Note e versi, parole di altissima poesia, culture che si incrociano, grandi geni della letteratura mondiale riscoperti da studenti di vari Paesi. Una splendida serata quella che ha visto come principale protagonista, per la chiusura della settima edizione del Sant’Elpidio Jazz Festival, il premio Nobel 1992 per la letteratura Derek Walcott. L’autore caraibico, da oltre una settimana nel Fermano per una serie di lezioni, ha regalato alla platea elpidiense uno spettacolo memorabile. Il poeta, coinvolto nel piano di studi estivo organizzato dal comune di Sant’Elpidio a Mare insieme all’Università di Macerata ed a quella americana di Harvard, l’Università più prestigiosa al mondo, ha visto convergere nelle Marche alcuni brillanti studenti da vari Paesi. “Giacomo Leopardi: l’Infinito al di là del pessimismo”, il titolo del corso, realizzato con la collaborazione di Domus Italica Inc. e dell’Associazione Sintonia Jazz.

A margine, un seminario sulla poesia contemporanea di Derek Walcott. Proprio ai giovani protagonisti del corso è toccato il compito di aprire la serata, ricevendo prima un attestato di partecipazione, poi offrendo un omaggio al poeta caraibico ed alla platea elpidiense. Danza, poesie di Giacomo Leopardi lette in italiano e inglese, poi l’omaggio ad Emily Dickinson, anche questo con declamazione bilingue. Poi, finalmente, la parte più attesa, in una piazzetta di San Martino stracolma ed attenta. Al centro della scena Derek Walcott, affiancato dall’assessore alla cultura di Sant’Elpidio a Mare, che ne ha letto i versi nella traduzione italiana.

Alle loro spalle, il pianista Ramberto Ciammarughi, pronto ad improvvisare sui tasti del pianoforte, guidato dalla musica dei versi. Un trio che ha dato vita a momenti splendidi, accompagnati da applausi, poesia dopo poesia, sempre più scroscianti. Derek Walcott ha iniziato con Mappa del nuovo mondo, passando poi a Un canto di marinai, per proseguire con Blues, Epiloghi, La goletta Flight, Amore dopo amore. Una lettura complessa, quella del poeta premio Nobel, dal ritmo originalissimo, quasi rappato, capace di trasportare l’uditorio in un’atmosfera sempre più incalzante.

Una poesia densa di immagini, fatta di mare, di amore per la propria terra, di nostalgia, ottimamente resa nella versione italiana dalla declamazione del prof. Santori.

Molto piacevole anche l’accompagnamento musicale di Ciammarughi, ottimo nel tradurre in musica i versi delle poesie di Walcott. Al termine, un lunghissimo applauso ed un sentito grazie al poeta per la sua straordinaria partecipazione che ha impreziosito l’estate elpidiense. Derek Walcott è ripartito. Ha fatto ritorno alla sua terra, lasciando però in chi ha avuto l’onore di incontrarlo, di ascoltarlo, di ascoltare le sue parole, una memoria difficile da cancellare.