Sabato 29 Novembre,  presso il Circolo Tennis di Monte-Urano, ha avuto luogo l'incontro di calcio a 5 tra l'A.C. Marche 2000 e l'A.S. Ciechi Capua, valevole per il campionato di serie A categoria NON VEDENTI (Cat. B1),campionato, a cui partecipano oltre alle sopra citate squadre: l'A.S. Disabili Roma 2000, la Polisportiva Priolese (NA),  l'A.S. CUS Lecce, l'A.S. Nuovi Orizzonti, Onlus Siracusa, la Liguria Calcio non Vedenti di Taggia (Imperia).

In pochi sanno di queste realtà, e di queste iniziative organizzate dalla FISD, Federazione Italiana Sport Disabili, che nulla hanno da invidiare alle competizioni che normalmente siamo abituati a seguire.

Le Marche erano schierate con: Marziali Michele, Vittori Cristiano, Lain Francesco, Capancioni Gianni, Giacomelli Simone (capitano ed attaccante della nazionale italiana non vedenti) e Damiani Lorenzo.

Una partita bella, ma beffarda per le Marche, che sono andate sotto di 2 reti e che non hanno sfruttato ben due occasioni di calcio di rigore.

Nulla da dire ai ragazzi di Capua, conviti e che si sono dimostrati capaci e corretti.

La partita è stata diretta dall'arbitro Luigi Matteucci, che oltre all'abilità tecnica, dimostra di possedere delle spiccate doti umane.

Classe 1965, sposato, ha tre figlie e una bambina adottata in Burkina Faso.

Ha cominciato la sua carriera da arbitro F.I.G.C., nel 1983 ed ha quasi 3000 gare ufficiali dirette tra calcio, calcio a 5, Federazione Italiana Sport Disabili e Sport Silenziosi.

Da quest'anno è anche il responsabile tecnico degli arbitri del C.S.I. Comitato Ascoli Piceno.

Da 10 anni, arbitra gare di calcio a 5 a livello nazionale ed internazionale di disabili, non vedenti e sordomuti.

 Cosa l' ha spinto ad arbitrare anche queste realtà così diverse?
 "Vedere coloro che soffrono, per handicap personali, esprimersi con gioia e voglia di vivere, è superiore alla gioia e alla voglia di vivere di chi ha la fortuna di essere <<normale>>.
Ciò, mi dà forza e mi rende orgolglioso, e mi fa riflettere sulle opportunità che ho avuto e apprezzare di più le piccole soddisfazioni che la vita mi offre."

 Quanto ha influito su queste scelte la formazione che ha ricevuto da ragazzo?
 "Tantissimo": sono tesserato da più di 30 anni, prima come calciatore, poi come arbitro; ho avuto la fortuna di crescere nell'oratorio della più grande parrocchia di Roma: Don Bosco Cinecittà.Sono stato animatore per le Polisportive Giovanili  Salesiane, esperienza che mi ha formato come giovane, padre e uomo."

 I media, molte volte ci mostrano una figura distorta dell'arbitro: si tralascia spesso l'importante ruolo educativo che dovrebbe esercitare l'arbitro a cominciare dai bambini. Lei come giudica tale ruolo?
 "Ogni arbitro, non gestisce un potere, ma esercita una garanzia! L'arbitro non è colui che punisce ma colui che fa rispettare il Regolamento.Al di sopra del Regolamento c'è però la propria umanità".

Avendo vissuto l'esperienza dei Salesiani, posso affermare che i bambini sono come le piante: se ne possiedi una fai in modo di curarla con amore e la leghi ad un tutore per assicurarle uno sviluppo diritto. Per i bambini l'arbitro ha la stessa funzione del tutore: è prima di tutto un educatore che li aiuta a crescere.

Cosa direbbe ad un giovane che vuole intraprendere la carriera da arbitro?
 "L'arbitro deve essere prima di tutto un esempio per i giovani, facendosi carico dei valori etici e morali indispensabili nella vita. Deve essere sempre imparziale e sempre pronto a svolgere quel ruolo educativo di cui parlavo prima."

Arbitrare realtà quali la FISD, o il CSI, ti permette di crescere dal punto di vista umano, bagaglio sfruttabile nella F.I.G.C. e in tutte le altre realtà.