Palio dell'Assunta, il discorso di Di Ruscio
Fermo | In anteprima le parole che ll primo cittadino fermano, nei panni del Podestà, pronuncerà domani alla Cavalcata dell'Assunta

Figuranti della Cavalcata Dell'assunta
Quello che segue è il discorso che il sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio pronuncerà domani per la XXVI Cavalcata dell'Assunta.
Rivolgo il mio devoto saluto a Lei Eccellenza Reverendissima, Mons. Luigi Conti, Arcivescovo dell'Arcidiocesi di Fermo e La ringrazio per la Sua partecipazione a questa storica cerimonia.
Saluto tutti i presenti ed in particolare i figuranti che ciascuno con il proprio costume sottintende oltre alla rievocazione storica una grande devozione per la patrona della città e della diocesi tutta.
Grandissimo è stato l' impegno ed il sacrificio dei partecipanti, spesi ed offerti con dedizione esemplare e degni di grande lode.
E' per me sempre una grande emozione partecipare, in qualità di Podestà, alle manifestazioni della Cavalcata e Palio dell'Assunta, simboli di una tradizione antichissima che risale al 1149 e che vede la città di Fermo, nuova Provincia riaccendere le sue luci.
Era questa la festa in onore dell'Assunta, patrona della città, ma anche la rassegna della potenza e della grandezza dello stato Fermano.
Si rinnova oggi, un solenne rituale, con rigore storico sempre piu' puntuale e che aspira a livelli sempre piu' alti con l'orgoglio di riproporre alle generazioni presenti, radici storiche che affondano al lontanissimo 998, quando il Vescovo di Fermo, Uberto, concesse in affitto ai figli di un certo Rodecario un appezzamento di terra dietro compenso di quattrocento soldi, da pagarsi ogni anno in Agosto, nel giorno della Festa dell'Assunta.
A tale data si fa dunque risalire la consuetudine di bandire, nelle calende di agosto, a suon di tromba, da parte del Vessillifero di Giustizia, del Podestà e del Capitano di Giustizia, nella città di Fermo e contado, la Festa dell'Assunta.
Festa religiosa e laica insieme che rappresentava una città che ostentava la propria ricchezza e il proprio prestigio ai paesi soggetti, agli stranieri e ai pellegrini.
La Chiesa Metropolitana per l'occasione riceveva doni dalla Municipalità, dalla Magistratura, dai nobili e dal popolo minuto.
Dai primi giorni di agosto fino al 15 si svolgevano giochi vari.
Un Agosto straordinario quello di tanti anni fa, per colori, musica, gente, novità e curiosità, ma oggi la festa si ripete ed è gioia e pace per tutti ed è questo che auguro ai miei cittadini.
La città allora si riempiva di mercanti, saltimbanchi, stranieri, dame, cavalieri e tutto ciò accadeva solo in quel periodo, una volta all'anno: un mese di magia, che anche oggi nel 2007 si ripete e ci sembra di sognare ad occhi aperti.
Era la festa attesa dopo un lungo interminabile anno di lavoro.
E' una tradizione bella, solenne, coreografica e di grande suggestione che ogni anno rivive grazie ai tantissimi cittadini presenti - lo straordinario popolo dei contradaioli - che durante tutto il corso dell'anno offrono la loro opera perché anche le nuove generazioni conoscano e possano partecipare al rinnovarsi del solenne rituale, con incisività e rigore storico in segno di secolare devozione all'Assunta, patrona della città e della Diocesi.
Tra i giochi anche una gara: La corsa del Palio, le cui origini sono semplici ed interessantissime.
Le arti di Fermo erano divise in sei collegi ed ognuno di essi aveva il proprio capitano (il capitano delle Arti) che interveniva alle cernite ed era interpellato sulle questioni di particolare importanza.
In occasione della Cavalcata tutte le arti e ciascun artigiano, in corteo Processuale, erano tenuti ad accompagnare il proprio gonfalone: tutti i doni che venivano ricevuti erano consegnati ai "Sindaci Annuali" ed essi li conservavano in casse come strumenti di spettanza del Vescovo.
Durante il Solenne Pontificale, la Magistratura fermana liberava tre prigionieri e li dedicava alla Vergine, purchè avessero ottenuto il perdono dalla parte lesa.
Il percorso è quello di allora, non si è modificato nel tempo, la Cavalcata muove dalla Chiesa di S. Lucia, si snoda lungo il corso e giunge in Piazza del Popolo ed, infine, giunge alla Cattedrale, dalle antichissime origine e che già si ergeva su questo colle già nel lontano 1176.
Una rievocazione che affonda le sue radici in un luminoso passato e che sta imponendosi come una delle più affermate e blasonate in Italia per le sue particolari valenze storico-culturali e turistiche. Un forte momento aggregativi e di scambio di culture ed ambienti di grande valenza per il territorio tutto.
La festa dell'Assunta si completava con la Corsa del Palio, gioco attesissimo e molto importante.
Al vincitore, infatti, andava il Palio, prezioso drappo di stoffa con l'effige dipinta della Vergine, al secondo e al terzo andavano rispettivamente un "Astore" e uno Sparviero.
Il palio veniva offerto dagli abitanti del Castello di Monterubbiano che, pur indipendente, aveva fatto atto di sottomissione.
La corsa che si svolgeva, via maris,cioè da Porta S.Francesco fino al Palazzo del Comune era dimostrazione più di potenza che di velocità, infatti si svolgeva in salita e non si rappresentavano le contrade ma i proprietari.
Il Palio quindi oggi è consegnato non al vincitore ma alla contrada che egli rappresenta e che lo conserva nella Chiesa di Contrada.
Le contrade di Fermo fin dal 1521 erano sei, poi per lo sviluppo urbanistico della città sono diventate dieci.
Tengo particolarmente a sottolineare come la nostra "Cavalcata dell'Assunta" si distingua da tutte le altre iniziative similari perché non si tratta di una rievocazione nel senso di riproposizione meramente esteriore di un fatto storico avvenuto, bensì il rinnovarsi costante del riconoscimento del valore trascendente dell'Assunta a cui la popolazione conferma, attraverso questa manifestazione, la propria profonda devozione alla Vergine Assunta alla quale tutti noi chiediamo pace e benessere.
Preghiere che sgorgano dalla contrade e dai cittadini fermani che si sono sempre distinti per la loro laboriosità, responsabilità civile e per il grande senso civico.
Un sentito ringraziamento rivolgo al Consiglio di Cernita, ai Priori delle dieci Contrade, ai bravissimi sbandieratori e tamburini, ai collaboratori e a tutti coloro che con impegno ed entusiasmo offrono il loro disinteressato contributo, con l'augurio che la Cavalcata e il Palio dell'Assunta pervengano a sempre più ambìti riconoscimenti.
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14/08/2007
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