Traghettatore, così si autodefinisce il vecchio bomber Francesco Chimenti, è di nuovo riuscito nel suo intento: rimettere in carreggiata la malconcia Samb.

Questa volta è stato più difficile della altre volte. Nella drammatica situazione dell’anno passato ha avuto l’aiuto di esperti giocatori come Zanetti, Docente, Faieta e via dicendo, oggi aveva a disposizione un nugolo di “ragazzini” da sostenere mentalmente e, diciamola tutta, da inquadrare tatticamente. C’è riuscito facendo un po’ da chioccia, da psicologo, da capitano coraggioso che dà sicurezza e convinzione nei propri mezzi ai suoi uomini. Poi c’è voluta anche un pizzico di fortuna, di cui vi diremo.

Inquadrare tatticamente questa squadra è forse stata la cosa più difficile. Quindi per non sbagliare è andato sul “classico”, giocando con un 4-4-2. Forse chi cerca il pelo nell’uovo lo avrebbe chiamato 4-4-1-1 in quanto Olivieri, treqaurtista, è stato preferito a Momentè, però sempre di un classico si tratta, magari lo potremmo definire un “classico prudente”.

Il San Marino invece era senza grosse pretese. Con una sola punta e un centrocampo folto, faceva capire che, tutto sommato ,un punticino gli andava anche bene.

Se in campo si scontrano una Samb intenta a leccarsi le ferite dopo la cinquina di Salerno e un San Marino catenacciaro (perché di questo si tratta) che partita possiamo aspettarci. Si è così:una partita allo scotch . Cos’è una partita allo scotch? E’ una partita dove per tenere aperti gli occhi devi applicare alle palpebre, per non farle chiudere, lo scotch, appunto.

Comunque a fare gioco è stata solo la Samb. Gioco ordinato, anche se non sempre preciso, con movimenti ben studiati, schemi applicati con la dovuta attenzione. Mai una nota stonata, però mai un acuto, un lampo di fantasia. Insomma emozioni zero. Tiri in porta zero. Cross dalle fasce zero.

Il gol di Morante allora? Una enorme…cavolata della difesa del San Marino:sale per mettere in fuorigioco Morante ma Nossa rimane al palo e tiene in gioco il nostro centravanti. Comunque bravo e freddo Morante a superare il portiere e ad appoggiare in rete.

Ed ecco quel pizzico di fortuna che ha aiutato Chimenti.

Fatto il gol è stato abbastanza facile controllare gli ospiti, anche loro impacciati e confusionari a centrocampo,inconcludenti in avanti.

Sembrava fatta,ma non si deve dimenticare che questa è una squadra molto giovane, quindi poco esperta. Allora diventa difficile per loro gestire la palla nei momenti topici. Nei momenti di difficoltà l’unico schema conosciuto diventa: palla lunga e pedalare. La partita è così divenuto un incontro di ping pong , nessuno riesce a tenere la palla per più di due secondi.

In questo caos la difesa ha perso la bussola e inanella una serie di svarioni. Gli ultimi 10 minuti sono da quinto cerchio dell’inferno: immersi “nella lorda pozza” della palude Stige.

Ne usciamo fuori a fatica, anzi per grazia ricevuta. Una volta ci salva Consigli parando d’istinto con i piedi,una volta il guardialinee Pavan annullando un gol al San Marino per fuorigioco, fatto sta che con le unghie e con i denti riusciamo a carpire questi benedetti tre punti.

A questo punto Chimenti può beatamente gustarsi l’ennesima vittoria-miracolo e lasciare il cerino acceso nella mani di Ugolotti. Riuscirà il nostre eroe a non scottarsi? Tormenti lo aiuterà oppure lo lascerà ballare e ululare con il cerino in mano? Ai posteri l’ardua sentenza e domenica tutti a Giulianova per seguire gli sviluppi della storia del cerino. Meglio di un reality!