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Il Malaparte di Rita Monaldi e Francesco Sorti incanta il pubblico di “Scrittori Sotto le Stelle”

San Benedetto del Tronto | Una considerevole presenza di pubblico, al Circolo Nautico Sambenedettese, per la presentazione del romanzo “Malaparte. Morte come me” edito da Baldini & Castoldi.

di Umberto Sgattoni

Partiamo - per un istante - dalla fine.
La sensazione conclusiva è stata che l'interazione del pubblico e la conversazione della moderatrice con gli autori, sarebbero potute proseguire ad libitum - per così dire - all'infinito ...

Ma in fondo, come la stessa moderatrice dell'incontro culturale ha affermato - avviandosi alle considerazioni finali - "la misura è fondamentale, altrimenti ci sarebbe molto altro da dire, ma ora, che sia il lettore a confrontarsi direttamente con il romanzo".

E in fondo, voler partire dalla conclusione di una serata caratterizzata da una notevole partecipazione di pubblico e da vivacità ed intensità culturale, potrebbe sembrare bizzarro, se non fosse che, la cifra stessa del romanzo o se vogliamo l'approccio (e la propensione) - ammesso dagli autori medesimi - è quello di avere uno sguardo retrospettivo sulla materia letteraria, sulla storia, sulla vita del protagonista (e le vite dei personaggi) trattati nei loro romanzi.

Quindi, sia pure umilmente nella nostra dimensione di semplici cronisti, questa nostra digressione - o per meglio dire "sguardo retrospettivo" - non è del tutto fuori luogo.

Il Malaparte di Rita Monaldi e Francesco Sorti ha incantato il nutrito pubblico di "Scrittori Sotto le Stelle".
Questo, il dato di fatto riscontrato sulla base dell'interesse che il libro "Malaparte. Morte come me" (e la conseguente conversazione e dibattito che ne sono scaturiti con gli autori), ha generato.

"E' con grande emozione ed orgoglio che presento i due ospiti" ha principiato Mimmo Minuto sottolineando come conosca l'autrice sin da quando - giovanissima - era frequentatrice della Bibliofila.
Sì, perché, come giustamente ha poi rilevato la professoressa Benedetta Trevisani (che ha poi conversato con Rita Monaldi e Francesco Sorti), "Rita Monaldi è sambenedettese di formazione e possiamo certo essere orgogliosi del suo successo letterario".

Dunque, un graditissimo ritorno a casa.

Nell'introdurre l'incontro, il Minuto - anche in veste di Presidente dell'Associazione "I Luoghi della Scrittura" organizzatrice dell'evento - ci ha tenuto a ricordare come nel 2002, degli stessi autori, fosse uscito il libro Imprimatur (edito da Mondadori), che venne presentato alla Bibliofila, con un grandissimo riscontro di pubblico; "fece ancor più risonanza" ha proseguito il Minuto nel suo ricordo "un articolo apparso sul IlQuotidiano.it a firma di Benedetta Trevisani, nei giorni successivi che riferiva dell'incontro culturale e che ha avuto oltre 120 mila letture".
Un libro - Imprimatur - che divenne vero e proprio caso editoriale, perché pur avendo avuto un ottimo successo e riscontro di vendita, venne dichiarato dall'editore fuori catalogo e non più ristampato; una fortuna letteraria, quella di Monaldi e Sorti che sarebbe però, poi decollata all'estero senza troppi problemi; due autori, che da qualche tempo sono tornati a cimentarsi con il pubblico italiano, grazie alla riedizione dei loro romanzi, da parte di Baldini & Castoldi.

Dopo la piacevole e significativa introduzione del Minuto - sul filo della memoria di uomo di cultura - la figlia della coppia (sì, perché quello di Rita Monaldi e Francesco Sorti non è soltanto un sodalizio letterario di successo, ma anche umano, sentimentale e familiare), Teodora, ha letto un brano del libro, più precisamente l'incipit.

