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Due violini dalle molte facce.

Ascoli Piceno | Tappa a Villa Cicchi, ieri sera, mercoledì 17 settembre, per l'Ascoli Piceno Festival.

di Giovanni Desideri

Ieri sera, mercoledì 17 settembre, l'Ascoli Piceno Festival 'Settembre in musica' ha fatto tappa al Salone delle Tempere di Villa Cicchi. Tutti occupati i posti, anzi gli spazi, riempiti in ogni punto la fantasia arrivasse ad immaginare un potenziale strapuntino, che vi veniva immantinente collocato (prima dell'inizio del concerto). Buon segno per l'attaccamento alla musica, ma sempre pochissimi i giovani, sempre immersi nelle tenebre cacofoniche della maggior parte delle frequenze radio, senza che mai si concedano uno svago.

La serata aveva per titolo 'Due violini' e prevedeva infatti l'esibizione dei due violinisti Valentina Svyatlovskaia e Liviu Prunaru, separatamente e in duo. Diciamo subito che la serata ha avuto momenti di diversa intensità, con una resa migliore, paradossalmente, a misura che la difficoltà dei brani aumentava.

Così l'esibizione della Svyatlovskaia è parsa poco ispirata nei due brani dalla 'Sonata n. 1 in sol min.' BWV 1001 di Bach ('adagio' e 'fuga-allegro'). Aggiungi qualche dérapage di intonazione.

Più decisa l'interpretazione dei 'Capricci' 10 e 13 di Paganini (rispettivamente 'Vivace', in sol min. e 'Allegro', in si bem. magg, quest'ultimo detto 'la risata' perché riproduce un ghigno beffardo), brani durante i quali la violinista russa ha potuto fare sfoggio della grande tecnica che certo non le manca (proprio nei giorni scorsi ha ottenuto il secondo premio al 'Concorso Lipizer' di Gorizia).

L'esecuzione della Svyatlovskaia è parsa poi impeccabile in duo (con Prunaru, suo insegnante): nel brano di Leclair ('Sonata n. 5 in mi min. per due violini'), nel 'Duo concertante per due violini, op. 57 n. 1' di De Bériot, come pure nel bis: 'Navarra per due violini', Op.33 di Sarasate (1844 – 1908; molti nomi tantissime note: Pablo Martín Melitón de Sarasate y Navascués).

Prima dei brani per due violini l'esibizione solistica di Prunaru, 'alla testa' di un Guarneri del 1676: ben definiti ed espressivi i due brani di Bach (dalla 'Sonata n. 2 in la min. per violino solo' BWV 1003, 'grave' e 'fuga'); pari accuratezza nei 'Capricci' 23 e 24 di Paganini ('Posato', in mi bem. magg. e 'Tema. Quasi presto – Variazioni – Finale, in la min.'). Sul secondo brano di Paganini è venuta giù la sala dagli applausi: e per la particolare natura del brano e per l'interpretazione, disinvolta pur in mezzo al groviglio di note e di difficoltà tecniche che lo caratterizzano.

18/09/2003





        
  



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