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Legambiente:"Il mare delle Marche sta bene, ma la sua salute inizia dai fiumi"

| ANCONA - Due bandiere nere di Legambiente all’inquinamento e alla cementificazione della costa. Legambiente: “l’Api sotto inchiesta si decida a bonificare”

Non è il mare a dover preoccupare maggiormente i cittadini marchigiani, ma la questione irrisolta ed attualissima dell’inquinamento industriale dei fiumi e di zone dichiarate “ad elevato rischio di crisi ambientale”, e della cementificazione indiscriminata della costa. Mentre infatti risultano buoni quasi tutti i 16 prelievi effettuati, è la condizione dei fiumi e dell’entroterra, insieme alla mancata bonifica del sito Api da mesi in cantiere, a far lanciare un grido d’allarme agli ambientalisti. Negli ultimi giorni, poi, la vicenda Api ha assunto risvolti giudiziari, con la richiesta di rinvio a giudizio di 5 persone, della raffineria e della società “Remedia” incaricata dalla stessa dei rilievi e degli studi  per la messa in sicurezza e pre-bonifica. Il capo d’imputazione, quello di aver attuato una sorta di depistaggio delle procedure per il recupero ambientale dell’area della raffineria, ritoccando in basso i parametri sul reale stato di inquinamento accertati sul campo.

Una bandiera nera meritatissima, dunque, quella che Legambiente assegna per il secondo anno consecutivo all’Api.
E la costa come sta? Bene, se consideriamo l’efficienza di un sistema di depurazione ormai entrato a regime e funzionante; male, se guardiamo a progetti di cementificazione che farebbero scempio di zone di particolare pregio ambientale: a guadagnarsi la seconda bandiera nera delle Marche è infatti il Comune di Potenza Picena, che approva nel nuovo PRG una bella colata di cemento nel mezzo dell’Oasi di Protezione della Fauna.
Qualche segnale incoraggiante però c’è, e viene da quegli operatori del turismo che hanno scelto di puntare sulla qualità e la sostenibilità dell’offerta. Tra le 12 strutture ricettive ecologiche premiate a livello nazionale da Legambiente Turismo, c’è l'Hotel Fortino Napoleonico di Portonovo di Ancona: è il segnale di un’attenzione crescente al turismo di qualità e al rispetto e alla valorizzazione dell’ecosistema.

Di questi temi si è parlato questa mattina in occasione della conferenza stampa di presentazione dei dati sulla qualità delle acque della costa marchigiana
di Goletta Verde di Legambiente, la storica campagna giunta alla diciannovesima edizione e realizzata con il contributo di Vodafone Italia. Alla conferenza stampa erano presenti: Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, Luigino Quarchioni presidente di Legambiente Marche, Loris Calcina rappresentante dei comitati cittadini di Villanova e Fiumesino, Gianluca De Grandis, esperto Arpam eutrofizzazione marina e addetto alla motonave Sibilla, Gilberto Stacchiotti, responsabile Legambiente Turismo Marche, Aldo Roscioni, responsabile Hotel Fortino Napoleonico.
 
“I dati delle acque di balneazione sono in generale rassicuranti, - ha dichiarato Massimo Serafini portavoce di Goletta Verde – segno che il mare si difende e che la depurazione sulla costa è efficiente; sono però le condizioni dei fiumi, sofferenti del carico antropico e dell’attività a pieno ritmo dei distretti, a farci chiedere ancora con forza la riduzione della pressione inquinante sui corsi d’acqua, e il potenziamento dei sistemi depurativi nei piccoli paesi e nelle cittadine dell’entroterra.
Le aziende pesano sui fiumi e sulle falde acquifere oltre che sul territorio; – ha aggiunto Serafini – non a caso sono proprio i punti analizzati in prossimità dei fiumi a denunciare una situazione di inquinamento. Chiediamo alla Regione e alle Province di attivare politiche che incoraggino i piccoli comuni dell’entroterra ad installare impianti di depurazione, sostenendo in particolare la fitodepurazione, che per la sua compatibilità ambientale e i costi contenuti ben si presta all’utilizzo locale e alla manutenzione.
Se l’inquinamento prodotto dai distretti industriali dell’entroterra minaccia i fiumi, quello della raffineria Api di Falconara minaccia direttamente un’area dichiarata “ad elevato rischio ambientale”.

