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Ancora un intervento sul funerale laico iniziato da Antonino Armata

San Benedetto del Tronto | Riprendiamoci le nostre case e le tradizioni sambenedettesi.

di Antonella Roncarolo

Vorrei entrare anch'io nel dibattito del funerale laico iniziato da Antonino Armata e proseguito poi dal cattolico Pietro Pompei. Poiché stimo ed ammiro ambedue, ritengo nobili e giuste le richieste di Armata, come del resto importanti quelle dettate dalla grande fede professata da Pompei.

Voglio rifarmi in questa sede alle tradizioni sambenedettesi in fatto di funerali che fanno riferimento poi alle consuetudini di un'Italia rurale ricca di riti suggestivi.

Ricordo ancora di aver accompagnato qualche volta mio padre e mia madre alla veglia di qualche loro conoscente e di aver trovato nelle case sambenedettesi addobbate a lutto, un'accoglienza serena con l'offerta di caffè e qualche caramella per i bambini. Spesso poi, allontanate per qualche momento le pie donne che, vestite di nero, masticavano i loro rosari, gli amici attorno alla salma ricordavano momenti divertenti passati con il caro estinto, rievocando anche episodi imbarazzanti o sonore gaffe che suscitavano risate in tutti i presenti.

Finita la veglia si passava poi al rito religioso con la benedizione del prete, la messa e la processione verso Via Conquiste, momento per noi bambini, divertentissimo perché potevamo scappare dal controllo dei genitori e correre verso la salita del Paese Alto.

Oggi, purtroppo, tutto ciò sta finendo, perché anche la morte ha perso la sua naturalità. Sempre più spesso si muore in ospedale, attaccati a macchine a volte inutili. E i freddi tavoli dell'obitorio, nelle tristi stanzine non sono certo la cornice adatta per ricordare la vita comunque felice di chi ci ha lasciati, ma riescono  solo a rattristare ancora di più il momento del trapasso.

Quindi caro Pietro sono d'accordo con te quando dici ad Antonino di lasciar perdere la Palazzina Azzurra. Riprendiamoci, invece, le nostre case, i nostri amici e una buona tazza di caffè, perché la morte comunque ci trovi sempre vivi.      

13/06/2003





        
  



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