L’inconfondibile suono di una cornamusa spezza l’attesa. In Piazza del Popolo ci sono duecento persone. Sono passate da poco le 22.

 

È il segnale che il concerto comincia.

 

Sul palco salgono in cinque, in mezzo non c’è la voce principale come succede di solito. Sì, c’è un microfono ma serve per dare voce alle cornamuse, una grande e l’altra più piccola, imbracciate da Finlay McDonald, giovane leader della band scozzese.

 

La musica celtica non si canta, si ascolta ed eventualmente si balla. Come faranno alcuni giovanissimi verso la fine del concerto. La Piazza può contare su ragazzi, famiglie intere ma anche su signori di una certa età soliti frequentare il salotto buono di Fermo a quell’ora. Tutti sembrano subito catturati dalle melodie che furono dei Wallace, dei clan scozzesi che si ribellarono all’inglese in nome della libertà. Parla anche Finlay, prova a farsi capire in un simpatico anglo-scozzese. Spiega le caratteristiche del suo strumento, presenta i pezzi, butta lì qualche parola in italiano.

 

Questa è molto difficile e si deve ascoltare… quest’altra potete ballarla... dice tra un sorso di birra e un altro. Pezzi lenti, molto melodici, intervallati da vere e proprie ballate con la border pipe a farla sempre da padrone.