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Manifestazione ospedale di S.Omero

| S. OMERO - Il discorso di Settimio Ferranti

La sanità ha costi elevati, sempre più elevati, sia in funzione di una crescente domanda di cura e assistenza, sia in relazione al tumultuoso sviluppo della tecnologia clinica. La tendenza è nota, interessa tutti i paesi industrializzati del mondo, e tra questi l’Italia, che non presenta il tasso d’incremento più alto. Ma nella sanità esistono anche sprechi crescenti che, vanno individuati ed eliminati. Madre Teresa di Calcutta affermava “E’ lo spreco che mi scandalizza”. Su quest’argomento purtroppo esiste forse un meno approfondito studio, anche per l’obiettiva difficoltà, spesso, a distinguere lo spreco dalla spesa non sopprimibile.

Ricorrente è il disavanzo annuo delle Aziende Sanitarie Locali. E’ interessante capire quanto per vera maggiore spesa, quanto invece per sottostima storica, quanto per incapacità di programmazione, quanto per incapacità di controllo. In sostanza l’aumento della spesa sanitaria è sicuramente inevitabile, la disponibilità delle risorse è limitata. E’ necessario quindi che esse siano destinate in maniera efficiente ed efficace.

Porsi obiettivi di razionalizzazione della spesa attuale e di maggiore efficienza produttiva, è opportuno, ma non ci si deve illudere che sia sufficiente a risolvere il problema dell’ineludibile incremento della spesa. Non ci s’illuda quindi che si possa governare la spesa sanitaria solo attraverso un miglioramento dell’offerta, ma il governo della salute deve passare anche e soprattutto attraverso il governo della domanda, la cui analisi non può prescindere da un modello epidemiologico, che descriva e misuri i bisogni dei cittadini, ed indichi come questi formino la domanda di salute della popolazione.

E’ un sistema complesso in cui la domanda è indotta dallo stato di salute del paziente, dalle sue aspettative e dalle sue esigenze. Un quadro in cui si mescolano, informazione e disinformazione del cittadino, consumismo sanitario, influenza delle aziende del settore. E’ auspicabile quindi che per raggiungere questi obiettivi la sanità pubblica, si debba necessariamente affidare, ai seguenti 4 strumenti: 1) programmazione, monitoraggio e controllo delle attività sanitarie, sia in termini d’offerta, che di domanda; 2) Automazione ed informatizzazione; 3) Collaborazioni pubblico – privato, in cui il privato semplifica e velocizza ciò che al pubblico è proibito a causa dei vincoli burocratici; 4) Aumento dei sistemi di controllo.

Voglio lanciare un quadruplo appello alle Istituzioni, ai sindacati, ed ai cittadini tutti:

Il primo, per la riapertura della scuola per infermieri a Sant’Omero, in omaggio a Suor Leonella, straordinaria donna, barbaramente uccisa, che ha tenuto alto il nome dell’Italia.

Il secondo, che le istituzioni preposte potenzino l’ospedale transfrontaliero di Sant’Omero, investendo i giusti fondi, per aumentare le risorse umane, sul serio e non a chiacchiere politico/sindacali, cioè con personale medico, paramedico, prorogando e stabilizzando a tempo indeterminato i lavoratori socialmente utili non prorogati e ne stabilizzati, da oltre 10 anni, dagli inadempienti comuni vibratiani, consigliando, inoltre, a lor sindaci, sindacati e politici tutti, un forte esame di coscienza, quasi da confessionale, che possa portarli a lavorare sulla progettualità, che da anni gli viene richiesta, sia dai cittadini, che dai lavoratori, e cioè, una piattaforma intercomunale di gestione unificata dei servizi pubblici, che faccia decollare una volta per tutte l’unione di comuni, con sede in Nereto, e che permetta l’assunzione dei lavoratori socialmente utili, sino ad oggi prorogati, che devono avere anche una formazione continua e permanente, in modo che i Governi regionale e nazionale, possano elargire risorse economiche appropriate, per garantire così, servizi efficienti, efficaci e di qualità, ai cittadini vibratiani che pagano da anni, fior di tasse, che non vogliono essere aggrediti da balzelli e da cartelle pazze, e che si aspettano, invece, risposte attive, fattive e risolutive, e nei limiti del possibile, la diminuzione delle stesse tasse.

Il terzo, è che la polis, il sindacato, e noi tutti, in sinergia, coesione e cooperazione iniziamo, come Svizzera, Belgio, Olanda, a far applicare e rispettare, l’art. 9 della carta dei diritti fondamentali della comunità europea, ratificato dal parlamento italiano il 4 marzo 2001, che dice: “in caso d’incapacità il medico deve tener conto dei desideri del malato”, sfatando così, una volta per tutte, l’autoritarismo di Stato, in piena solidarietà, con le sacrosante battaglie di Piergiorgio Welby, di Luana Englaro, ed altri nelle loro stesse situazioni di salute. Diciamo, una volta per tutte, un grande si, alla libertà di ricerca scientifica, al testamento biologico, all’eutanasia, e un grande no, all’accanimento terapeutico.

Il quarto, ed ultimo, è nel chiederVi un minuto di silenzio, appena avrò finito il mio intervento, in omaggio e nel ricordo di Luca Coscioni e Suor Leonella, due grandi pionieri, del diritto ad avere diritti, lanciando a chi governa, un messaggio della Beata Madre Maria Teresa di Calcutta: “non è necessario, che facciamo grandi cose, per mostrare un grande amore per il nostro prossimo, è l’intensità d’amore che mettiamo nei nostri gesti che li rende belli agli occhi di Dio”.

23/09/2006





        
  



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