Lavoro e futuro del Piceno, parla il Sindaco Gaspari
San Benedetto del Tronto | In un'articolata nota stampa il primo cittadino sambenedettese parla di vari temi, tra i quali la manifestazione sindacale in programma sabato 19 ed il prossimo rinnovo delle cariche dirigenziali di Camera di Commercio e dell'Associazione Industriali.

Giovanni Gaspari
Dal Sindaco di San Benedetto del Tronto Giovanni Gaspari riceviamo e pubblichiamo:
Sabato 19 settembre l'intera provincia sarà chiamata a raccolta per manifestare, insieme ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali, tutto il disagio di questo territorio per quanto sta accadendo in tantissime imprese e tutta la voglia di reagire ad una situazione che, se ha senz'altro origine nella crisi mondiale, ha certamente cause specifiche nel modo in cui tante imprese si sono insediate e hanno prosperato nel Piceno e negli atteggiamenti che stanno manifestando alcuni imprenditori, lontani anni luce dagli impegni etici che quotidianamente proclamano i loro rappresentanti di categoria.
Noi che viviamo e lavoriamo sulla costa sappiamo bene quanto dolore e quanta rabbia provochino eventi traumatici come la cessazione, spesso non prevedibile, di un'attività imprenditoriale: sono ancora aperte le ferite provocate dalle crisi di grandi imprese dell'agroalimentare o quelle di piccole aziende manifatturiere, meno eclatanti ma non per questo meno devastanti per tante famiglie.
C'è bisogno che tutti i soggetti chiamati a dare risposte (istituzioni pubbliche, organizzazioni datoriali, sindacati, associazioni artigiane) siano interlocutori forti, autorevoli, capaci di pronunciare parole nette da tradursi in fatti. E la prima condizione è che quest'autorevolezza sia reciprocamente riconosciuta. Quella del 19 settembre dovrà dunque essere un'occasione preziosa per riflettere su come definire, tutti insieme, una strategia condivisa che metta al centro dell'azione di rilancio la competitività del nostro sistema economico: per questo è indispensabile che la manifestazione sia unitaria, incentrata non sul problema di una singola impresa ma sull'obiettivo di rilanciare il "sistema Piceno".
Siamo alla vigilia del rinnovo delle cariche dirigenziali di importanti istituzioni impegnate in questo processo come la Camera di Commercio e l'Associazione Industriali. Ci guardiamo bene dall'intrometterci nel dibattito che si sta sviluppando in ordine a queste scadenze. Vorremo però, come rappresentanti eletti dalle comunità locali che devono e vogliono affiancare chi è chiamato a ricoprire ruoli tanto importanti, esprimere un auspicio: che si arrivi alle nomine animati esclusivamente dalla volontà di dare risposte immediate alla domanda di futuro che sale dal territorio. Chi sarà chiamato a ricoprire i ruoli di vertice nei due importantissimi Enti dovrà essere sostenuto da tutte le componenti che ne fanno parte e dovrà subito cominciare a lavorare, con la credibilità e autorevolezza che derivano proprio da questo forte mandato, insieme agli altri soggetti impegnati su questo fronte per definire un nuovo modello di sviluppo.
Mi permetto di suggerire un campo nel quale tali energie potrebbero essere ben spese e per il quale manifesto sin d'ora la mia disponibilità a cooperare. Abbiano oramai una presenza universitaria consolidata e di grande qualità. Tra queste eccellenze, c'è la Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno. Perché non affidare all'Università e al Consorzio Universitario Piceno il compito di pensare a percorsi didattici destinati a creare esperti nell'arredamento di imbarcazioni da diporto? Questo settore della cantieristica è tra i meno colpiti dalla crisi, le Marche vantano una grande tradizione in materia e l'area portuale della città di S. Benedetto accoglie piccole imprese di grandi capacità che potrebbero migliorare la loro posizione di mercato se disponessero di figure specializzate nell'"interior design" della nautica.
La mia è solo un'idea che però dà la misura di come questo territorio abbia tutte le credenziali per esplorare nuovi modi di fare impresa e di creare lavoro. Sta a tutti noi ragionare insieme come arrivarci. Ma senza condivisione, senza riconoscimento reciproco, non si va da nessuna parte.
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11/09/2009
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