondo romanzo l’incontro del padre di Babi con una donna più giovane e il susseguente innamoramento. E’ amore ma non è neanche solo amore.
Si può dire che sia il tema portante, ma se ne trovano altri.
Il secondo è poi indubbiamente più maturo, non è stato fatto per vendere, ci sono dei passaggi di maturità, proprio perchè c’è una mamma che non c’è più, c’è una certa maturazione da parte del protagonista, che passa da uno stato di disillusione ad uno di innamoramento.
Ci sono molte situazioni, come il matrimonio, che si possono o non condividere ma che fanno parte della vita di tutti i giorni.
Ho sentito che verrà a San Benedetto quest’estate a presentare il suo prossimo libro.
Sì, sicuramente verrò.Mi ha invitato Mimmo Minuto della Libreria "La Bibliofila"
Allora la aspettiamo.
E lo aspettiamo tutti per leggere il nuovo romanzo di questo scrittore che ha riscoperto un genere, che ha riscoperto i ragazzi, che ha riscoperto e dato nuova luce ad un romanticismo sempre più diffuso tra i giovani.
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22/05/2006
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