Scena raccapricciante quella a cui hanno assistito i carabinieri di Silvi Marina, dopo aver risposto ad una segnalazione fatta da alcune persone le quali dichiaravano di sentire strani lamenti provenire dall'interno di una casetta di legno sul lungomare della cittadina costiera, utilizzata durante l'estate per la vendita di oggetti per il mare.

Sfondata la porta, il comandante Antonio Tricarico e i suoi uomini, si sono trovati davanti un giovane, S.P. di 34 anni, legato ad un palo con una catena.

Il ragazzo, che aveva già avuto precedenti di alcol e droga, era stato rinchiuso nella baracca in condizioni sanitarie molto precarie, con addirittura un pappagallo ed una bacinella per i propri bisogni.

Portato immediatamente in ospedale, il giovane è stato subito curato e i carabinieri hanno avviato le indagini dalle quali è scaturito che la madre, Saliha Miroud, 50enne, di origini algerine, residente a Silvi da diversi anni, insieme al suo convivente Carlo Crisante, 51enne, del luogo, per evitare che il figlio continuasse a fare uso di stupefacenti e alcol, da circa un mese lo avevano incatenato e segregato nella casa di legno portandogli giornalmente il necessario per sopravvivere come acqua e cibo.

Naturalmente, per i due coniugi, è subito scattato l'arresto per sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia ed altri eventuali reati ravvisabili dalla competente Autorità Giudiziaria.