Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Insieme per la Famiglia e la Civiltà Occidentale

Teramo | FI: Chiaramente i fieri comunisti, che perdono il pelo ma non il "vizio" della polemica, dicano pure ciò che pensano in tema di coppie di fatto omosessuali, ci mancherebbe! L'omofobia e la lesbofobia, però, non sono patologie che ci riguardano.

Il 12 maggio 2007 in piazza San Giovanni a Roma, si celebrerà la Festa della Famiglia: sarà una giornata memorabile e storica quella del Family Day italiano che segnerà in profondità un altro passaggio epocale della nostra storia. Un'occasione da non perdere. Oggi, nel 2007, ci si rende conto che aver messo nel cassetto la tradizione e le tradizioni è stato come smettere di abbeverarsi alla linfa vitale della nostra civiltà, e gli stessi principi che in passato venivano visti come una pietra d'inciampo nel cammino verso la libertà individuale sono oggi nuovamente ricercati come una bussola per orientarsi in questo tempo difficile, apparentemente privo di riferimenti forti in grado di fondare a un tempo l'esistenza del singolo e la sua relazione con l'altro.

Chiaramente i fieri comunisti, che perdono il pelo ma non il "vizio" della polemica, dicano pure ciò che pensano in tema di coppie di fatto omosessuali, ci mancherebbe! L'omofobia e la lesbofobia, però, non sono patologie che ci riguardano. I comunisti, dunque, lascino altrettanta libertà di parola, di pensiero e di azione a chi non la pensa come loro. La maggioranza degli Italiani.

Per questo porre oggi il grande tema della famiglia significa porre nuovamente, ma in una luce diversa e finalmente ragionevole, cioè rispettosa di tutti gli elementi in gioco nella realtà, la questione del desiderio.

Il tema della famiglia diventa nuovamente il tema della vita e della morte. Il tema del significato. Il tema dell'essere uomini che vivono senza censurare nulla della loro umanità. Questa è la Festa della Famiglia del 12 maggio 2007. Questo ci dice laidamente la Chiesa Cattolica Romana impegnata come sempre a valorizzare la persona in tutta la sua grandezza, quella grandezza che i "maestri" del pensiero dominante vorrebbero sminuire, falsificare, censurare in nome del laicismo.

Monsignor Bagnasco viene aggredito verbalmente e minacciato di morte, con tanto di pallottola in busta a lui consegnata, esattamente perché, con la politica ecclesiastica della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), è sorto in Italia quel che Sarkò sta creando in Francia: una pacifica "milizia civile" fondata su valori naturali forti, su un'idea di nazione e di unità della società. Bene ha scritto il senatore Iannuzzi: la famiglia è il vettore e il contenuto sostanziale di un'idea di società non statolatrica, non statizzata e non alla mercé del laicismo relativista, che rimane spesso avvinghiato a certe élites dello Stato, come l'edera alle mura antiche di molti centri storici.

Bene ha scritto don Gianni Baget Bozzo: la morale sessuale non può essere regolata soltanto con il criterio del «non nuocere», come sostiene la morale non cristiana. Per la Chiesa Cattolica e per coloro che ascoltano la Sua libera voce, la vita è la morale del sesso, la natura umana ha una sua figura, questa obiettivamente diviene il sentimento del singolo, si pone come legge morale e coscienza morale. Se questo non avviene, tutto è lecito. E l'arcivescovo ha citato episodi accaduti: dalla richiesta, avvenuta in Gran Bretagna della legittimazione di un incesto tra fratello e sorella ed alla nascita del partito pedofili in Belgio. Ha cioè argomentato, non aggiunto. Non è stato forse un ministro del governo Prodi, a sostenere che l'arcivescovo aveva equiparato l'omosessualità all'incesto e alla pedofilia? Eppure l'argomentare dell'arcivescovo era ben chiaro e corretto, metteva luce soltanto sul fatto che la morale sessuale richiede una regola che riguardi, appunto, l'esercizio del sesso in quanto tale.

Allora, per quanto tempo l'arcivescovo di Genova dovrà essere accompagnato dai servizi della questura nelle sue attività sacerdotali? Perché Angelo Bagnasco è divenuto il terminale delle minacce? Che cosa ha fatto Bagnasco di nuovo rispetto al cardinale Ruini per essere oggetto di minacce? Egli ha semplicemente argomentato che le indicazioni biologiche della natura, la loro assunzione in un concetto di natura umana eticamente vincolante, sono l'unica base possibile della morale sessuale. Con gli insulti e le pallottole, gli ignoti artefici di questa campagna di diffamazione hanno fatto capire che qualunque ecclesiastico o laico argomenterà a difesa della posizione della Chiesa e non si limiterà alla semplice censura dei Dico, sarà oggetto di insulti e di pallottole.

La campagna di propaganda a forma terroristica ha avuto inizio: e qualunque siano i rapporti dei messaggi con le Brigate rosse o con il Partito comunista combattente, ogni sostenitore, specie se vescovo, che interverrà sulla questione dei Dico, dovrà badare a come parla. Dovrà evitare qualunque argomentazione. Ma noi dobbiamo difendere la Chiesa e i suoi pastori.

