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Trattamenti integrati dei servizi per i pazienti in "doppia diagnosi"

| ANCONA - Seminario in Regione sulle tossicodipendenze

 Si è tenuto in Regione il seminario conclusivo inerente i cosiddetti “pazienti in doppia diagnosi” in cui sono stati presentati i risultati del corso di aggiornamento professionale, promosso dall’assessorato alla Formazione professionale e Lavoro e finanziato con i fondi del Fondo Sociale Europeo.

All’iniziativa hanno preso parte Ugo Ascoli - assessore alla Formazione Professionale e Problemi del Lavoro e Marco Amagliani - assessore alle Garanzie Sociali.

Presenti esponenti di spicco del settore, tra cui il rappresentante dell’Associazione Gruppo Abele, il responsabile del Dipartimento Salute Mentale di Jesi, il responsabile del Ser.T. di Macerata ed il Presidente ITACA (Associazione Europea degli Operatori Professionali delle Tossicodipendenze).

Ha coordinato i lavori Riccardo De Facci, responsabile nazionale settore  tossicodipendenze del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza). I pazienti che presentano una “doppia diagnosi” legata alle dipendenze patologiche sono da più di un decennio una sfida complessa per chi si occupa del problema.

L’esigenza primaria di dover contare su differenti competenze, diversi trattamenti e varie strutture, impone modelli di intervento integrati che dovrebbero agire in sinergia per avere la massima efficacia di risposta.

Il corso di formazione, organizzato sulla base di workshops tenuti a livello provinciale e rivolto agli operatori che a vario titolo si occupano della questione, ha tentato di dare risposte proprio al tema dell’integrazione degli approcci e delle competenze.

Dai contributi dei relatori è emerso anche un certo timore relativo ai tagli al budget sociale che la Finanziaria ha previsto per quest’anno.

“Stiamo conducendo un serrato braccio di ferro con il Ministro Maroni, che per il momento ha prodotto una dilazione nei tagli, che comunque rimangono previsti. E’ nostro obiettivo contrastare l’idea stessa che si possa fare cassa nel sociale e colpire drammaticamente un settore determinante come quello dell’approccio alle dipendenze patologiche” ha osservato Amagliani.
De Facci ha sottolineato il grave stato organizzativo del settore, a livello di governo centrale, affermando che “il Dipartimento nazionale per le tossicodipendenze ha cambiato tre direttori in poco tempo, l’ultimo dei quali, un ex generale dei carabinieri proveniente dal Sismi, è durato in carica 24 ore. Ora il Dipartimento è senza guida, mentre il disegno di legge di riordino del settore giace in Senato ed i fondi per la ricerca sono bloccati”.

L’assessore Ascoli ha invece focalizzato la sua attenzione su due esigenze fondamentali, che emergono dal ciclo di interventi realizzati: “Occorre spingere l’acceleratore sulla formazione degli operatori, sulla loro capacità operativa, anche alla luce della difficoltà di reperimento nel mondo universitario di figure professionali specifiche. Occorre, inoltre, lavorare all’integrazione delle politiche sociali, sfida difficile, ma ineludibile, al fine di realizzare nuovi modelli di lavoro più efficaci per contrastare fenomeni dalle diverse sfaccettature, quali quelli delle dipendenze patologiche”.

24/06/2005





        
  



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