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La scuola vista da chi lavora per e nella scuola

San Benedetto del Tronto | Lo spunto per l'intervento è dato da un episodio raccontato da un collega, presidente di commissione agli esami di terza media di una scuola della nostra provincia.

di Antonella Roncarolo

http://politicaesocieta.blogosfere.it

Lo so, non è facile parlare di scuola.

E' un mondo che si pensa di conoscere bene, solo perché tutti siamo stati tra i banchi da studenti e in molti la viviamo ancora da genitori.
Non è nemmeno facile uscire dai luoghi comuni che girano non solo tra la gente, ma anche tra chi, e mi riferisco soprattutto ai giornalisti, dovrebbe avere un occhio più oggettivo e informato.

"I professori hanno tre mesi di vacanza, lavorano solo mezza giornata, sono i più assenteisti nella pubblica amministrazione". Ma io che vivo con passione nella scuola da vent'anni, vi posso assicurare che questa è solo la piccola punta di un grande iceberg sommerso, di un mondo fatto di professionisti che, nel bene e nel male, preparano ogni giorno la società del domani.

Ma il problema più grande è che nessun governo ha mai avuto la geniale idea di mettere come Ministro della Pubblica Istruzione un uomo o una donna di scuola. La scelta è sempre, solo, sulle poltrone da destinare ad un certo partito e spesso si ha l'impressione che il ministro scelto per questo delicato incarico sia quello che avanza dopo aver sistemato tutte le altre pedine.
Non solo, i burocrati del ministero, delle sovrintendenze e dei provveditorati hanno un'ottima preparazione legale ed amministrativa, ma lontana anni luce dalle problematiche quotidiane della scuola.

Vi racconto due fatti, il primo è quello che mi ha spinto a scrivere questo articolo: mi è stato raccontato da una collega, presidente di commissione agli esami di terza media di una scuola della nostra provincia.
Antefatto: quest'anno il ministero, attraverso un suo tentacolo chiamato "Invalsi", che si occupa di monitorare le scuole italiane, ha deciso di far fare agli studenti di terza media un'ulteriore prova scritta, la quinta, uguale per tutte le scuole medie italiane.

Già questa geniale idea fa capire come il ministero sia lontano dalla realtà. Nel nostro territorio si notano le differenze tra le scuole medie, figuriamoci se si può confrontare una media del centro di Milano con una del quartiere Zen di Palermo. Fortunatamente sia gli insegnanti che gli studenti hanno capito che questa prova non varierà il giudizio formulato (il figlio di una mia amica in terza media mi ha assicurato che "questa prova non serve a niente).

Rimane comunque una prova d'esame che si è svolta questa mattina (ndr martedì): si tratta di domande con risposte multiple tipo test patente, i cui risultati, però, non sono stati consegnati ai professori. La motivazione può essere solo una: mancanza di fiducia verso gli insegnanti che suggerirebbero ai loro studenti le risposte esatte.

Ma probabilmente i professori conoscono le risposte e potrebbero correggere da soli. Non è possibile, la procedura è la seguente: da mezzogiorno bisogna connettersi al sito web dell'Invalsi e scaricare le risposte esatte. Ora immaginate più di ventimila utenti che cercano di connettersi nello stesso momento ad un sito, il risultato è semplice: nessuno riesce ad entrare e nessuno può correggere il compito.

Tutto è rimandato a domani, forse, e gli esami orali sono di conseguenza rimandati perché non si può interrogare prima di aver corretto i compiti scritti.
Qualcuno può pensare: meglio, così i professori vanno in vacanza più tardi. E' vero, se lo meritano, ma così andranno in vacanza più tardi anche i ragazzi con loro le famiglie e forse per un paese come il nostro che basa la sua economia sul turismo non è la soluzione ideale.

A questo pensiero riallaccio il secondo fatto: l'ex Ministro Fioroni ha ristabilito i famigerati esami a settembre, incubo della mia generazione.
L'idea non è male se si vuole ridare serietà alla scuola superiore, ma come sempre è stata realizzata da chi nella scuola non è mai entrato.

Per problemi burocratici e di finanziamenti (fare le riforme senza soldi è un classico nel mondo della scuola), non è possibile fare gli esami a settembre, ma entro il 31 agosto e il ministro ha lasciato le scuole libere di scegliere la data.
Ora immaginate di avere due figli in due scuole diverse; può capitare che il primo abbia gli esami a fine luglio e l'altro a fine agosto. Quando partite per le vacanze?

Ma non basta: qualcuno deve aver sussurrato, come uno Jago, nelle orecchie del ministro "guarda che così incrementi il giro delle ripetizioni private, trova una soluzione". Ora per risolvere questo problema c'è semplicemente la Guardia di Finanza: basterebbe fare controlli sotto la casa di insegnanti che raddoppiano o triplicano le loro entrate in nero grazie alle ripetizioni, nomi a tutti noti.
No, il ministro ha avuto un'altra brillante idea: le ripetizioni le organizzano le scuole, minimo 15 ore a materia e i professori saranno pagati 50 euro (lordi) ad ora.
Peccato che i soldi non ci siano.

Le scuole comunque hanno raschiato il fondo della botte e hanno organizzato quello che hanno potuto: ma quando?
Ogni scuola ha scelto date diverse e ancora i due figli non promossi a giugno rimarranno in città per seguire i corsi di recupero.
E le vacanze a San Benedetto? Rimandate al prossimo anno.
Però i professori lavorano anche a luglio ed agosto: era ora!

17/06/2008





        
  



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