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Lettera aperta di Falcioni sulle vicende di Amandola

Ascoli Piceno | "La Regione con queste piccole azioni depotenzia il Piceno"

Armando Falcioni

Caro direttore,
tra gli innumerevoli cartelli Fermo- Ascoli Piceno, Ascoli Piceno- Fermo da Comunanza ad Amandola, quasi a denotare uno status da riserva indiana, ho avuto occasione di partecipare, insieme al consigliere provinciale Domenico Gionni, sempre presente riguardo i problemi di quella zona, all’assemblea pubblica tenutasi proprio ad Amandola riguardo lo stravolgimento degli ambiti sanitari operato dalla regione Marche.


Da questo incontro ho registrato queste impressioni:
- la ammirevole capacità che hanno avuto fin ad ora gli amministratori locali di quella zona, dal presidente della Comunità Montana ai sindaci del comprensorio, di tenere compatto il territorio operando e pianificando in modo univoco, mostrando una maturità superiore a certa politica che ha diviso il piceno in due province, operazione della quale le prime vittime sono proprio loro del comprensorio dei Sibillini, insieme all’intera Val d’Aso ed alla città di Ascoli Piceno; -la compostezza della platea composta da cittadini che, pur subendo un atto d’imperio, hanno manifestato con garbo e misura sullo strappo riguardo una materia molto delicata quale quella sanitaria;- la sconcertante azione, che sa di blitz festivo, della regione Marche che ha letteralmente scavalcato la volontà popolare, rappresentata dalle singole comunità locali, assolutamente ignorate riguardo il nuovo confine delle aree vaste e che rappresenta un pericolosissimo precedente, soprattutto per una zona fragile come quella nostra;- le deboli motivazioni dell’Assessore coinvolto dal quale mi aspettavo ben altra arringa.

Di fatto ha detto che l’ospedale di Amandola non è più strategico per Ascoli mentre lo sarà per Fermo. Punto e basta. Senza dati, prospettive,programmi futuri, certezze che ovviamente non poteva dare in due giorni.
Alla faccia dei sindaci, degli altri amministratori locali che ogni giorno, invece, hanno il polso della situazione ed hanno il diritto di valutare determinate strategie, comprese quelle sanitarie. Per non parlare della conferenza dei sindaci della ex ASL 13, completamente scavalcata, che avrebbe potuto esprimersi, lei sì,su eventuali scelte;- anche se ho avuto l’impressione, a tratti, che quella assemblea fosse anche un processo alla neonata provincia, ho apprezzato, di contro la franchezza de Presidente Cesetti, dal quale mi divide tutto ma che stimo per come ricopre il suo ruolo,che,onesto fino al midollo, ha affermato di aver fortemente premuto affinché la sanità montana fosse convogliata sotto l’ombrello fermano.

In quella situazione ambientale, oggettivamente,è stato un atto di grande coraggio;
- la sensazione imperante è stata, invece, che l’operazione regionale sia l’ultima di tante piccole politiche fatte per depotenziare Ascoli ed il Piceno e staccare un legame con quella zona appartenente alla Provincia di Fermo ma che, oltre a motivi sanitari anche per  quelli viari, gravava sul capoluogo ed era ascolana di fatto. Aggiungiamo anche qualche posto letto in più che faceva comodo ed il cerchio si chiude. Pensare ad una mobilità passiva Fermo- Amandola è davvero più arduo di quella Ascoli- Amandola, visto che tra le prime due c’è la prospettiva della tortuosa Val Tenna ( almeno 1 ora), dall’ altra il più agile traforo ( 35 minuti circa). Come comune uomo della strada penserei, al momento, che per il presidio di  Amandola da venerdì il destino è segnato. Solo questione di tempo.

Per quanto sopra mi ha sorpreso l’arrendevolezza, il silenzio, la rassegnazione all’ineluttabile destino della parte ascolana di fronte ad uno degli ennesimi schiaffi della regione nei confronti del territorio piceno, soprattutto per i modi che l’hanno concepita. Nulla o poco più, quasi, e vorrei sapere quale è l’anestetico  che usano adesso per certe operazioni chirurgiche regionali ( ne potrei citare a iosa). La mia grande preoccupazione è che in questo momento non c’è più reazione e ciò ci rende particolarmente esposti. Eppure è viva la sensazione che il distacco politico, culturale, mentale tra la regione Marche e la provincia picena abbia già superato i livelli di guardia e le recenti dichiarazioni di Spacca sulla terza corsia ne sono la conferma;

-   ora ci sarebbe l’ipotesi del referendum per tre comuni. Sarei ipocrita se non ricordassi di essere stato l’autore di un emendamento alla delibera di appoggio del consiglio provinciale di Ascoli al mantenimento del presidio di Amandola, nel quale si invitavano i sei comuni fermani della ASL 13 ad una riflessione sulla loro appartenenza provinciale.Quindi il mio pensiero è chiaro.

 Devo dire però che, da oggi, qualsiasi azione esterna sarebbe una ingerenza al libero pensiero delle popolazioni eventualmente coinvolte, che hanno il diritto di scegliere se rimanere con Fermo o passare con Ascoli, con conseguente ritorno all’area vasta ascolana del presidio di Amandola. Tirare per la giacchetta questo o quello sarebbe una offesa all’altrui intelligenza e darebbe la sensazione che  il passaggio di un comune da un territorio all’altro sia un mero fatto di campanile o di comodo. Esiste lo strumento del  referendum, consultivo e facoltativo, visto che l’espressione ufficiale deve essere del consiglio comunale, che sarebbe un atto di democrazia e mi chiedo che se fosse stato fatto nel lontano 1989, anno delle infauste delibere che hanno generato poi la divisione della provincia, probabilmente non saremmo arrivati a questo ed a tutti i disagi conseguenti, di cui viviamo solo i più evidenti dettagli;

-   Diversamente decideranno i consigli comunali in piena autonomia. Comunque vada ritengo solo che questa sia l’ultima occasione data a quei territori per ritornare alla provincia madre, che l’accoglierebbe a braccia aperte. Spetta a loro ogni decisione ma questa situazione, comunque, denota che fatui sono stati i presupposti per la divisione della provincia se dopo appena due anni dalla sua operatività accadono certe cose;

 Tra le tante sagge riflessioni che ho sentito, quella di maggior evidenza è stata quella del Sindaco di Montefalcone Rossi, il quale ha lanciato la proposta di una riunificazione provinciale per evitare tanti problemi, tra i quali quello dell’Ospedale.

Proposta encomiabile, caro Sindaco, come encomiabili siete stati voi del comprensorio montano a tenerlo in piedi nonostante tanti confini e tanti cartelli “ Fermo- Ascoli Piceno”. Ipotesi auspicabile che sposerei subito, per quanto mi riguarda, ma non so quanto percorribile perché nel tempo alcuni, oltre che a dividere la provincia, hanno diviso anche le nostre coscienze.

Armando Falcioni

04/08/2011





        
  



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