Fiaccole, vesti, stanze, mestieri. Voci, melodie, parole, rumori.

 

Tutto, dalle luci ai suoni, perfino agli odori, racconta storie antiche, in cui rivive il passato del vecchio borgo.

 

Questo è Città Medioevo, la manifestazione che per la tredicesima volta ravviverà il centro storico ed aprirà la strada alla Contesa del Secchio.

 

Una tre giorni, come sempre tra il giovedì e il sabato dell’ultima settimana di luglio, in cui tutto il centro si vestirà di storia, raccontando le radici della città. Rivivranno armati, nobili, speziali, filatori e mille altri mestieri di un tempo che fu.

 

Ma oltre ai consueti spazi del centro adibiti a botteghe medievali, ai costumi dell’epoca e alle scene suggestive preparate dalle contrade, la Città Medioevo 2005 segnerà un vero punto di svolta. Per la prima volta, infatti, un fil rouge andrà a legare le diverse rappresentazioni in un’unica atmosfera, su cui iniziano a svelarsi i primi particolari.

 

Con la cura di un regista e due storici, la manifestazione ruoterà quest’anno intorno al tema della peste. Dall’angoscia e dal lutto alla purificazione e alla festa. Dall’incombere della morte al trionfo della vita. In una città piagata dal male, farà il suo arrivo nella prima serata un misterioso straniero. Una figura enigmatica che annuncerà la fine dell’epidemia e l’ora del ritorno alla normalità. Sarà accolto tra le mura, tra la benevolenza di una parte della città e la diffidenza di un’altra.

 

Nella seconda serata, la gente del borgo, ancora divisa sull’identità dell’enigmatico avventore, si unirà in una processione religiosa a partecipazione collettiva. Il sabato, infine, segnerà il ritorno alla normalità e la festa per la vittoria definitiva sull’epidemia, oltre allo svelamento dell’identità dello straniero.

 

Una Città Medioevo mai uguale a se stessa, dunque, in cui ogni serata avrà una storia ed un’evoluzione differente, passando in tre giorni dal pessimismo alla curiosità al tripudio. Oltre al tema della peste, si è deciso quest’anno di attribuire ad ogni contrada una precisa caratterizzazione. Partendo dalla simbologia degli stemmi, ad ogni parte del centro è stata data un’identità ben definita. L’aquila di San Giovanni ha così ispirato l’onore, la nobiltà, le armi; il giglio di Santa Maria rappresenterà invece la purezza e l’accoglienza, con una scenografia in cui dominerà il bianco; la contrada San Martino, con il suo cavallo, andrà a simboleggiare la libertà, la potenza, la follia; lo scorpione di Sant’Elpidio rappresenterà infine il mistero e la magia, in un’atmosfera che vedrà dominare il nero e l’oscurità.

 

A due mesi dall’evento, sono queste per ora le indiscrezioni trapelate sulla tredicesima Città Medioevo. Ma per conoscere gli scenari suggestivi di una Sant’Elpidio ai tempi della peste e svelare la misteriosa identità dello straniero, non resta che aspettare le magiche serate del 28, 29 e 30 luglio.