“A volte Alleanza Nazionale non si sa con chi stia. Quella di stasera è una forzatura. E voglio ricordare ai consiglieri che l’hanno promossa che anche loro avevano votato la delibera di indirizzo per la vendita delle scuole. Avevamo anche avuto diverse riunioni di maggioranza, sempre con lo stesso rapporto di stasera: i tre consiglieri di AN contro tutti gli altri. Ma se siamo in democrazia questi tre dovevano rimettersi alla volontà della maggioranza della maggioranza. Invece no. È un fatto molto grave, che avrà delle ripercussioni. Io questo non lo accetto. Non escludo ripercussioni sull’amministrazione comunale.”

 

Mentre pronunciava queste parole, durante il consiglio comunale di lunedì 2 maggio, il sindaco di San Benedetto Martinelli aveva alla sua destra il presidente del consiglio Giorgio De Vecchis e alla sua sinistra il vicesindaco Pasqualino Piunti, ambedue di Alleanza Nazionale. Se non una scena da Golgota, quasi.

 

Piunti aveva smentito alcuni mesi fa di aver ordito la mozione di sfiducia presentata dal consigliere Chiarini, con le firme, tra le altre, dei consiglieri di AN Eldea Angellotti e Stefano Nico. Resta che tra Piunti e Martinelli non corre certo buon sangue.

 

Il consiglio comunale è finito alle 2,30. Il giorno dopo Martinelli non si è visto in Comune, ma non certo per un giorno di ferie. Era già al lavoro. Con un bersaglio preciso, dopo aver scartato prima l’ipotesi Piunti, poi quella Vignoli (assessore al bilancio, coordinatore comunale di AN): il presidente del consiglio De Vecchis. Che il coordinatore comunale di Forza Italia Luigi Capriotti definisce oggi in un comunicato stampa “soggetto altamente destabilizzante ed inaffidabile all’interno della maggioranza”.

 

Il sindaco ha aperto la sua rubrica alla lettera “D”: Di Francesco Antimo, capogruppo della Margherita in consiglio comunale. Prima la telefonata, poi l’incontro dal vivo.

 

Ma siccome non rientra nei poteri del sindaco nominare o rimuovere il presidente del consiglio, ma al consiglio comunale stesso, sembra che in parallelo alla telefonata sia stato sguinzagliato il consigliere di Forza Italia Michele Bagalini, fedelissimo del sindaco, a raccogliere le firme tra i suoi colleghi, per raggiungere l’obiettivo. Naturalmente i voti dell’attuale maggioranza non sarebbero sufficienti. Sopperirà l’opposizione, determinando l’annunciata reazione di AN, ovvero una mozione di sfiducia e la caduta della giunta Martinelli?

 

Interrogato sulla sua presunta missione, Bagalini fornisce una risposta – “no comment” – che ha qualcosa in comune con l’opera d’arte secondo Kant: dà da pensare.