Angela Serafini, promotrice di un comitato contro la demolizione dell'ex cinema Beniamino Gigli, e Legambiente, attendono con ansia il responso che da Roma deciderà le sorti della struttura. In questi giorni che precedono l'ufficializzazione delle decisioni del comitato tecnico scientifico del Ministero dei beni culturali, entrambi esprimono le loro considerazioni sull'ex cinema.

"Il Comitato tecnico scientifico - nota Angela Serafini - aveva richiesto di effettuare sulla struttura del cine-teatro dei saggi, cioè delle aperture per vedere se sotto la ricopertura delle pareti ci fosse il muro originario. Essi, non solo hanno mostrato che i muri dell'edificio sono originali, ma che tutte le decorazioni emerse risultano interessanti e testimoniano che la parete coperta presenta le stesse caratteristiche di quella a sud, scoperta. All'interno c'è ancora il palcoscenico con la sovrastante scritta "chi vuol esser lieto sia, del doman non c'è certezza", le gradinate e persino il proiettore con le bobine e l'ultima pellicola proiettata".

"Nel corso dell'incontro a Roma - nota la Serafini - ho fatto notare che i lavori di rimozione della ricopertura della parete, affidati alla ditta Moreschini, proprietaria dello stabile, sono stati eseguiti con strumentazione non adeguata, più adatta a demolire che ad esplorare e che il modo di procedere è stato invasivo e distruttivo. Abbiamo dimostrato, inoltre, che il cine-teatro è elemento storico-culturale e rappresenta la storia della città e ne è la sua identità. E' stato chiesto al sindaco, dal Comitato, come mai, invece di costruire un nuovo teatro in piazza, non avesse pensato di rimettere in funzione quello esistente. E' emerso che ciò non è stato fatto in nome della "modernizzazione" della città. Come se l'antico ristrutturato, valorizzato, rivissuto, non diventasse moderno!"

"Dobbiamo avere la consapevolezza ricorda ancora Angela Serafini - che «l'avvenire non può essere costruito a spese del passato» (Carta Europea del Patrimonio Architettonico); io, il mio gruppo e tantissimi cittadini, che ringrazio per il loro appoggio, di ciò siamo fermamente convinti, per questo ci siamo impegnati e per questo aspettiamo fiduciosi il giudizio che verrà emesso dal Comitato tecnico-scientifico di Roma e non dalla Soprintendente di Ancona".

"Comunque vada a finire - aggiunge il circolo Legambiente di Porto Sant'Elpidio -  abbiamo la coscienza di avere fatto, insieme ad altri, un intervento dovuto nell'interesse della città, della sua memoria, del suo passato ed anche del suo futuro. Abbiamo portato alla luce l'intenzione inutilmente distruttiva con la quale è stato concepito il ‘progetto piazza' e l'atteggiamento di quanti sono incapaci di pensare ed agire davvero in grande. Abbiamo portato alla luce l'appiattimento su strumentali conti economici che, di fatto, spianano la strada agli interessi privati sulla piazza più importante della città".

Legambiente ribadisce poi le ragioni della propria ferma opposizione alla volontà dell'amministrazione. "L'attuale progetto piazza è indifendibile - tuonano i responsabili del circolo nella nota - anzitutto perché non progetta una piazza, e per avere pregiudizialmente omesso ogni presupposto riguardo al possibile riuso e restauro dei volumi esistenti, come ex municipio e cinema-teatro. Tutto all'insegna della genericità, della alienazione di beni pubblici, senza rincorrere il filo storico che lega e compone la città. Continueremo a dire basta agli scempi della nostra piccola storia. Grazie a quella parte di città che si è schierata con la volontà di capire e difendere la sua storia. Questa città merita un riconoscimento".