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La destra fermana accoglie Gasparri per la festa tricolore

Fermo | Legge elettorale, problemi nei rapporti tra stato e regioni, prospettive per le politiche 2006 le tematiche affrontate dall'ex ministro

di Pierpaolo Pierleoni


Dopo l’inaugurazione di ieri, momento centrale stamattina per la prima festa tricolore della provincia di Fermo di Alleanza Nazionale.
 
Una celebrazione che ha ospitato l’ex ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri e ha visto concentrarsi negli splendidi spazi di Villa Vitali i principali esponenti politici regionali del partito.
 
Dall’organizzatrice dell’evento e consigliere regionale Franca Romagnoli al senatore Luciano Magnalbò, dal dirigente nazionale Giulio Agostini ai presidenti provinciali Pistarelli (Macerata) e Castelli (Ascoli) fino al coordinatore regionale Ciccioli, tante voci per ribadire un invito all’unità, in Alleanza Nazionale come nell’intera Casa delle Libertà. Un richiamo alla coesione, ma contemporaneamente alla riaffermazione dei valori della destra, quale condizione inderogabile, come sottolineato da tutti i relatori, per auspicare un recupero del gap che in questo momento sembrerebbe distaccare il centrodestra dall’attuale opposizione e confermarsi forza di maggioranza nel Paese.
 
“I locali di questa villa hanno ospitato momenti di grande valenza simbolica per il nostro partito - ha esordito Franca Romagnoli -  Oggi abbiamo nuove sfide in termini di idee, dobbiamo però ritrovare entusiasmo e fiducia nella politica. Abbiamo bisogno di rassicurazioni dai vertici nazionali sui valori che da sempre ci contraddistinguono per ritrovare lo slancio giusto nelle nuove battaglie”.
 
Valori e punti focali della politica di An che Maurizio Gasparri ha esposto nel suo intervento.

“Intanto voglio rimarcare la chiarezza fatta finalmente dal nostro governo sui rapporti tra Stato e Regioni, disciplina su cui la sinistra aveva lasciato molta confusione. L’impegno della destra poi deve essere di massima attenzione e rigore verso il terrorismo e il fondamentalismo.

Spesso gli esponenti del politically correct parlano di sopraffazione verso i più deboli e le minoranze. E’ ora invece di parlare di memoria e conservazione delle proprie radici e della propria identità, un’identità democratica, nazionale e cristiana”.

Un accenno va anche, da parte dell’ex ministro, all’attuale discussione sul sistema elettorale.

“Non diamo troppa importanza a questi temi, che interessano poco o nulla agli italiani. Detto questo, si può discutere sulla riforma più opportuna, ferma restando la difesa strenua e indiscutibile del principio del bipolarismo, condizione necessaria per dare equilibrio ai governi e garanzie ai cittadini”.

18/09/2005





        
  



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