Si è svolta ieri sera nella splendida cornice di Villa Boccabianca a Cupra Marittima, una serata di Gala con gli operatori del settore calzaturiero reduci dal Micam di Milano.

L’evento organizzato dall’Assindustria di Ascoli Piceno, Confindustria Macerata, Unione Industriali del Fermano, con la partecipazione dell’ICI (Istituto per il Commercio Estero), A.N.C.I. (Associazione nazionale calzaturifici italiani) Comitato ANCI per la Russia e i Paesi dell’Europa centro-orientale e il Patrocinio di Regione Marche, Camera di Commercio di Ascoli Piceno, Camera di Commercio di Macerata, ha visto riuniti gli operatori del settore calzaturiero locali insieme a 20 imprenditori provenienti dall’Ucraina e Bielorussia.

Il settore calzaturiero non sta attraversando un periodo florido, si tirano le somme e si contano i dati negativi.

 

“Nei primi 5 mesi del 2005- afferma il Presidente Anci Rossano Soldini al Micam il 21 settembre scorso- le esportazioni italiane di calzature hanno subito un ulteriore calo del –14,4% in quantità (quasi 20 milioni in meno rispetto a gennaio/maggio 2004) e del –4,3% in valore.

Di contro l’import (153 milioni di paia) è sostanzialmente rimasto sui livelli record dello scorso anno: nonostante il –3,1% in quantità siamo infatti ancora ben al di sopra (di un +17%) rispetto ai volumi dei primi 5 mesi di due anni fa.”

 

Evidenti le ripercussioni sia sul settore calzaturiero che sull’intera filiera pelle a cominciare dall’occupazione: nel 2004 in Italia sono stati persi 7400 addetti (oltre 2300 nel solo calzaturiero), nel 2005 in soli 6 mesi si sono già persi altri 5350 posti di lavoro (di cui 2800 nel calzaturiero).

Quali le soluzioni a questa “catastrofe” del settore calzaturiero?

 

Soldini continua:”Questi sono i provvedimenti che aiuteranno davvero il settore se adottati in

Europa in tempi brevissimi:

1)       obbligatorieta del marchio di origine per le merci prodotte fuori dalla UE (verrà data sicurezza d'acquisto al consumatore e rientrerà in Italia almeno e subito il 30% di ciò che ora e prodotto fuori e passa per "Italiano");

2)     conclusione urgente delle procedure antidumping, gia presentate, per ottenere dazi antidumping compensativi sulle calzature in pelle (che nei primi 4 mesi 2005 hanno avuto un incremento di import dalla Cina nella UE, scadute le quote, del +713%);

3)       riattivazione delle quote per le calzature in pelle, scadute il 31/12/2004. Dopo i 4 mesi diffusi a giugno non e stato divulgato nessun aggiornamento dei dati della sorveglianza delle voci uscite dalle quote: ciò e inaudito; temiamo che ci siano lobbies interne alla Commissione che frenano la pubblicazione dei dati;

4)       introduzione di un certificato europeo obbligatorio di importazione che sancisca il rispetto di condizioni ambientali, sociali e di tutela della salute.