Cellule staminali alla Università di Teramo: la programmazione cellulare. Conferenza internazionale.
Teramo | La Programmazione Cellulare è la nuova frontiera nello studio delle cellule staminali. Illustri scienziati giovedì 13 e venerdì 14 novembre 2008 nella Sala delle lauree della Facoltà di Giurisprudenza:Cell decision in development and stem cell function.
di Nicola Facciolini

Sarà la rivoluzione medico-genetica del 21° Secolo in grado un giorno di aiutarci a sconfiggere tutte le malattie: la programmazione cellulare come strumento nello sviluppo e nella funzione delle cellule staminali totipotenti.
Mentre il neo eletto presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Hussein Obama, medita sulla "riforma" legislativa americana volta a stravolgere dalle fondamenta l'era Bush in tema di finanziamento pubblico alla ricerca, la programmazione cellulare sarà al centro del convegno internazionale all'Università di Teramo (Campus Sant'Agostino): "Cell decision in development and stem cell function", che si terrà giovedì 13 e venerdì 14 novembre nella Sala delle lauree della Facoltà di Giurisprudenza. Come informa una nota ufficiale i numerosi studiosi provenienti da tutto il mondo - e che da anni sono collegati con le attività di ricerca sulle biotecnologie dell'Università degli Studi di Teramo - approfondiranno i meccanismi che regolano le cellule staminali e il loro utilizzo nelle terapie rigenerative anche sugli animali, con il conseguente vantaggio di acquisire risultati preclinici utili per la loro applicazione sull'uomo.
«Lo studio sulle cellule staminali - ha commentato il rettore Mauro Mattioli, ordinario di fisiologia veterinaria - così come accaduto con la clonazione ai tempi della pecora Dolly, desta preoccupazione in ampi settori della società. I risultati che vengono trattati in questo simposio dimostrano come lo studio, la conoscenza e l'approfondimento, che sono alla base delle attività di ricerca, sono gli unici elementi in grado di dare risposte anche a temi di portata etica. Infatti la ricerca sulle cellule staminali ha permesso di individuare meccanismi attraverso i quali è possibile utilizzare cellule di provenienza non embrionale e programmarle per ottenere le stesse funzioni delle cellule staminali, con gli stessi risultati in termini di rigenerazione dei tessuti danneggiati».
«Durante il convegno - ha aggiunto Barbara Barboni, presidente del Corso di laurea magistrale in Biotecnologie della riproduzione - saranno presentati i risultati delle ricerche avviate sull'uso di nuove fonti di cellule staminali, come quelle derivate dal liquido amniotico, sulle quali insiste una collaborazione di ricerca tra l'Università di Teramo e l'Università di Chieti-Pescara».
Il convegno Cell decision in development and stem cell function si aprirà giovedì 13 novembre alle ore 10, con la sessione dedicata alla Programmazione cellulare durante la formazione del gamete. Interverranno Harry Moore, dell'Università britannica di Sheffield, Saadi Khochbin, dell'Università francese Joseph Fuorier di Grenoble, Paola Palestini, dell'Università "La Bicocca" di Milano, Barbara Barboni, Grazyna Ptak e Mauro Maccarrone, dell'Università di Teramo.
La sessione pomeridiana, dedicata alla Programmazione cellulare nel processo embrionale e la funzione delle cellule staminali, inizierà alle ore 15. Interverranno Sheena Lewis, dell'Università di Belfast in Gran Bretagna, Luca Gianaroli, della Società Italiana di Studi di Medicina della Riproduzione, Kevin Sinclair, dell'Università britannica di Nottingham, Myriam Hemberger, del Babraham Institute di Cambridge, Anna Bigas, dell'Istituto per la ricerca biomedica Idibell di Barcellona, Pasqualino Loi, dell'Ateneo di Teramo.
La mattinata di venerdì 14 novembre sarà dedicata al tema Cellule staminali nella medicina della riproduzione: dallo studio preclinico all'applicazione clinica. Interverranno Cesare Galli, dell'Università di Bologna, Wayne Mcllwraith, dell'Università statunintense del Colorado, Antonio Crovace, dell'Università di Bari, Lucio Petrizzi e Aurelio Muttini, dell'Università di Teramo.
Tecnologie avanzate nella medicina della riproduzione è il tema dell'ultima sessione dei lavori che si terrà a partire dalle ore 15. Interverranno Liborio Stuppia e Stefano Tetè, dell'Università "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara, Amir Arav, dell'Università israeliana di Rechovot, Elizaveta Kon, degli Istituti Ortopedici Rizzoli, Alessandra Gambacurta, dell'Università di Roma Tor Vergata, e Alessia Colosimo, dell'Ateneo di Teramo.
Una conferenza molto importante anche per il mondo cattolico. Secondo la scienza ufficiale, "le cellule staminali sono cellule non specializzate in grado di dividersi dando origine contemporaneamente ad una cellula staminale (uguale alla cellula madre) ed una cellula precursore di una progenie cellulare che alla fine darà a sua volta origine a cellule terminalmente differenziate (mature).
Si definiscono totipotenti le cellule staminali che possono dar luogo a tutti i tessuti, multi (o pluri) potenti quelle che possono dar luogo ad alcuni tipi cellulari o tessuti ed unipotenti, quelle che possono dar luogo soltanto ad un tipo cellulare. Possono pertanto crescere o differenziarsi in diverse cellule/diversi tessuti del corpo. Vere e proprie cellule progenitrici, si trovano, oltre che nell'embrione, nel midollo osseo, nel cordone ombelicale e in una piccola riserva nel cervello adulto.
Le cellule staminali sono capaci di autorinnovarsi, cioè dividersi conservando le medesime caratteristiche della cellula madre, e, all'occorrenza, generano cellule cosiddette "differenziate", capaci di svolgere una specifica funzione nel distretto del corpo che ha necessità di rinnovare in parte o totalmente il suo patrimonio cellulare. Sono quindi una "riserva", che in condizioni normali nell'organismo adulto sono quiescenti, cioè a riposo, e si attivano a seconda delle necessità.
Una tappa fondamentale della biologia applicata è stata la capacità di isolarle, caratterizzarle, comprenderne in parte i meccanismi di funzionamento (proliferazione e differenziazione). Le cellule staminali possono essere prelevate dall'organismo adulto o neonatale, nel quale sono presenti come cellule "residenti" (es. il midollo osseo che produce le cellule del sangue), o circolanti per breve tempo (es. cordone ombelicale).
Recente è l'isolamento delle cellule staminali embrionali, che si trovano nella zona compatta delle blastocisti. Molte autorità scientifiche ritengono che tali cellule possiedano potenzialità proliferative e capacità differenziative ben maggiori rispetto alla controparte adulta o neonatale. La ricerca nel campo delle cellule staminali e embrionali umane si ritiene attualmente fondamentale per la risoluzione della maggior parte delle patologie che richiedano la "sostituzione" di cellule malate con cellule rinnovate e perfettamente funzionanti.
Il prelievo di cellule embrionali può sollevare e di fatto solleva serie riserve nella misura in cui comporta un danno per il donatore, in questo caso l'embrione umano. Da questo punto di vista, secondo gli scienziati non ci sono difficoltà etiche insormontabili per l'uso di materiale raccolto da feti abortiti in modo spontaneo.
Nel caso di utilizzazione di embrioni o feti abortiti in modo volontario, ci si pone nel contesto ben collaudato della donazione di organi e tessuti da cadavere, ma deve rimanere ferma la garanzia che non ci sia alcun rapporto di causalità o di accordo tra l'équipe medica che provoca l'aborto e quella biomedica che utilizza le cellule staminali embrionali; né il motivo, né i tempi di intervento in relazione alla gestazione, né le modalità di esecuzione degli aborti volontari dovrebbero risultare condizionati dalla necessità del programma di ricerca". Infatti la vita della persona è sacra fin dal concepimento.
Mentre il neo eletto presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Hussein Obama, medita sulla "riforma" legislativa americana volta a stravolgere dalle fondamenta l'era Bush in tema di finanziamento pubblico alla ricerca, la programmazione cellulare sarà al centro del convegno internazionale all'Università di Teramo (Campus Sant'Agostino): "Cell decision in development and stem cell function", che si terrà giovedì 13 e venerdì 14 novembre nella Sala delle lauree della Facoltà di Giurisprudenza. Come informa una nota ufficiale i numerosi studiosi provenienti da tutto il mondo - e che da anni sono collegati con le attività di ricerca sulle biotecnologie dell'Università degli Studi di Teramo - approfondiranno i meccanismi che regolano le cellule staminali e il loro utilizzo nelle terapie rigenerative anche sugli animali, con il conseguente vantaggio di acquisire risultati preclinici utili per la loro applicazione sull'uomo.
«Lo studio sulle cellule staminali - ha commentato il rettore Mauro Mattioli, ordinario di fisiologia veterinaria - così come accaduto con la clonazione ai tempi della pecora Dolly, desta preoccupazione in ampi settori della società. I risultati che vengono trattati in questo simposio dimostrano come lo studio, la conoscenza e l'approfondimento, che sono alla base delle attività di ricerca, sono gli unici elementi in grado di dare risposte anche a temi di portata etica. Infatti la ricerca sulle cellule staminali ha permesso di individuare meccanismi attraverso i quali è possibile utilizzare cellule di provenienza non embrionale e programmarle per ottenere le stesse funzioni delle cellule staminali, con gli stessi risultati in termini di rigenerazione dei tessuti danneggiati».
«Durante il convegno - ha aggiunto Barbara Barboni, presidente del Corso di laurea magistrale in Biotecnologie della riproduzione - saranno presentati i risultati delle ricerche avviate sull'uso di nuove fonti di cellule staminali, come quelle derivate dal liquido amniotico, sulle quali insiste una collaborazione di ricerca tra l'Università di Teramo e l'Università di Chieti-Pescara».
Il convegno Cell decision in development and stem cell function si aprirà giovedì 13 novembre alle ore 10, con la sessione dedicata alla Programmazione cellulare durante la formazione del gamete. Interverranno Harry Moore, dell'Università britannica di Sheffield, Saadi Khochbin, dell'Università francese Joseph Fuorier di Grenoble, Paola Palestini, dell'Università "La Bicocca" di Milano, Barbara Barboni, Grazyna Ptak e Mauro Maccarrone, dell'Università di Teramo.
La sessione pomeridiana, dedicata alla Programmazione cellulare nel processo embrionale e la funzione delle cellule staminali, inizierà alle ore 15. Interverranno Sheena Lewis, dell'Università di Belfast in Gran Bretagna, Luca Gianaroli, della Società Italiana di Studi di Medicina della Riproduzione, Kevin Sinclair, dell'Università britannica di Nottingham, Myriam Hemberger, del Babraham Institute di Cambridge, Anna Bigas, dell'Istituto per la ricerca biomedica Idibell di Barcellona, Pasqualino Loi, dell'Ateneo di Teramo.
La mattinata di venerdì 14 novembre sarà dedicata al tema Cellule staminali nella medicina della riproduzione: dallo studio preclinico all'applicazione clinica. Interverranno Cesare Galli, dell'Università di Bologna, Wayne Mcllwraith, dell'Università statunintense del Colorado, Antonio Crovace, dell'Università di Bari, Lucio Petrizzi e Aurelio Muttini, dell'Università di Teramo.
Tecnologie avanzate nella medicina della riproduzione è il tema dell'ultima sessione dei lavori che si terrà a partire dalle ore 15. Interverranno Liborio Stuppia e Stefano Tetè, dell'Università "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara, Amir Arav, dell'Università israeliana di Rechovot, Elizaveta Kon, degli Istituti Ortopedici Rizzoli, Alessandra Gambacurta, dell'Università di Roma Tor Vergata, e Alessia Colosimo, dell'Ateneo di Teramo.
Una conferenza molto importante anche per il mondo cattolico. Secondo la scienza ufficiale, "le cellule staminali sono cellule non specializzate in grado di dividersi dando origine contemporaneamente ad una cellula staminale (uguale alla cellula madre) ed una cellula precursore di una progenie cellulare che alla fine darà a sua volta origine a cellule terminalmente differenziate (mature).
Si definiscono totipotenti le cellule staminali che possono dar luogo a tutti i tessuti, multi (o pluri) potenti quelle che possono dar luogo ad alcuni tipi cellulari o tessuti ed unipotenti, quelle che possono dar luogo soltanto ad un tipo cellulare. Possono pertanto crescere o differenziarsi in diverse cellule/diversi tessuti del corpo. Vere e proprie cellule progenitrici, si trovano, oltre che nell'embrione, nel midollo osseo, nel cordone ombelicale e in una piccola riserva nel cervello adulto.
Le cellule staminali sono capaci di autorinnovarsi, cioè dividersi conservando le medesime caratteristiche della cellula madre, e, all'occorrenza, generano cellule cosiddette "differenziate", capaci di svolgere una specifica funzione nel distretto del corpo che ha necessità di rinnovare in parte o totalmente il suo patrimonio cellulare. Sono quindi una "riserva", che in condizioni normali nell'organismo adulto sono quiescenti, cioè a riposo, e si attivano a seconda delle necessità.
Una tappa fondamentale della biologia applicata è stata la capacità di isolarle, caratterizzarle, comprenderne in parte i meccanismi di funzionamento (proliferazione e differenziazione). Le cellule staminali possono essere prelevate dall'organismo adulto o neonatale, nel quale sono presenti come cellule "residenti" (es. il midollo osseo che produce le cellule del sangue), o circolanti per breve tempo (es. cordone ombelicale).
Recente è l'isolamento delle cellule staminali embrionali, che si trovano nella zona compatta delle blastocisti. Molte autorità scientifiche ritengono che tali cellule possiedano potenzialità proliferative e capacità differenziative ben maggiori rispetto alla controparte adulta o neonatale. La ricerca nel campo delle cellule staminali e embrionali umane si ritiene attualmente fondamentale per la risoluzione della maggior parte delle patologie che richiedano la "sostituzione" di cellule malate con cellule rinnovate e perfettamente funzionanti.
Il prelievo di cellule embrionali può sollevare e di fatto solleva serie riserve nella misura in cui comporta un danno per il donatore, in questo caso l'embrione umano. Da questo punto di vista, secondo gli scienziati non ci sono difficoltà etiche insormontabili per l'uso di materiale raccolto da feti abortiti in modo spontaneo.
Nel caso di utilizzazione di embrioni o feti abortiti in modo volontario, ci si pone nel contesto ben collaudato della donazione di organi e tessuti da cadavere, ma deve rimanere ferma la garanzia che non ci sia alcun rapporto di causalità o di accordo tra l'équipe medica che provoca l'aborto e quella biomedica che utilizza le cellule staminali embrionali; né il motivo, né i tempi di intervento in relazione alla gestazione, né le modalità di esecuzione degli aborti volontari dovrebbero risultare condizionati dalla necessità del programma di ricerca". Infatti la vita della persona è sacra fin dal concepimento.
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12/11/2008
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