Il piano regolatore di Fermo, dopo lunga attesa, ha fatto ritorno in patria, con l’approvazione in consiglio provinciale di giovedì 9 marzo. Dopo le dure polemiche, accuse reciproche e discussioni di questi anni che avevano visto protagonisti l’Amministrazione provinciale ascolana e quella comunale di Fermo, sembrava il momento per la chiusura delle ostilità. Invece, dal capoluogo della quinta provincia marchigiana piovono ancora critiche verso la giunta Rossi, accusata di aver rallentato i tempi per impedire uno sviluppo rapido della città fermana.

L’assessore all’urbanistica di Fermo Andrea Zaccarelli, ad esempio, ha insistito sull’atteggiamento di eccessivo puntiglio dei tecnici ascolani. “Ci hanno fatto le pulci su ogni minimo dettaglio – ha attaccato – Abbiamo assecondato ogni loro richiesta e fatto tutto il possibile per velocizzare i tempi. Da parte loro c’è stata una meticolosità che in altre occasioni non avevano dimostrato. Poi è stato molto triste che i consiglieri del fermano, i più interessati ad intervenire nella votazione dell’altro giorno, abbiano preferito disertare la votazione di giovedì, rischiando di far mancare il numero legale”. Severa anche Franca Romagnoli, commissario provinciale di An, che ha commentato le modifiche ed i tagli apportati al piano dopo le circa 1.000 osservazioni.

“Decurtazioni in parte ideologiche: è stato inibito lo sviluppo di alcune aree. Se il piano non incontrerà le necessità dei cittadini sarà colpa della Provincia”. Dall’altra parte della barricata, il presidente provinciale Massimo Rossi difende il lavoro della propria amministrazione. “Mai avuto desiderio di rallentare lo sviluppo di Fermo e del fermano, il lavoro che stiamo facendo lo dimostra. Anzi, da parte nostra si è fatto il possibile per non allungare i tempi. Serve buon senso da parte di chi ricopre un ruolo istituzionale, per evitare polemiche pretestuose. Non si può raccontare ai cittadini che un organo istituzionale si comporti deliberatamente contro una cittadinanza solo per ragioni di parte. L’istruttoria tecnica non coinvolge i politici, è stata effettuata accuratamente da tecnici riconosciuti per capacità e competenza”. E chissà che non sia il capitolo finale della lunga battaglia mediatica tra Fermo ed Ascoli.