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Disegni di legge per la RAI

San Benedetto del Tronto | Una RAI gestita e controllata da una Fondazione RAI spa, una RAI che vuole propinare cultura e valori.

di Valentina De Cosmis

L'Italia sussura uno fra i primi "basta" alla monopolizzazione di tutte le sue reti televisive. Radiotelevisione italiana, e cosí sia. Basta con la negazione della libertá di parola in TV. Che vadano in onda RAIOT e Otto e mezzo contemporaneamente. Diamo al pubblico quel che è del pubblico, insomma.

E tutto ciò attraverso un disegno di legge approvato il 17 Maggio dal Consiglio dei Ministri e che prevede l'istituzione di un Consiglio di Rai spa, costituito da cinque membri nominati dal Consiglio della Fondazione RAI (che verrà istituita dopo l'approvazione del disegno di legge da parte del Parlamento), i quali saranno scelti fra personalitá di alta professionalitá in ambito economico, giuridico, tecnologico (tutti, insomma, tranne quello politico).

È difficile prevedere se una Tv del genere, in tempi di elezioni, sará accusata di simpatizzare dall'una o dall'altra parte. È difficile prevedere anche se queste personalitá di rilievo decideranno di propinare Grandi Fratelli o trasmissioni come Che tempo che fa, anche se fra le due, considerando quanto garantisce questo disegno di legge, ovvero: "un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all'educazione, all'informazione, alla formazione, alla promozione culturale, con particolare riguardo alla valorizzazione delle opere teatrali, cinematografiche, anche in lingua originale, e musicali riconosciute di alto livello artistico o maggiormente innovative", mi sembrerebbe piú opportuno scegliere il secondo.

Inoltre questo disegno di legge garantisce la crescita della coscienza europeistica (è raro, del resto, che un italiano si ricordi di essere europeo), la promozione della dignità della persona (e di tutte le persone, aldilà di sesso, del colore della pelle o della religione), la promozione delle libere espressioni di opinioni (opinioni di tutti, s'intende), la valorizzazione della cultura e della lingua italiana (beato chi ricorda Antonioni, Goldoni e Dante!), la garanzia d'accesso a soggetti politici e sociali, la diffusione dei principi costituzionali (cosiderando il fatto che tutti gli italiani dovrebbero conoscerla) e la consapevolezza dei diritti di cittadinanza.

 

29/05/2007





        
  



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