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La Pro Loco non ci sta: «L'Amministrazione dimentica la storia di San Benedetto Martire»

San Benedetto del Tronto | Festa del patrono. L'associazione del presidente Marco Calvaresi sottolinea che nelle celebrazioni civili non c'è stato spazio per una rievocazione storica della vita del santo: un'idea avuta dalla Pro Loco ma mai presa in considerazione dal Comune.

di Marco Braccetti

(da sinistra) Rossi, Scartozzi, Calvaresi, Romani

«Sembra un Carnevale di Rio». Parole con cui il presidente della Pro Loco Marco Calvaresi stigmatizza il calendario della Festa del Patrono stilato dall'Amministrazione Comunale: «Durante i quattro giorni di festeggiamenti, francamente un po' troppi, non c'è stato nulla che abbia rimandato alla storia di San Benedetto Martire ed alle tradizioni della nostra città». In effetti anche negli opuscoli e nel materiale informativo prodotto dal Comune in occasione della ricorrenza, la storia del Santo patrono non è menzionata. Nel sito-web comunale invece ci sono dei riferimenti storici, ma sono alquanto lacunosi e non chiariscono alcuni aspetti chiave della vita del protettore della città.

Calvaresi espone le sue critiche nella serata di martedì 13 ottobre, durante una conviviale a cui hanno preso parte i referenti della Pro Loco, per Grottammare Umberto Scartozzi e per Porto d'Ascoli Sergio Rossi. Presente anche il dott. Giuseppe Romani, autore del libro "Benedetto" (per approfondimenti vedasi gli articoli correlati), che ha incantato i presenti con la sua cultura storica ed il suo eloquio forbito, ripercorrendo i tratti essenziali dell'esistenza del martire e spiegano come, spinto da una fortissima devozione popolare, sia diventato il patrono della città. «Noi siamo dei privilegiati - afferma uno dei presenti alla cena - ma sarebbe stato bello se l'intera cittadinanza avesse potuto godere di una così appassionante ricostruzione storico-sociale».

Il presidente ricorda che tra gli scopi principali che la sua associazione si era posta al momento della fondazione c'era proprio quello di collaborare gratuitamente con l'Amministrazione Comunale e organizzare insieme una rievocazione storica sulle fasi salienti della vita del santo. Una proposta che il Comune ha lasciato cadere nel vuoto. La mancanza di riferimenti diretti al martire nelle celebrazioni patronali sarebbe dunque l'ennesima presa di distanza del Comune dalla Pro Loco.

Una tesi che Calvaresi corrobora con un "aneddoto" che ruota intorno a Claudio De Santi nella doppia veste di vicepresidente dell'Associazione Marchigiana delle Rievocazioni Storiche - AMRS - (associazione che ha curato l'organizzazione della parata storica di sabato 10 ottobre) e di presidente regionale dell'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia. De Santi, insieme con Giovanni Martinelli (presidente dell'AMRS), avrebbe prospettato a due personaggi di primo piano dell'Amministrazione Gaspari l'idea di inserire nell'organizzazione dell'evento anche la Pro Loco, ma ci sarebbe stato un rigido rifiuto. Sembra dunque che a certi amministratori di Viale De Gasperi venga l'urticaria solo a sentir pronunciare il nome "Pro Loco". «Siamo arrivati al paradosso: - dichiara amareggiato Calvaresi - veniamo chiamati da Ascoli per curare insieme degli eventi mentre siamo ignorati dal nostro Comune».

Parole impegnative quelle del numero 1 della Pro Loco che paragona l'attuale Amministrazione Comunale alla decadenza dell'Impero Romano: «Quando si organizzavano giochi su giochi per non far pensare la gente e si curavano gli interessi di pochi a danno della collettività».

E si torna a parlare del mancato riconoscimento formale dell'associazione da parte del Comune: «Una scelta che non comprendiamo ma rispettiamo», sottolinea Calvaresi non nascondendo comunque la soddisfazione per la crescita continua del suo sodalizio: «Entro fine anno arriveremo a 2mila tesserati».

Dunque, dopo l'Itb, anche l'associazione del presidente Calvaresi si augura un cambio di maggioranza nel Comune di San Benedetto? Calvaresi non è drastico come Giuseppe Ricci ma auspica almeno un «cambio di mentalità».

Per evitare ulteriori polemiche e contrapposizioni quest'anno la Pro Loco ha deciso di non organizzare la cena in onore del santo patrono. Un'iniziativa che si sarebbe dovuta tenere per la seconda volta proprio il 13 ottobre e che lo scorso anno richiamò oltre cento persone, comprese autorità civili e militari, ma nessun rappresentante dell'Amministrazione sambenedettese. «Abbiamo risparmiato ad alcune persone l'imbarazzo di decidere se partecipare o no alla cena», commenta Calvaresi.

Le polemiche vengono accantonate dinanzi alla tragedia: Calvaresi si dice pienamente d'accordo con la decisione presa dal Comune di rinviare tutte le celebrazioni civili dopo la scomparsa di Maurizio Fagone, il marittimo sambenedettese tutt'ora disperso dopo il fortunale che nel pomeriggio di lunedì 12 ottobre ha investito la sua imbarcazione nei pressi del porto di Giulianova.

Tornando al calendario delle celebrazioni per San Benedetto Martire, il dott. Romani usa toni più concilianti, non risparmiando comunque qualche tirata d'orecchi a chi ha organizzato la festa patronale: «Ho accolto con simpatia il programma dei festeggiamenti di quest'anno, anche se ci sono dei difetti». Romani vede di buon occhio quello che considera un primo passo verso una tradizione da consolidare e portare avanti, anche se questo primo passo è stato compiuto con troppa superficialità.

L'autore di "Benedetto" auspica che venga creato un Centro Studi sulla figura di San Benedetto Martire e che ogni anno si organizzi un convegno per disquisire sugli aspetti della vita del santo che rimandano ai temi di stretta attualità. Di certo gli spunti non mancano. Due su tutti: Benedetto era un soldato romano convertito al cristianesimo. Un uomo dell'establishment pagano che aprì le sue braccia a Cristo, subendone le estreme conseguenze. E ci sarebbe dell'altro, ma basta questo per poter innescare una discussione sul rapporto tra Stato e Chiesa e sulle radici cristiane dell'Europa e dell'intero Occidente. Vi pare poco? 

14/10/2009





        
  



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