La professoressa Trevisani, ha opportunamente annotato come sin dall'incipit, si possa percepire il contesto e l'ambiente nel quale si inserisce il romanzo - altolocato ed all'insegna della raffinatezza e dell'eleganza", ma anche (e soprattutto e sopra tutti) emerga la figura di Curzio Malaparte ed il suggestivo scenario dell'Isola di Capri.
Tra questi elementi cardine (e fondanti) del romanzo, si incastonerà l'oscura vicenda della misteriosa morte di una giovane poetessa inglese Pamela Reynolds.

"Una narrativa che indulge al giallo ed al thriller" ha detto la Trevisani, lasciando pure trasparire come in essa si privilegi un approccio alla trattazione e contestualizzazione storica, la cui narrazione coinvolgente e raffinata riesce nell'intento di essere e risultare digeribile (e chissà magari propedeutica) anche a chi - generalmente - risulta indigesta.

Un libro, in cui la figura di Malaparte - pur calata in una fiction pura al 100% - rivive con assoluta significanza.
Questo - stando almeno - alle lusinghiere recensioni apparse e salite negli ultimi giorni, alla ribalta della stampa nazionale.
E, tenendo conto del fatto che "Malaparte. Morte come me" è un libro che è uscito da pochissimi giorni (7 luglio) e di già ha ricevuto così numerosi attestati di valore, è un dato che lo proietta - quantomeno nelle premesse e negli auspici - nell'alveo di quei romanzi destinati ad avere un grande successo editoriale.

"Due recensioni mi hanno colpito e fatto enormemente piacere" (delle numerose ricevute) ha detto la Monaldi, facendo riferimento a chi, del libro, ha scritto che più che un libro su Malaparte sembra un libro di Malaparte; o chi ne ha scritto, dicendo che "Malaparte. Morte come Me" è un libro che ci parla di Malaparte come Curzio Malaparte avrebbe voluto.

Non avendolo letto, non abbiamo dati sufficienti per poterne dare un giudizio così nettamente lusinghiero. Ma, stando ad un esame più approfondito delle recensioni fatte sul libro, il giudizio critico è pressochè unanime e - naturalmente - positivo.

Un libro che ci restituisce Curzio Malaparte, nei suoi ambienti, nei suoi scritti, in quello che egli fu, come personaggio rilevante (e sia pur controverso e sulla cresta dell'onda) del suo tempo.
Un Malaparte dunque, che ci viene restituito, calato nella sua dimensione romanzesca ed attraverso la profonda conoscenza, la mediazione ed il filtro degli autori.
Un Malaparte che, per sua stessa costituzione, in quanto personaggio del romanzo, non è vero e reale, ma inserito e contestualizzato in un puro impianto di fiction letteraria; ma che, forse proprio per tal motivo, viene approfondito ed indagato - stando sempre ai giudizi critici lusinghieri di stampa raccolti dall'opera - secondo la migliore e fortunata tradizione ed esito della faction (cioè quel genere letterario che affronta casi di cronaca, temi di attualità o argomenti di interesse storico e sociale, utilizzando e prediligendo moduli narrativi romanzeschi).

La Trevisani - inoltre - non ha mancato di annotare come la scrittura di Monaldi e Sorti (come da lei riscontrato sia nella lettura di Imprimatur che di questo loro ultimo romanzo) riesca a conservare la medesima intatta freschezza ed esatta capacità di indagine nell'addentrarsi in realtà sconosciute, sia pure muovendosi in contesti temporali lontani e difformi sia pure trattando vicende del tutto differenti, con un taglio assolutamente personale ed accattivante.

Poi Francesco Sorti e Rita Monaldi hanno ampiamente parlato ed approfondito la figura Curzio Malaparte: figura se vogliamo controversa, contradditoria ma anche estremamente affascinante; eroe di guerra ed opportunista; dandy e voltagabbana.
"Un personaggio" - ha detto il Sorti - che per la sua esuberanza ed autoreferenzialità Leo Longanesi non esitò a definire così: "Malaparte è così egocentrico che in un matrimonio vorrebbe essere la sposa, in un funerale il morto".

