Non appena è stato messo al corrente della diffusione della notizia relativa all'atto della Sovrintendenza che, di fatto e come previsto dalla legge, blocca i lavori per la torre ascensore, il primo cittadino, Gianni Basso, ha stilato una linea di difesa che appare, visti i toni, più una linea di attacco.

Percorrendo le tappe che hanno caratterizzato la vicenda, ed insistendo particolarmente sulla valenza sociale e sull'utilità dell'opera, ricordando che anche le modifiche messe in atto in corso d'opera erano indirizzate a ciò, Basso si scaglia contro la Sovrintendenza.

Pur mancando sul tavolo dell'ufficio del primo cittadino il documento cartaceo riportante, nero su bianco, la volontà della Sovrintendenza, e quindi senza conoscere nemmeno le motivazioni che hanno motivato tale decisione, il sindaco ha riservato parole infuocate, a preludio di una battaglia vera e propria.

Il comune accusa la Sovrintendenza di "eccesso di diligenza" e di sospetta che sia andata oltre le sue funzioni.

"Intendiamo portare la questione in sede di Presidenza della Repubblica, nelle sedi ministeriali, dinanzi al Tar e, se occorrerà, dinanzi alla Procura della Repubblica". Un piano di guerra bello e buono. "I cittadini di Montegranaro dovranno avere tale impianto tecnologico di risalita e lo avranno! E' pure intenzione dell'amministrazione - prosegue Basso - dopo questa non esaltante esperienza, costituire un osservatorio tra i comuni della Regione suo comportamenti di tali organismi che, avvalendosi di criteri marcatamente discrezionali, sono in grado di paralizzare le più interessanti opere pubbliche al servizio di non si sa quali interessi. Il sospetto è legittimo, in quanto le nostre osservazioni puntuali e scritte su incontri poco istituzionali non hanno avuto risposta. Nel frattempo si valuta il ricorso dinanzi la magistratura competente per le questioni connesse alla variante mentre si valuta di poter proseguire i lavori per la parte originaria debitamente autorizzata a suo tempo".