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TAR contro riforma Gelmini, bloccate le riduzioni degli orari negli istituti tecnici

Roma | Il provvedimento comporterà la reintegrazione di 5000 docenti, di cui 200 nelle sole Marche. Soddisfazione del segretario Snals-Confsal: "è un'occasione per una riflessione critica".

Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini

5000 posti di lavoro da reintegrare in tutta Italia, oltre 200 solo nelle Marche a partire da settembre, con l'inizio dell'anno scolastico.

Il Tar Lazio ha dato ragione al sindacato Snals-Confsal che aveva presentato ricorso, e con ordinanza del 19 luglio 2010 (n. 3363) ha sospeso i decreti con cui il Ministero della pubblica istruzione aveva unilateralmente deciso la riduzione degli orari di insegnamento negli istituti tecnici e professionali. Riduzione che avrebbe significato un taglio di 58 docenti ad Ancona, 88 ad Ascoli, 57 a Macerata e 44 a Pesaro per un totale di 207 docenti a livello regionale.

"Se la riforma non viene sospesa, le circolari ministeriali sugli organici sono comunque «illegittime»", ha stabilito il Tar.

La sospensione è destinata a durare fintantoché il Consiglio nazionale della pubblica istruzione esprimerà il proprio parere sull'iniziativa del Ministero, che appare preordinata più a rispondere ad economie di spesa che all'esigenza di valorizzare l'offerta formativa.

Per i giudici amministrativi i ricorrenti non hanno «documentato nel giudizio posizioni specifiche (di studenti, docenti e dipendenti, Ata) direttamente incise dalle circolari impugnate»; da ciò, l'inesistenza «di un danno attuale e concreto» che giustificherebbe «l'emissione del provvedimento di sospensione richiesto».

Grande soddisfazione è espressa dal Segretario Regionale dello SNALS-Confsal, Paola Martano : "Da settembre i ragazzi degli istituti tecnici e professionali potranno continuare a godere di un monte ore di insegnamento adeguato, con indubbi riflessi positivi per tutto il corpo docente, di ruolo e precario. E' inutile dire, infatti, che la riduzione delle ore di insegnamento nelle classi intermedie, oltre che a ledere i diritti dei discenti, avrebbe comportato degli effetti oltremodo negativi anche sui livelli occupazionali degli insegnanti. Lo Snals-Confsal auspica quindi che l'ordinanza del Tar possa costituire l'opportunità per una utile riflessione critica".

24/07/2010





        
  



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