Al prossimo consiglio provinciale è inserito un particolare ordine del girono che merita una attenta riflessione: “adesione della Provincia di Ascoli Piceno all’associazione Rete del Nuovo Municipio”.

A parte le spese considerevoli che ciò comporta (€ 4.000 per l’adesione, da aggiungere ai 5.000 già spesi, più i costi indefiniti per “ricerche, indagini, approfondimenti ed incontri”), è interessante cogliere i contenuti profondi degli intenti di tale associazione, contemplati in una “carta” che discende dal World Social Forum di Porto Alegre nel 2002.

Il Nuovo Municipio propugnato sovverte totalmente i principi della municipalità come la conosciamo e come storicamente si è affermata nel corso del tempo. Si presenta come una “diversa forma della democrazia… scritta nelle azioni buone e positive effettivamente condotte”.

La formula sembra accattivante, ma la realtà è ben diversa. Innanzitutto il Nuovo Municipio si propone di attivare le “energie endogene dei soggetti locali auto-organizzati” e non si tratta delle forme associative già operanti nella comunità civica e di concerto con la stessa, come è consuetudine nel municipalismo tradizionale, ma di quei gruppi che, nel caso in cui il Nuovo Municipio non trovi un sostrato favorevole, siano pronti a costituire i “nuovi Contro Municipi organizzati dal basso”, propugnando la “gestione creativa dei conflitti” cioè mettendo in atto antidemocratiche “forme di resistenza, dissenso e conflitto sociale” che si concretizzano in processi di “riappropriazione” quali “l’auto-recupero, l’auto-costruzione, luoghi alternativi di socialità” (alias centri sociali) e occupazione” (!) cioè quelle forme che nella vecchia democrazia vengono definite furto, appropriazione indebita, violazione di domicilio ecc. Questa è pura eversione!

Non solo, ma il Nuovo Municipio si propone anche di “attivare politiche urbane di valorizzazione della città della differenza (età, genere, cultura, provenienza, linguaggio, stile di vita, preferenza sessuale)” il tutto all’insegna dell’auto-gestione; questa è semplice anarchia.

E la Provincia del presidente Rossi aderisce e cavalca questa “onda” che, come afferma Pierluigi Sullo, ex giornalista del Manifesto e oggi direttore di “Carta”, “è iniziata in Chapas, poi è passata per Seattle, Porto Alegre ed è approdata a Grottammare”! In altre parole il presidente della Provincia di Ascoli viene riconosciuto quale esponente di primo piano nel pianeta no-global, Social Forum, Centro Sociali, auto-gestioni, occupazioni, ecc.

La meraviglia ultima è rappresentata dal fatto che è l’ass. Maroni a proporre la delibera! Lui che in apparenza è sempre stato ligio alla ortodossia cattolica, ossequioso come nessun altro verso la gerarchia ecclesiastica, è diventato un propugnatore di progetti disgreganti e dissacranti.

Sapevamo che si poteva ragionare con la testa oppure con i piedi; oggi sappiamo che si può fare esercizio d’intelletto con il fondoschiena sostenuto da una comoda poltrona che offre ricche prebende.