Un altro intervento, che pubblichiamo, sulla diatriba creatasi tra i proprietari del Pub "Baixa" ed i residenti degli appartamenti ivo connessi.

"Non vorrei che questa del Baixa diventasse la storia dell’estate che si rimpalla di utente in utente. Io abito sopra uno dei locali pubblici di San Benedetto del Tronto la cui chiusura invernale ed estiva è alle 3.30, i cui avventori hanno le età più disparate, dal bambino di 4 anni, che rimane a giocare sotto la finestra della mia camera da letto fino a chiusura, al 70enne che interloquisce con tono alto.

Sono consapevole del fatto che non sia piacevole dover affrontare ogni sera l’incubo dell’insonnia, ma la situazione non è relativa solo a Porto d’Ascoli e al Baixa. Io frequento assiduamente il Pub in questione, ormai conosco i proprietari e i ragazzi di cui si parla nell’articolo precedente e vorrei fare delle precisazioni.

La musica nel locale o in piazzetta (quella di sottofondo) viene spenta agli orari dettati dalla delibera del Sindaco (che tra l’altro taglia le gambe al turismo giovane, che avrebbe preferito diminuire i decibel e protrarre l’orario), se viene prodotta altra musica deriva da una chitarra suonata da un “privato” o simili, che, per quanto possa dare fastidio, non fa parte dello staff e dovrebbe essere perseguito al di fuori dell’ambito Baixa e che tra l’altro viene redarguito ad intervalli regolari dai proprietari. I ragazzi che rimangono a parlare sono studenti e lavoratori che, invece di scegliere i ricercati locali della Riviera, si divertono a chiacchierare e ridere seduti sul gradino di un Pub.

Le bestemmie purtroppo e lo dico da Cristiana Cattolica, non sono solo retaggio culturale dei giovani, ma un antichissimo intercalare che gli stessi hanno imparato dalle generazioni passate. Per quanto riguarda i dispetti, di cui sono testimone, non ci sono né vittime nè carnefici (a buon intenditor…). Non voglio apparire di parte, alla mia età del resto mi piace frequentare locali, ma per evitare diatribe come quella in corso, bisognerebbe trasferire i luoghi di intrattenimento in collina, lontano dal centro abitato. I problemi relativi al chiasso notturno sono antichi come il “rubare” le ciliege dall’albero del vicino, sono sicura che tutti, persino quelli che hanno firmato la petizione, hanno, nel corso della loro vita, rischiato un secchio d’acqua in testa per disturbo alla quiete, magari per essersi attardati a chiacchierare sotto la finestra di un appartamento qualsiasi o per aver suonato e cantato in allegria con un gruppo di amici. Se ogni abitante di San Benedetto e Porto d’Ascoli mandasse un articolo contro il fastidio proveniente dai locali notturni non ci sarebbe più posto per la cronaca. Concludo dicendo che non è questione solo di RISPETTO, ma di buon senso e che è sempre meglio mantenere rapporti civili, che affrontarsi all’ultima scaramuccia.

“31enne sambenedettese”