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Il voto elettorale secondo il Dr. Vincenzo Rosini, coordinatore provinciale Lega Nord Marche

Ascoli Piceno | Pessima gestione del centrodestra, candidatura del PRC e approvazione della provincia di Fermo sono, secondo Rosini, le condizioni che hanno reso possibile la vittoria del centrosinistra.

di Vincenzo Rosini*

L’esito delle elezioni provinciali del 12-13 giugno 2004 sono la risultante di tre condizioni favorevoli al centrosinistra determinatesi in buona parte al di fuori quadro locale.
 
         La prima condizione, avuta in dono dagli avversari, poggia sulla pessima gestione amministrativa del centrodestra a livello dei comuni più grandi. La paura dell’elettorato di vedere piombare l’amministrazione provinciale in un caos di strategia politica e di gestione dell’ente, come ad esempio nella S. Benedetto del Sindaco Martinelli, ha spostato una fetta consistente dell’elettorato.
 
         La seconda condizione, imposta dai vertici nazionali dei partiti, è rappresentata dalla candidatura PRC e dal forte segno di discontinuità rispetto all’amministrazione Colonnella che detta candidatura ha comportato. Non si dimentichi che con Colonnella il Partito della Rifondazione Comunista era all’opposizione mentre oggi è alla guida della coalizione di centrosinistra. Colonnella e Rossi non si assomigliano per niente e il cittadino spera che l’attivismo amministrativo virtuoso mostrato da Rossi a Grottammare possa sostituire, a livello provinciale, la gestione farraginosa ed inconcludente di stampo Colonnella.
 
         La terza condizione, piovuta da palazzo Madama, è la approvazione della provincia di Fermo. Il compito di creare il nuovo ente e di ristrutturare quello che resterà della provincia di Ascoli sarà titanico; con quale spirito affidare l’improbo compito ad un candidato presidente privo di qualsiasi esperienza amministrativa locale come Scaltritti, con accanto una classe dirigente ancora inesperta e di non eccelsa qualità e con una prospettiva di travagliato governo, in coabitazione con il Commissario per l’istituzione del nuovo ente, prima dello scioglimento auspicabilmente anticipato del consiglio provinciale?
 
         Se, dunque, la vittoria del centrosinistra poggia in parte su eventi esterni e non controllabili localmente e sul demerito politico-amministrativo degli avversari politici locali, il centrodestra si appresta ad inanellare una serie impressionanti di sconfitte che già si preannunciano cocenti ed inevitabili: le elezioni regionali del 2005 e quelle comunali di S. Benedetto e di Fermo del 2006.
 
 
Ma vi sono soluzioni per i due schieramenti?
 
1) A sinistra toccherà a Massimo Rossi differenziare il proprio mandato rispetto a quello del suo predecessore nella consapevolezza che al DS Colonnella si è perdonato tutto, ma che ad un “forestiero” di Rifondazione si riserverà “aeterna auctoritas”; in pratica non basterà a Rossi il pareggio stentato, servirà la vittoria piena per superare indenne l’ardua prova.
 
 2) A destra lo scenario appare addirittura desolante. Lo scarto tra elezioni europee ed elezioni provinciali lo dimostra chiaramente; tutti puniti i partiti della CdL nelle consultazioni locali ad eccezione della Lega Nord che raddoppia il proprio consenso nelle amministrative rispetto al dato europeo. Con la recente sconfitta elettorale da metabolizzare, con l’estate 2004 al via, con le regionali di primavera 2005 e l’estate che segue, siamo già a ridosso della paralisi amministrativa che fisiologicamente si registrerà a cavallo del 2005/2006 per le elezioni comunali.  Ed è subito sera. 
 
         Sarebbe a S. Benedetto il caso di farla finita e rimandare subito Martinelli a casa con lo slancio spirituale del “giovine Werther” che “libertà va cercando che è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”?
 

24/06/2004





        
  



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