 “L’Api ha meritato l’ennesima bocciatura senza appello – spiega Luigino Quarchioni - non solo perché rea di aver causato negli anni un pesante inquinamento della costa, del suolo e ancora più in profondità del sottosuolo e delle falde, ma anche poiché nei fatti continua a fare di tutto per rallentare e ostacolare un processo, che anche se difficile e complesso, arrivi comunque alla bonifica e al risanamento completo dell’area. Di più, a motivare la Bandiera Nera per il secondo anno consecutivo – aggiunge Quarchioni - hanno concorso almeno altri due gravi fatti: primo, i dati sullo stato di inquinamento del sottosuolo forniti dalla raffineria attraverso la società dalla stessa incaricata, sono risultati non veritieri in seguito a verifiche effettuate dall’ARPAM, la Regione e il Comune. Per questo oggi 5 persone risultano indagate dalla Procura della Repubblica. Secondo, la raffineria non ha ancora provveduto a ritirare il ricorso mosso al Tar contro la qualifica di area ad elevato rischio di crisi ambientale, nonostante gli impegni presi in questo senso con la Regione in sede di rinnovo della Concessione”.

 Quanto all’Amministrazione Comunale di Potenza Picena, con la Bandiera Nera Legambiente ribadisce ancora una volta la propria totale disapprovazione al PRG, la cui adozione è stata definitivamente approvata lo scorso aprile. “Un autentico scempio, quello paventato dal PRG. - precisa Quarchioni - Un piano regolatore che prevede migliaia di nuovi metri cubi di cemento nell’Oasi di Protezione faunistica presso i laghetti di Potenza Picena, rischiando di macchiare irrimediabilmente un’area importante che qualificherebbe significativamente l’offerta turistica del territorio attraverso la valorizzazione dei fattori ambientali. Non resta che auspicarci che il neo eletto sindaco scelga di recedere al più presto da questa scellerata previsione”.

 “In questo quadro siamo però lieti di registrare un successo che va nella direzione della sensibilizzazione di operatori e imprenditori nei confronti di un turismo di qualità, - ha dichiarato Gilberto Stacchiotti -. Terminati i controlli annuali nelle strutture ricettive "consigliate per l'impegno in difesa dell'ambiente", Legambiente Turismo, ecolabel indipendente italiana, ha istituito un riconoscimento simbolico per le strutture che hanno realizzato le innovazioni più avanzate. Gli ispettori dell'associazione hanno segnalato per questo riconoscimento 12 strutture ricettive che saranno premiate il 10 agosto durante la sosta riminese di Goletta Verde. Per le Marche è stato scelto l'Hotel Fortino Napoleonico di Portonovo di Ancona, un hotel a 4 stelle che è andato anche oltre il pieno rispetto degli adempimenti obbligatori previsti per il 2004.”
A bordo di Goletta Verde è stato consegnato il premio ufficiale al gestore dell’Hotel Fortino Napoleonico Aldo Roscioni. 

Serafini e Quarchioni hanno poi rilanciato la campagna “Amare l’Adriatico”, già partita nelle Marche lo scorso giugno con il coinvolgimento di tutti i comuni costieri e dei due parchi regionali: un’iniziativa internazionale che vuole sensibilizzare i cittadini, i turisti e i governi per garantire un futuro migliore alle popolazioni delle regioni costiere di Italia, Slovenia e Croazia. “Come Legambiente chiediamo un impegno concreto alle amministrazioni locali  – hanno dichiarato i due rappresentanti dell’associazione – perché chiedano al governo italiano l’istituzione dell’Area Marina Particolarmente Sensibile per questo nostro mare così delicato. Crediamo che sia importante la risposta “dal basso” a questo appello, che vede i nostri comuni della riviera, grandi e piccoli, protagonisti dello sviluppo e della tutela dell’area marina. Ringraziamo l’amministrazione provinciale di Ascoli Piceno che per prima, nelle Marche, ha accolto questo appello, e gli altri comuni che hanno dimostrato interesse e volontà di aderire”.
 
Le Bandiere nere di Legambiente:
 
- Alla Raffineria Api di Falconara (An) per aver contribuito al pesante inquinamento ambientale della costa (aria, suolo e sottosuolo) così come si evince dai dati resi noti dalla stessa azienda e confermati dall’Arpa Marche che ha riscontrato valori ancora più inquietanti. Il Consiglio Regionale

08/08/2004





        
  



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