Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

11 settembre: commemoriamo il coraggio e il valore della libertà dell'Occidente

Teramo | Di fronte all'immane pericolo del terrorismo mondiale e della possibile strisciante sottomissione della nostra civiltà ai diktat della violenza, è indispensabile che l'11 settembre di ogni anno si ripercorra con forza il ricordo di quanto è accaduto.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Sei anni dopo l'orrore delle Torri Gemelle, che hanno confermato il disegno dell'islamismo terrorista internazionale di mettere in ginocchio l'Occidente e la sua civiltà, siamo ancora costretti a combattere, anche in Italia, non solo contro i seminatori di odio anti-americano, anti-israeliano ed anti-occidentale, ma anche contro quel superficialismo, dilettantismo e sincretismo dilagante, mascherato da mille simboli, facce e ideologie, che ha confinato l'attacco al World Trade Center di New York (e a Washington D.C., la Capitale Usa), tanto devastante da aver cambiato il mondo e da continuare ad incidere pesantemente nella storia a venire, fra i ricordi ormai remoti.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. E' vergognosa la speculazione sull'11 settembre, in chiave antiamericana ed antioccidentale e di propaganda filoterrorista, ad opera dei soliti noti radical-sinistri, che subiscono senza fiatare i ricatti e le brutalità dell'islamismo fondamentalista, mentre gettano la croce sugli Stati Uniti d'America e sulle legittime azioni belliche contro i finanziatori ed i sostenitori della guerra del terrore lanciata contro l'Occidente.

Di fronte all'immane pericolo del terrorismo mondiale e della possibile strisciante sottomissione della nostra civiltà ai diktat della violenza, è indispensabile che l'11 settembre di ogni anno si ripercorra con forza il ricordo di quanto è accaduto, del perché è accaduto e da chi è stato perpetrato.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Non si può dimenticare che il terrorismo islamico da anni continua a mietere migliaia di vittime innocenti nei Paesi dove questa funesta ideologia totalitaria cerca di assumere il potere (vedi l'olocausto in atto nel Darfur in Africa). Ed e' altrettanto urgente che, attraverso i ricordi e le commemorazioni, vengano smentite con coraggio le falsità diffuse dai nemici della nostra civiltà, da quei cattivi maestri che, al riparo delle libertà che l'Occidente gli garantisce, non esitano a predicare l'odio nei confronti della nostra società.
Quel giorno non lo dimenticheremo mai.

Quelle immagini, quell'apocalisse in diretta televisiva, la follia umana che si mostrava in tutta la sua feroce potenza e si mischiava al coraggio e alla semplice grandezza di chi era lì a fronteggiare il finimondo, tutto questo rimarrà impresso nella nostra memoria come un film assurdo, un incubo talmente eccessivo da non poter credere di non averlo solo sognato.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Da allora tutto è cambiato, il mondo non è più lo stesso, la sfida che abbiamo di fronte sarà lunga e difficile, e che da quel giorno la paura dell'olocausto (vissuto ogni giorno da milioni di persone, in molti angoli del pianeta, per fame, guerre e malattie) accompagna anche la nostra vita quotidiana di "Occidentali".

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. L'11 settembre è stato un brusco risveglio per un Occidente che, dopo la caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda, si è superficialmente proiettato in una infinita prospettiva di pace e finto pacifismo, e che i pochi anni fino alle Twin Towers del 2001 li ha vissuti con lo stesso spirito della Belle Epoque, non a caso simili ai giorni che precorsero la prima guerra mondiale, travolgendo l'Europa nella più assurda strage di tutti i tempi.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Molti lo hanno scritto, annunciato e preconizzato, senza essere ascoltati. La nostra grande giornalista Oriana Fallaci, accusata a destra e a manca di fomentare negli anni l'odio razziale anti-islamico, nei suoi libri immortali, benché non profetizzato, lo aveva capito con lucidità e incredibile "preveggenza". La Fallaci aveva compreso l'ecatombe imminente nello scenario politico mondiale post guerra fredda del XXI Secolo.

Ma abbiamo scelto l'incoscienza e ci siamo rifiutati di cogliere tutti quei segnali che - se letti per ciò che veramente significavano - ci avrebbero portati alle Torri Gemelle prima dei terroristi che le hanno buttate giù. Abbiamo abbassato colpevolmente le difese e il nemico ci ha colpito. L'attentato del 1993, doveva pur significare qualcosa. Nulla.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Ma il dramma peggiore, quello che, a sei anni di distanza, è demoralizzante, è che una vera presa di coscienza occidentale riguardo al terrorismo islamico ( nonostante gli speciali Tv, le inchieste giornalistiche, i dvd, le pellicole cinematografiche e i documenti su Internet) ancora non c'è, ed anzi, oltre alle divisioni politiche ed alla incrinatura dei rapporti euro-americani, ora sono arrivate anche le famigerate tesi complottistiche, roba in cui - per quanto impegno ci si può mettere - non si riesce a trovare uno straccio d'appiglio credibile. Eppure ci si vuole e deve credere.

