Mentre a palazzo si discuteva a ridiscuteva il da farsi, all'indomani dell'arrivo della notizia del decreto di annullamento, emesso dalla Sovrintendenza di Ancona, dell'autorizzazione paesaggistica relativa alla torre ascensore, fuori dalle mura del municipio si sono avute molteplici reazioni.

La prima e la più scontata è stata quella della minoranza di governo che, per bocca del capogruppo Aronne Perugini (Ds) ha voluto immediatamente rendere nota la propria posizione sulla faccenda.

Per prima cosa Perugini ha voluto giocare d'anticipo.

"A scanso di equivoci, ci tengo a ribadire che se le cose stanno come stanno, la colpa è solo del pressappochismo e dell'arroganza di questi amministratori. Se tutto fosse davvero stato in regola non si sarebbe avuto nessun provvedimento che arriva, lo preciso con forza, da una matrice politicamente lontana dalla nostra".

Una precisazione, questa, che Perugini ritiene necessaria prevedendo che il primo cittadino e gli amministratori, oltre a scagliarsi contro la Sovrintendenza - come immediatamente fatto - non risparmieranno colpi alla minoranza che a suo tempo segnalò la questione alle autorità competenti.

"Era chiaro da tempo quale fosse l'intendimento della sovrintendenza - incalza - ed un'amministrazione attenta ed oculata, che ha realmente a cuore gli interessi dei cittadini, avrebbe aspettato il pronunciamento prima di procedere con lavori dei quali dovranno rispondere ai cittadini, in sede penale e davanti alla Corte dei Conti. Noi avevamo suggerito agli amministratori di aspettare il pronunciamento della Sovrintendenza: qualora non ci fossero stati problemi e non ci fosse un parere negativo, si sarebbe fugato ogni dubbio ed avrebbero avuto ragione loro. Cosa che, però, non è proprio avvenuta".

Ora Siamo davanti ad un abuso di potere bello e buono - aggiunge il capogruppo diessino - e non ha senso arrampicarsi sugli specchi accusando a destra e a manca.

Sconcerta che, dopo tutto questo, non si è ancora propensi ad arrivare alla ragionevolezza - aggiunge - anziché fermare i lavori e mostrare disponibilità a trovare una soluzione il sindaco che fa? Decide di percorrere la strada più burrascosa, in barba a tutto e a tutti". E chiude con una proposta: quella di convocare una conferenza di servizi aggiungendo che "era cosa da fare tanto tempo fa".