DI CESARE CATA', FILOSOFO E SCRITTORE SANGIORGESE

Guardando alla finestra e alla televisione, oggi, mi trovo egualmente spaesato. Una situazione politica anomala e aberrante mi si presenta di fronte, in Italia come nella mia città, Porto San Giorgio. Una situazione per molti versi repellente, in cui chi governa lo fa a prescindere (e spesso a discapito) di chi è governato. Sulla situazione nazionale avremo modo presto di reagire, noi della Cdl, in molti modi, nelle prossime settimane. Intanto mi sembra doverosa una riflessione a livello locale. Amo troppo la Marca di Fermo per tacere. Non credo che la situazione della Amministrazione sangiorgese sia ulteriormente tollerabile. E non lo dico come appassionato di Destra, ma come neutro cittadino osservatore.

Quello che oggi si chiede al Sindaco di Porto San Giorgio (e alla parte “superstite” dell’attuale Giunta cittadina) è semplicemente un atto di dignità e coerenza. Amministrare un paese significa rappresentare, con una maggioranza, la volontà degli elettori. È il principio base di ogni democrazia. Oggi questa maggioranza, a Porto San Giorgio, come appare cristallinamente sotto gli occhi di tutti – non c’è più. Molti Assessori che componevano la Giunta originaria sono caduti uno dopo l’altro come pere mature, lasciando spoglio l’albero dell’Amministrazione sangiorgese, che oggi appare davvero poco presentabile. Senza più frutti, i rami sono secchi, ormai. È ridicolo che, dopo l’ennesima incapacità governativa che ha portato anche RC a negare l’appoggio alla maggioranza, oggi l’Amministrazione si muova nel tentativo di “raccattare” pezzi ormai messi da parte per logiche di potere, come i Comunisti Italiani.

Prendendo atto che l’attuale maggioranza non è tale, oggi le dimissioni da parte del Sindaco sembrano ormai un fatto dovuto: un gesto di rispetto nei confronti di una cittadinanza che quest’Amministrazione non rappresenta più. Il rottame dell’Amministrazione che oggi rimane non è rappresentativo della cittadinanza elettorale. Questo è un fatto innegabile. Il rimanere oggi in carica da parte del Sindaco, nonostante questo stato di cose, significa allora dimostrare di non aver cura, né rispetto, nei confronti di Porto San Giorgio. Significa dimostrare di possedere una concezione affaristica della politica (conformemente al partito di provenienza), nella quale, pur di rimanere al potere in determinate poltrone, non si fanno più i conti con il reale, con il Bene del paese.

Oggi passano in secondo piano le denunce che ormai più volte ho portato avanti sulla conduzione della Cultura a San Giorgio, e alle quali oggi non pochi si associano: lo spreco di denaro per manifestazioni vuote e partitiche, la dimenticanza di nostri personaggi come Lugano Bazzani, il dover sorbire eventi di estrema sinistra, come un convegno dedicato a un criminale di guerra, il mercenario Ernesto Che Guevara. Perché oggi c’è qualcosa di più urgente. Ne va della dignità del paese. Un paese stupendo e vivo come Porto San Giorgio, che oggi da più parti chiede un’alternativa nuova e vera a questa Amministrazione-fantoccio. Un paese che rumoreggia fuori dalla Sala del Consiglio Comunale, mentre dentro il Sindaco rischia di sentirsi sempre più solo, ormai in compagnia soltanto di pochi amici e compagni (d’affari): senza assessori, senza consiglieri, senza presidente del consiglio. E certo senza la città.