Bagnasco è un teologo tradizionale, appartiene alla scuola del cardinale Siri, ha voluto così indicare la forma razionale della posizione della Chiesa, ha inteso argomentare la fondatezza della morale del sesso indipendentemente dalla morale del prossimo. Il sesso è l'oggetto centrale della vita religiosa, il significato di ogni dimensione sociale. Nessuna società può esistere senza morale sessuale: e la Chiesa, anche se non ascoltata dai suoi stessi fedeli, insegna che il sesso ha un'etica e una sacralità, che attorno ad esso gira il fondamento della società umana e si struttura la vita.

Il Family Day del 12 maggio 2007 dovrà essere sottoposto ad altissima sorveglianza: probabilmente sarà il giorno della polizia e dei carabinieri, sarà una sfida di ordine pubblico. Con ciò la sinistra, da cui è partita l'interpretazione incriminata del discorso di Bagnasco, riesce a un tempo, con una sua ala, a presentarsi come rispettosa e tutrice della presenza della Chiesa in Italia; dall'altra, con il suo animo insurrezionale, pone ogni vescovo e laico dinanzi all'obbligo di badare a quello che dice, se non vuole andare ad esercitare le funzioni sacre sotto la scorta della Digos.

Questa tensione drammatica del cattolicesimo che affonda le radici nelle vicende di esasperato anticlericalismo giacobino-rivoluzionario (siamo dunque al tempo della Rivoluzione francese, allo sterminio dei cattolici della Vandea), che conduce alla consapevolezza da parte della gerarchia ecclesiastica di trovarsi in un tempo di martirio e di nuovo impegno nella società, nell'assenza di una fede di popolo capace di farsi progetto politico per l'insieme della società, è ancora tutta da leggere nella sua radicalità e profondità, ma certamente sussiste. E' a questa consapevolezza che la Chiesa oggi attinge, nel suo realismo di sempre, quando attacca il laicismo relativista ed accetta così di farsi «parte» e perfino «pars pro toto».

Quel che Sarkò riesce a pensare in Francia all'interno dello spazio pubblico dello Stato, a favore della Natiòn, in Italia, da centro-destra, risulta, almeno ad oggi, impraticabile, e allora la Chiesa deve agire facendosi soggetto politico unificante.

Di qui le minacce a monsignor Bagnasco, che rompe i giochi dell'inciucio di una società del laicismo radical-libertario, il vero pensiero unico, che si accompagna perfettamente ad ogni forma di estremismo ricattatorio, dall'estremismo comunista a quello anarco-insurrezionalista.

Nella postmodernità, questa ammucchiata ideologica (altro che fine delle ideologie!) è possibile. Il papato di Benedetto XVI, scegliendo la storia e la cristianità come interlocutori, e non la Chiesa come Corpo di gerarchie e funzioni evangelizzatrici, ha da subito accettato di pagare questo scotto.

Il martirio della Chiesa, oggi, riveste il significato di sempre, marcato drammaticamente da Tertulliano con la sottolineatura del sangue dei martiri come fondamento del Corpo di Cristo, ma rappresenta anche un fatto politico da studiare ed al quale rimanere ancorati per non dissolvere il significato della storia e della cristianità.

L'unico modo per salvare la laicità dalle derive laiciste e totalitarie consiste nella rinvenuta adesione alla «complexio oppositorum», che ha sempre prodotto lo scandalo del Cattolicesimo in quanto tale (e non, dunque, del Cristianesimo in quanto forma aperta, dalle Chiese riformate all'Ortodossia nella sua vasta fenomenologia storica) e, insieme ad esso, una novità di pensiero, capace di attraversare la crisi senza porsi al di fuori della società e del mondo.

 

06/05/2007





        
  



4+2=

Altri articoli di...

Politica

04/04/2025
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
02/11/2022
Sisma 2016: approvati 15 mila contributi per 4.8 miliardi (segue)
28/10/2022
Zero Sprechi, al via un progetto per la lotta agli sprechi alimentari (segue)
27/10/2022
Il Comune pulisce i fossi Rio Petronilla e via Galilei (segue)
22/10/2022
Via libera alla variante al Piano Particolareggiato di Recupero del Centro Storico (segue)
22/10/2022
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
21/10/2022
Grandi e medi investimenti, chiesto il triplo delle agevolazioni disponibili (segue)
19/10/2022
Al via il progetto sulla sicurezza urbana e sulla legalità (segue)

Teramo e provincia

04/04/2025
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
17/06/2020
“Cin Cin”: a tavola con i vini naturali (segue)
14/01/2020
L’opera di Enrico Maria Marcelli edita dall’Arsenio Edizioni ha vinto il Premio Quasimodo (segue)
29/12/2019
A Martinsicuro “Natale con le tradizioni” (segue)
19/11/2019
Doppio appuntamento per “Sentimentál” di Roberto Michilli (segue)
13/11/2019
Roberto Michilli presenta il 16 novembre a Campli “Sentimentál” (segue)
24/10/2019
Parte sabato 26 ottobre a Giulianova la rassegna “La pintìca dei libri” (segue)
26/07/2019
Il 28 luglio la premiazione dei vincitori del Premio Letterario “Città di Martinsicuro” (segue)
ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati