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Il futuro è servito, la scuola in tivù

San Benedetto del Tronto | Vita difficile degli insegnanti e destino della scuola italiana.

di Lucilio Santoni

Lucilio Santoni

Gli insegnanti stanno per essere spazzati via, finalmente. Proprio loro che rimangono l’ultima categoria “resistente” della società italiana, abituati come sono al malcostume di usare la testa per pensare, far di conto, assaporare gli sciocchi versi di una poesia o perdersi nella meraviglia degli astri.

Rimangono gli ultimi fastidiosi intralci a una società compiutamente felice e fascista, dopo che gli operai hanno adottato come nemico l’extracomunitario africano, i commercianti il cinese, gli impiegati lo stupratore rumeno, gli imprenditori il comunista travestito da moderato, ecc. Proviamo, quindi, a immaginare l’istruzione del futuro.

Le scuole non esisteranno più. I ragazzi dai sei ai diciotto anni staranno in casa tutta la mattina davanti alla tivù. Una tivù apposita, con diversi canali per le varie fasce di età. Senza spot pubblicitari, in quanto i programmi saranno essi stessi ininterrotti spot gestiti dagli sponsor. Gli insegnanti saranno ben pagati.

Le donne tutte veline, vallette e calendar girls esperte in pari opportunità. Gli uomini tutti anchormen, presentatori e ex crooner, in ogni caso esperti in finanza creativa. I libri non serviranno. Tutto risparmio per le famiglie. Le quali potranno anche meglio controllare i figli. Questi ultimi potranno allontanarsi temporaneamente dallo schermo solo un paio di volte ogni mattina, esclusivamente per andare al frigorifero e consumare i prodotti adeguatamente suggeriti dagli sponsor.

I vecchi edifici scolastici verranno utilizzati per le prove pratiche, una volta la settimana. Prove d’intelligenza alla Grande Fratello, balletti di alta accademia alla De Filippi, piagnistei d’autore alla Carrà, lecchinaggio artistico alla Vespa e, su tutte, le raffinate dimostrazioni di cultura generale e filosofia alla Mike Bongiorno, la cui foto campeggerà in ogni edificio al posto di quella ormai sorpassata del presidente della repubblica. È forse questa un’utopia? Nient’affatto. È la felicità a portata di mano, appena avremo liquidato gli ultimi attuali insegnanti.

08/10/2008





        
  



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