Ancora una volta, come negli anni della guerra fredda, il fascino della dietrologia demoniaca è più forte della verità nuda e cruda: "una nuova guerra civile americana? Perché no?", annunciano i nuovi proseliti del terrore. Non bastano gli attentati e le stragi in tutto il mondo, non bastano i proclami di Bin Laden e dei suoi accoliti, non basta aver visto con i nostri occhi, aver udito con le nostre orecchie, la realtà non ci basta, ed è questo il motivo principale per cui questa guerra rischiamo di perderla. Meglio la fantasia, purché anti-americana e anti-occidentale.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Del nostro "nemico" non abbiamo ancora capito nulla (che sia il segno della nostra resa incondizionata?), mentre "lui" sa tutto di noi e, quando non usa le armi, sfrutta le nostre debolezze, i nostri buchi legislativi, i nostri scrupoli, i nostri vizi, la nostra stessa concezione della vita. E tesse la ragnatela oscura, su Internet, sul satellite, sul telefonino, degli anni a venire.

Mentre noi, alla faccia dell'evidenza, troviamo mille scuse e giustificazioni al terrorismo islamico (tra cui due guerre scoppiate dopo l'11 settembre, in Afghanistan e Irak, legando fatti e circostanze inverosimili), loro pianificano le proprie mosse in termini generazionali, con una concezione del tempo che ci ostiniamo a non capire perché, a differenza della nostra, è teleologica, si basa cioè sull'idea che la vittoria finale, prima o poi, arriverà. E sarà la nostra fine. Mentre noi rintracciamo nella povertà e nella fame (anche dove questa, oggettivamente, non c'è) la causa eterna del risentimento anti-occidentale, loro alimentano e propagandano un odio che è ideologico, arcaico e conquistatore. E' qui che abbiamo perso!

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. L'Occidente è talmente secolarizzato da non credere più che la religione possa spingere ad atti estremi, ma dimentica che i fondamentalisti non conoscono la differenza tra potere laico e potere religioso; il Corano è la loro Bibbia, la loro Costituzione ed il loro paradigma morale, ed è chiaro perché tale concezione arcaica non possa che prefiggersi la conquista dell'Occidente: i due sistemi sono del tutto impossibilitati a convivere.

Se a questo poi si aggiunge il desiderio di rivalsa storica, l'ostilità nei confronti della modernità e l'uso politico del risentimento anti-occidentale che le oligarchie, le teocrazie e le monarchie arabe fanno presso l'opinione pubblica dei propri Paesi per garantirsi la permanenza al potere, non ci si può stupire di quanto accade in tutto il mondo.

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Noi non crediamo (non ancora almeno) che il fondamentalismo goda dell'approvazione della maggioranza delle masse musulmane, ma certo i segnali che provengono dalle comunità islamiche europee sono preoccupanti e meriterebbero un ripensamento serissimo delle politiche di integrazione adottate in Europa sino ad oggi, tutto il contrario, purtroppo, di quanto ci si appresta a fare in Italia, dove il significato degli attentati di sei anni fa ancora non è chiaro. Le prediche in lingua non araba degli Iman, aiuterebbero a comprendere meglio il fenomeno. Ma che?

Quel giorno non lo dimenticheremo mai. L'11 settembre 2001, che lo si voglia o no, non è scoppiata una guerra, ma ci siamo piuttosto accorti che qualcuno la guerra ce la sta facendo da decenni, con una determinazione e una preparazione decisamente superiori alla volontà occidentale di entrare nel conflitto.

L'America, che questo ritardo lo ha pagato sulla propria pelle, bene o male ha scelto di combattere, e nonostante gli errori commessi (tra cui lasciare incompiute le guerre intraprese, e non c'è nulla di più indecente che rendere inutili le morti provocate), esprime una determinazione a non arrendersi che è il segno di una presa di coscienza che in Europa continua a mancare. Con il rischio che questo comporta di dimenticare il significato - che rimarrà attuale ancora a lungo - e la memoria dell'11 settembre. Noi italiani quel giorno non lo dimenticheremo mai.

11/09/2007





        
  



4+1=

Altri articoli di...

Teramo e provincia

17/06/2020
“Cin Cin”: a tavola con i vini naturali (segue)
14/01/2020
L’opera di Enrico Maria Marcelli edita dall’Arsenio Edizioni ha vinto il Premio Quasimodo (segue)
29/12/2019
A Martinsicuro “Natale con le tradizioni” (segue)
19/11/2019
Doppio appuntamento per “Sentimentál” di Roberto Michilli (segue)
13/11/2019
Roberto Michilli presenta il 16 novembre a Campli “Sentimentál” (segue)
24/10/2019
Parte sabato 26 ottobre a Giulianova la rassegna “La pintìca dei libri” (segue)
26/07/2019
Il 28 luglio la premiazione dei vincitori del Premio Letterario “Città di Martinsicuro” (segue)
22/07/2019
Il 25 luglio a Tortoreto Lido fiabe e racconti della Val Vibrata (segue)
ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji