Franca Branchesi, capogruppo consiliare della Margherita, anch'essa chiamata in causa dal collega di minoranza Beverati sulla questione dell'Eurosportello, precisa alcuni aspetti e respinge ogni addebito.

 

"Sulla vicenda dell’Eurosportello che sembra aver alimentato le ire giornalistiche del consigliere Giacomo Beverati e Gianfranco Mancini, corre l’obbligo di riportare gli accadimenti alla loro reale evoluzione che nulla hanno di tanto straordinario e sconcertante, se non un voto di astensione da parte dei colleghi di minoranza che poteva essere evitato, stanti le condizioni favorevoli per un migliore approfondimento e studio della proposta.

 

Ancora una volta sono chiamata, come gruppo consiliare della Margherita, a ribadire che le alleanze politiche e le coalizioni che ne scaturiscono non durano e vivono per fede proclamata ma per le convergenze condivise su programmi, proposte e iniziative ed in ciò risiede la libertà e la crescita dei gruppi politici ma anche dei singoli così come di coloro che, pur rivestendo ruoli rappresentativi, sono sempre chiamati a rispondere alla collettività, prima ancora di rendere conto al loro partito o elettorato.

 

Ad onore della verità nel dibattito consiliare di venerdì 29 novembre non si è consumata alcuna calunnia né insinuazione di interesse privato da parte della sottoscritta ed i verbali di quella seduta ne rendono prova certa. Al contrario si è semplicemente espresso il proprio pensiero pacatamente se una proposta che cinque consiglieri di minoranza non conoscevano perché non informati dai consiglieri proponenti anche essi di minoranza.

 

Problemi, dunque, di primogenitura? Fuoco di fila in consiglio comunale? Tentativo di fermare un partito troppo dinamico e propositivo? Niente di tutto questo. Le cose sono di gran lunga più semplici di quanto si possa immaginare: ad una proposta non conosciuta e condivisa, dopo i tentativi di tutti, maggioranza e minoranza, di evitare in quella seduta il voto proponendo il rinvio della proposta per un migliore approfondimento alla sesta commissione, il consigliere Beverati ha insistito per l’immediata approvazione seduta stante, facendo naufragare la sua stessa proposta.

 

In conclusione mi si consenta di dire che la politica, da sempre, non ha bisogno di sfoghi, di risentimenti personali, di sparate a zero, di emotività e di impulsività che rispondono più all’istinto che alla ragione, più a conti mal regolati che alla effettiva volontà di costruire partecipate e concrete proposte di crescita della città. Tutto il resto è tempo perso".