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Attività della Polizia di Stato per prevenire la diffusione delle droghe tra i giovani nelle scuole.

Teramo | Operazione della Questura. Hanno concorso anche unità cinofile aggregate dalla Questura di Ancona. Le Fiamme Gialle denunciano commercialista teramano di appropriazione indebita.

di Nicola Facciolini

forze ordine

Prosegue senza sosta la lotta delle forze dell’ordine contro il traffico di stupefacenti nella nostra provincia. La Questura di Teramo, nel corso della propria attività mirata a contrastare il noto e dannoso fenomeno della diffusione delle sostanze stupefacenti tra i giovani, ha attivato da settimane un piano di prevenzione della diffusione delle droghe tra i giovanissimi nelle scuole.

In collaborazione con direttori didattici, insegnanti e genitori. Attraverso pregressi contatti tenuti dall’Ufficio Minori con i dirigenti scolastici degli istituti di istruzione secondaria, è stato predisposto un calendario di interventi con agenti della Polizia di Stato in uniforme ed abito civile. Hanno concorso anche unità cinofile aggregate dalla Questura di Ancona, proprio per consentire servizi particolarmente approfonditi. Sia all’ingresso delle quattro scuole prescelte a Teramo, tutti istituti superiori, sia al termine delle lezioni, i poliziotti hanno effettuato controlli discreti e mirati.

Anche a seguito di detti controlli il corpo insegnante e i genitori, hanno espresso formalmente il plauso per l’iniziativa. Correlato all’attività di tutela per minori, è stato l’impegno per la ricerca di chi li possa rifornire: gli agenti e le unità cinofile hanno controllato su strada un’autovettura con due persone a bordo.

La stessa cercava di eludere il controllo degli agenti con manovre repentine e pericolose per la circolazione stradale poiché imboccava anche un divieto di accesso percorrendo così la via in senso contrario. Dopo un breve inseguimento, i giovani venivano raggiunti e la perquisizione al veicolo, con l’ausilio dei cani poliziotto, permetteva di rinvenire occultato sotto il rivestimento del sedile anteriore del guidatore, un involucro con all’interno tre grammi di hashish.

Durante la perquisizione domiciliare venivano trovati altri due grammi di hashish e materiale idoneo al confezionamento delle dosi. Il giovane che guidava e il proprietario dell’auto è stato così deferito all’Autorità Giudiziaria e, solo dopo attenti controlli e verifiche, gli Agenti hanno scoperto che aveva mentito sulla propria identità personale declinando le generalità del fratello, incensurato.

Il denunciato, N.F., diciannovenne del capoluogo, è stato denunciato anche per falsa attestazione dei propri dati anagrafici. Nell’ambito dell’attività di prevenzione nel mondo giovanile, sono stati individuati quattro giovani studenti minorenni che avevano depositato piccoli vermi uso esche da pesca all’interno di un autobus della linea di Teramo.

Gli stessi, che hanno ammesso le loro responsabilità, hanno riferito agli agenti di aver agito esclusivamente per fare una bravata e, redarguiti dai poliziotti, sono stati accompagnati alle rispettive scuole per l’ingresso alle lezioni scolastiche. Aveva trattenuto per sé circa 80 mila euro consegnatigli dai titolari di piccole imprese teramane affinché provvedesse al versamento delle imposte e dei contributi da loro dovuti al fisco e alla previdenza sociale.

Ma, grazie al brillante risultato scaturito dalle indagini eseguite dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Teramo, alla fine è stato denunciato un noto consulente fiscale e del lavoro del capoluogo aprutino. Che, a quanto pare, si rendeva disponibile a versare imposte e contributi gravanti sugli imprenditori di cui teneva la contabilità, salvo impadronirsi indebitamente di una quota rilevante del denaro che riceveva per l’occasione.

Le Fiamme Gialle della Compagnia di Teramo, su delega della locale Procura della Repubblica, sono stati incaricati di far luce sulla vicenda e, in particolare, sulla destinazione finale degli assegni che gli imprenditori consegnavano, nel tempo, al proprio ragioniere commercialista. Grazie agli accertamenti bancari, i finanzieri, ala comando del maggiore Roberto Di Mascio, hanno constatato che una percentuale sostanziosa delle somme è stata ingiustificatamente accreditata su conti correnti intestati alla moglie del professionista, piuttosto che essere impiegata per il pagamento degli oneri fiscali e contributivi.

Dopo la notifica dell’ennesima cartella esattoriale da parte degli enti concessionari per la riscossione dei tributi, i malcapitati imprenditori si sono rivolti all’autorità giudiziaria alla quale hanno sporto querela nei riguardi del professionista. “Grave – secondo l’accusa – l’atteggiamento del consulente che non esitava, più di una volta, a fabbricare falsi e inesistenti certificati di sgravio delle imposte e dei contributi non versati, riproducendo loghi, intestazioni e firme di funzionari di enti pubblici, allo scopo di tranquillizzare i propri clienti che, sempre più pressati dalle cartelle esattoriali, gli chiedevano spiegazioni di quanto stava accadendo”.

L’unico indagato, finora, per i reati di falso materiale commesso dal privato e di appropriazione indebita aggravata e continuata, rimane il consulente querelato, mentre la posizione della moglie, la cui condotta materiale ha senza dubbio agevolato la commissione del reato di appropriazione indebita, è stata sottoposta al vaglio dell’autorità giudiziaria competente. Ma potrebbe essere la classica punta dell’iceberg.

22/10/2007





        
  



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