Sequestrata discarica di circa 2.500 metri quadri di rifiuti pericolosi a Controguerra: "ospitava" 300 sacchi da 2 metri cubi cadauno di bossoli di cartucce esplose. Agli occhi elettronici dei sofisticati elicotteri NH500 della Guardia di Finanza, non sfugge nulla. E' il bilancio della brillante operazione di polizia ambientale a tutela della salute dei cittadini, svolta dai rispettivi comandi provinciali della Guardia di Finanza di Teramo e Pescara. Sempre pronti ed attivi nel monitoraggio del ricco patrimonio ambientale della Regione Abruzzo.

Il controllo all'interno di un'azienda, ubicata nel comune di Controguerra in provincia di Teramo, operante nel settore delle materie plastiche, avrebbe permesso ai finanzieri abruzzesi di rinvenire, oltre a varie tipologie di rifiuti di natura ferrosa, circa 300 sacchi da 2 metri cubi cadauno di bossoli di cartucce esplose. "I bossoli, provenienti da vari poligoni del centro Italia erano considerati dai responsabili dell'azienda come semplici rifiuti in plastica" - come informa una nota della Guardia di Finanza di Teramo.

L'operazione di polizia ambientale è stata pianificata nell'ambito degli accordi e delle direttive del Comitato Operativo Inquinamento Fluviale presieduto e promosso dal Prefetto di Teramo, Dott. Francesco Camerino, e sostenuto dal Comando Regionale Abruzzo della Guardia di Finanza diretto dal Generale di Brigata Angelo Antonio Quarato che ha assicurato la disponibilità sia della componente territoriale sia della componente specialistica aeronavale. Proprio nel corso di una delle numerose missioni di volo svolte dai militari della Sezione Aerea di Pescara con l'ausilio degli elicotteri NH500 dotati di sofisticate attrezzature, è stata individuata un'area su cui erano stoccati ingenti quantitativi di sacchi riversati direttamente sul terreno.

Alla luce di tali emergenze investigative i militari del Reparto Operativo Aeronavale di Pescara e del Comando Provinciale di Teramo hanno pianificato un intervento ispettivo per verificare il contenuto dei sacchi di plastica. Che in apparenza, secondo i finanzieri, "non avevano ragione di essere presenti nel perimetro aziendale".

"Sulle note descrittive della merce - spiegano al Comando Provincia di Teramo - non si teneva in alcun conto dei residui del fondello metallico e soprattutto, dei residui di piombo e polvere da sparo nonché del fulminato di mercurio presente nell'apparecchio di innesco". Il materiale, classificato pericoloso, è stato sottoposto a sequestro unitamente all'intera area di stoccaggio, di circa 2.500 metri quadri in attesa dei pertinenti controlli che la Magistratura aprutina, nel frattempo notiziata, vorrà effettuare.

Le indagini delle Fiamme Gialle di Pescara e della Tenenza di Nereto (Te) proseguiranno nei giorni prossimi per accertare l'esatta provenienza dei rifiuti, le responsabilità di eventuali altri soggetti oltre ai tre titolari dell'Azienda già deferiti alla Procura della Repubblica di Teramo per il reato di gestione di discarica di rifiuti pericolosi abusiva.