Pierre Reach ha concluso il festival Liszt
Grottammare | Interpretazione originale e apprezzatissima delle Variazioni Goldberg di Bach
di Giovanni Desideri
Come spesso succede per i brani musicali universalmente conosciuti, le prime note di un'esecuzione dal vivo forniscono indicazioni precise sull'originalità rispetto ai dischi e ad altre interpretazioni. Così è stato per le "Variazioni Goldberg" di Bach che Pierre Reach ha eseguito ieri sera, venerdì, presso la chiesa di Santa Lucia di Grottammare, a conclusione della seconda edizione del "Festival Liszt", che era iniziato il 13 agosto.
L'interpretazione di Reach è stata energica come già lo scorso anno la "Sinfonia fantastica" di Berlioz-Liszt e le "Variazioni su un tema di Händel" di Brahms. Come lo scorso anno un'esecuzione estremamente impegnativa (ma si direbbe quasi un'abitudine di Reach, a giudicare dal programma delle sue prossime esibizioni, da lui stesso annunciato al termine del concerto: la "Sonata n. 29 in si bemolle maggiore op. 106 Hammerklavier" di Beethoven e la "Sonata in si bemolle minore" di Liszt. In uno stesso concerto).
Tornando a ieri sera, un'interpretazione energica ma agile, quasi "liquida". Il pianista francese ha mostrato ancora una volta grande facilità nell'affrontare i passaggi più ardui, che nell'opera proposta non mancano di certo. Reach si è inoltrato nell'intrico delle trenta variazioni a velocità sostenuta. "Le "Variazioni Goldberg" - ha detto ancora Reach - sono un'opera dalla scrittura perfetta, rigorosissima, che nonostante questo permette una grande libertà di espressione al musicista, come dimostrano le interpretazioni diversissime che ne hanno dato pianisti come Gould, Frisch o Barenboim, che amo molto. La musica di Bach e le "Goldberg" in particolare fanno davvero bene, per esempio nei momenti di cattivo umore!".
Reach ha rimosso dall'aria iniziale ogni indugio meditativo, preferendo mostrare proprio quel "Trascendentalismo pre-lisztiano" che dava il titolo alla serata. La spiegazione, ancora una volta, al termine del concerto: "la religiosità di Bach - ha detto Reach - era pervasa di energia, persino di esaltazione. Questo è il carattere delle sue opere, specie le ultime, nelle quali egli mostra una tale sicurezza nella complessità, da giungere appunto all'esaltazione."
Ma Reach non ha offerto esclusivamente "musique à grand vitesse". Quel senso di "compimento" al termine delle "Variazioni Goldberg", di cui Reach stesso ha scritto, è stata una conquista progressiva a mano a mano che si avvicinava quel trentaduesimo brano che è l'aria conclusiva di questa autentica cattedrale nella storia della musica. "La stessa aria dell'inizio, ma completamente diversa - ha detto Reach - Come sempre nella musica, ciò che viene ripetuto in realtà è molto diverso, perché nel frattempo sono accadute molte cose e l'ultimo brano le contiene e ne tiene conto." L'ultimo brano ha quindi recuperato riflessività e lentezza. Gli stessi caratteri del bis: la trascrizione di Ferruccio Busoni del corale "Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ BWV 639" ("Io ti chiamo, Signore Gesù Cristo").
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28/08/2004
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