Dopo l'incontro con il Benevento, vinto dalla Samb con un rotondo 3-0,mi sono un pò gasato e mi sono lasciato andare a sogni e speranze da tifoso rossoblu. Storpiando una nota canzone di Toto Cotugno avevo detto:lasciatemi sognare sono un sambenedettese,un sambenedettese vero. Ovviamente ho evitato di menzionare la chitarra, anche perché con una chitarra in mano non mi ci vedo, sarei ridicolo. Ho però,involontariamente, toccato la suscettibilità di Pasquale Bergamaschi che mi ha puntato l'indice accusatore rimproverandomi,ovviamente non direttamente ma usando un plurale maiestatis.

Sostanzialmente di due cose:in primis (come lui usa dire) un giornalista non deve esser un tifoso, poi la mancanza di prudenza, perché la Samb è giovane e anche inesperta e potrebbe accadere come nel noto scioglilingua: chi troppo in alto va cade sovente precipitevolissimevolmente. Dopo questi rimproveri ho sentito il bisogno di una lunga meditazione. Più volte ho ripreso il manuale del giovane giornalista. Ma si, quello che ci spiega che all' estensore dell'articolo si impone di rispondere alle cinque W: who(chi?), what(che cosa?), where(dove?), when (quando?), why (perché?).

Ebbene con quel testo sacro in mano mi sono posto la fatidica domanda: essere o non essere un tifoso. Sono stato a macerarmi l'anima per una settimana, non è successo nulla. Poi quando tutto sembrava perduto, come nelle favole, per magia, si è materializzato l'evento illuminante e chiarificatore:la Samb fa 0-0 a Reggio Emilia, squadra che punta chiaramente alla serieB, mostrando un piglio da grande squadra.

Mi sono detto:forse l' etica professionale mi vieta di essere tifoso e giornalista? Ma chi l'ha detto!Dove sta scritto! Figurati! In Italia non esiste neanche una legge sul conflitto d'interessi,quindi posso fare quello che mi pare! Oppure no. Certo dopo l'incontro con la Reggiana mi sono gasato anche di più,forse dovrei scendere dalla nuvoletta dell' estasi e ragionare. Allora,con scientifica razionalità poniamo su due piatti distinti di una bilancia l'etica professionale e l'amore per la Samb.

Prendiamo l'incontro con il Benevento e mettiamo sul primo piatto, quello professionale,l' aver riconosciuto che la squadra campana, nonostante il 3-0, ci ha messo, per un certo periodo,alle corde e anche che il gol di Cigarini è stato furbesco, fortunato e bello ed infine che i rossoblu non sono stati entusiasmanti ma concreti. Bene ora mettiamo sull'altro piatto il fatto che mi sento un sambenedettese vero.

Osservo con attenzione la bilancia. Secondo me è in perfetto equilibrio. Lei che ne dice signora Etica? E in equilibrio anche per lei? Sto con la coscienza tranquilla,con buona pace per Bergamaschi. Ora affrontiamo in due battute il problema della prudenza.

Qual è la paura? Che questi giovani possano illudersi e poi subire rovesci che li riportino alla dura realtà e crollare psicologicamente? Se non lo avete capito questi giovani, a differenza di altri(vedi Fermana),hanno carattere da vendere e sanno dove vogliono arrivare:in alto. La sconfitta in casa con il Pesaro li ha forse demoralizzati? Neanche un pò ,anche perché Ballardini conosce benissimo i suoi pollastrelli e li sa responsabilizzare. Se questi ragazzi dovessero fallire i play off sarà semplicemente perché più di quello che hanno dato non avevano.

Continuo a dire che questa squadra deve puntare ai play off con entusiasmo perché l'entusiasmo è la pozione magica che trasforma i sogni in realtà.