"Ancora un ennesimo avvenimento antipopolare da parte dell'Amministrazione del nostro paese." Intervengono cosi i Giorgesi a proposito dell'abbattimento di 5 pini a ridosso del rilevato ferroviario lungo via XX Settembre, ampliando la polemica così esprimendosi: " Si poteva certamente intervenire diversamente per la riqualificazione del vicino sottopasso senza dover sacrificare quei 5 pini che facevano parte della maggiore preziosità rimasta al nostro paese: il verde, la vegetazione, copiosi a Porto San Giorgio e convincente biglietto da visita per quei pochi turisti rimasti.

Ma la cosa più grave è che proprio due soggetti politici legati e non, in una posizione ambigua, alla maggioranza, nella fattispecie il dott. Loreto Del Giovane e il sig. Pietro Dionisi, si lamentino pubblicamente delle contestabili operazioni d'essa. Questi signori, che anche in altre innumerevoli discutibili occasioni, hanno esternato le loro critiche all'Amministrazione per molte sciagurate iniziative (l'affare Canossiane, la recente costruzione di edifici sulla collina, la richiesta di dimissioni dell'Assessore Elio Raccichini per l'area Oasi, la faccenda Corvaro, le costruzioni in viale Cavallotti, eccetera), si sono accollati la responsabilità di averle tuttavia avallate, pur avendo tutti gli strumenti adatti per mandare a casa l'attuale coalizione amministrativa; ad esempio l'appoggio dato durante la recente approvazione del bilancio.

La collettività sangiorgese è veramente stufa di tanta teatrale politica, una politica a dir troppo da operetta di basso rango che, tuttavia, produce drammatiche conseguenze a discapito del paese. Incoerente e quindi ingiustificabile posizione la loro, come appare timida e remissiva la posizione dei Verdi che hanno avuto pavida ed irrilevante reazione alla luce di quest'ultimo fatto. E non si venga a rispondere, come molte volte avviene, che la Giorgeseria parla con toni demagogici e populisti, sarebbe un luogo comune per chi manca di fantasia e di argomenti chiari alla controreplica; i Giorgesi, attenti osservatori ed effettivi componenti della società e della realtà locale, parlano con l'indignata voce di una collettività semplice e onesta che bada ai fatti e non alle ampollose discussioni di palazzo. Dov'è finita la reazione della cultura locale di fronte a tante arroganze? Perché tanto rassegnato silenzio?

Gli uomini di cultura dovrebbero essere i primi a prendere una dura posizione davanti a scelte che dissacrano il buon senso oltre a far rovina di tutto ciò che di buono abbiamo ereditato. Ma forse preferiscono pavoneggiarsi, sordi, fra neovittoriane scritture di seconda di copertina, omaggiandosi reciprocamente autoreferenziati onori, chiusi fra le umanistiche e solide mura di quell'edificio che, in tempi migliori, rappresentava il nostro paese."