Altresì, Francesco Sorti (e con lui in sintonia Rita Monaldi) hanno sottolineato come sotto il profilo del talento, dell'attualità e della freschezza letteraria, Curzio Malaparte sia uno dei pochi che sia riuscito a bucare il video del tempo ed in grado di risultare piacevole e gradevolissimo alla lettura anche per i giovani, molto più - a loro avviso - di altri autori sia pur valenti (più o meno suoi contemporanei) quali Moravia, Vittorini, Gadda, Bassani.

Per quanto concerne poi il loro romanzo, oltre alla figura di Malaparte, risulta essere centrale - come già accennato - la morte della giovane poetessa inglese, Pamela Reynolds.
Una storia di cronaca nera e vera, accaduta proprio nel maggio del 1935, a Capri.
Un caso - hanno sottolineato gli autori del libro "Malaparte. Morte come me" - che venne messo a tacere come suicidio con gli sviluppi di un'indagine che non portò a nulla di concreto.
Tuttavia, dalle indagini e dagli approfondimenti fatti da Sorti e Monaldi, la fine della giovane si configurerebbe in ben altra maniera: "tutto meno che suicidio o morte accidentale" hanno detto i due scrittori, motivando le loro riserve su un caso sul quale la storia, sembrava aver già posto la parola fine.
Nel merito poi, la riflessione di Francesco Sorti e di Rita Monaldi si è rivolta a più ampio spettro su un aspetto tristemente ricorrente nella storia del nostro Paese: e cioè, sul fatto che in molti casi - prendasi ad esempio il Caso Matteotti - la verità non soltanto non riesca a venire pienamente a galla, ma sprofondi nel mistero ed in oscuri ed ignoti meandri, o si limiti più tristemente ancora, a semplici e superficiali motivazioni di facciata.

Un libro - ha detto la Trevisani riprendendo il filo del discorso sul romanzo - che non è pura letteratura di intrattenimento, ma che è dotato di una sua profondità e densità di contenuti che va ben oltre la trama accattivante: "un libro che trascina, con una scrittura che scorre, è agile ed ha ritmo"; libro all'apparenza facile ma che ha invece profondità e spessore di contenuti ed orizzonti di riflessione notevoli.

Gli autori hanno poi amabilmente risposto alle domande poste dai ragazzi del Liceo Scientifico Benedetto Rosetti accompagnati dalla prof.ssa Mimma Tranquilli; ed a loro Sorti e Monaldi hanno rivelato come sia nata e cresciuta la sintonia nello scrivere "a 4 mani" (una sintonia che attinge dall'osmosi e dalla simbiosi del vivere quotidiano, coniugale e familiare); e, nel merito del perché scelgano sempre il passato per i loro romanzi, i due autori si sono detti convinti che "senza memoria l'uomo non è uomo e non si può comprendere a pieno il presente, l'avvenire che ci attende e la verità, senza approfondire in maniera adeguata, la storia che ci portiamo dietro e dentro".

Di particolare e delicata umanità - infine - lo scambio di battute fra la Monaldi ed il prof. Gennari, che fu suo professore; o quando, il Minuto ha segnalato presenti fra il pubblico, i genitori di Rita Monaldi.
Un momento di particolare grazia ed umanità, che ha fatto scattare il naturale plauso della platea.

Nel merito del romanzo, ora non resta che al lettore verificare.

La professoressa Trevisani, avviandosi alla conclusione, ha aggiunto e confidato come - a suo avviso - nell'intercalare "la lettura della Pelle di Malaparte con il loro libro" abbia perso la dimensione dell'uno e dell'altro. Ad ulteriore convincimento di come - sempre a suo avviso - il romanzo di Sorti e Monaldi, abbia penetrato in autenticità e profondità, non solo il personaggio Malaparte, ma persino il suo stile di scrittore.

Il giudizio ora, non resta dunque che alla curiosità ed alla lettura di chi avrà modo e voglia di leggere "Malaparte. Morte come me" di Rita Monaldi e Francesco Sorti edito da Baldini & Castoldi.

La stampa nazionale, sin dalla sua recentissima uscita editoriale il suo - giudizio - se non unamime sicuramente maggioritario, lo ha dato ed espresso: assolutamente lusinghiero.

12/07/2016





        
  



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