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Si continua a discutere del futuro del nido

Sant'Elpidio a Mare | L'assessore ai servizi sociali spiega i caratteri della proposta di razionalizzazione del servizio

"Si è partiti da un'analisi approfondita del servizio, dal parere del precedente capo area del settore - ha precisato l'assessore Cristiana Tosoni in merito al problema che si è aperto in merito al futuro dell'asilo nido - che parlava di difficoltà per il fatto che le iscrizioni e la frequenza nei due nido fossero basse.

Da qui è nata la necessità di una razionalizzazione. Dai dati a disposizione abbiamo pensato forse utilizzando le stesse strutture in modo diverso, aggiungendo dei servizi, magari avremmo potuto dare una risposta un po' più ricca alla popolazione.

L’idea è quella di inserire il part time cioè un nuovo servizio che non c'è, modulando l' orario così come la quota. Cosa che è garantita nella regione Marche dalla legge 9/2003 che prevede l'istituzione di servizi diversificati, modulari, integrativi al nido e di integrazione alla scuola materna. Sono iniziative di carattere ludico ed educativo di custodia extra scolastiche e di aggregazione sociale dedicate ai bambini. Inizitive che hanno l'obiettivo di garantire un arricchimento del servizio di nido e di fornire ulteriori risposte diversificate per andare incontro alle esigenze della famiglia. Novità nate in particolare per la donna che lavora.

Questa diversificazione del servizio è prevista dalla legge 9 per utilizzare appieno le strutture dei nido. L'obiettivo non era quello di risparmiare sul servizio perchè non è intenzione di questa amministrazione risparmiare sui servizi alla famiglia ma arricchire l'offerta, mantenendo la stessa spesa in bilancio, pensando anche ad altre fasce d'età.

La legge prevede un'elasticità estrema in questo. Noi partiremmo da un part time di un nido nido tradizionale, quindi con il tempo normale e prolungato, e di un nido che si chiama Centro Per l'Infanzia che è part time senza pasto. Ma se venissero fuori delle richieste diverse, la legge prevede che ci possa essere elasticità organizzando altri servizi come il pasto o il sonno. In questo caso si tornerebbe al nido tradizionale e il servizio andrebbe articolato diversamente. Da un questionario che abbiamo a suo tempo distribuito era emerso anche il bisogno di coprire la fascia dai 3 ai 10 anni, abbiamo pensato di ottimizzare il servizio all'interno di queste strutture in modo di poter arricchire il servizio e poter aiutare la madre che lavora.

Naturalmente alle modifiche applicate al nido corrisponderebbe anche la garanzia del servizio di trasporto per quei bambini che ne avessero bisogno”.

Quanto alla reazione dei genitori l’assessore sostiene che “…disorienta questa reazione, anche politica perché chi tutto sommato si professa progressista dovrebbe accogliere un progetto sperimentale per l’ampliamento di un servizio con l’attuazione di una legge regionale che per certi versi è innovativa. Attualmente l’offerta è eccessiva rispetto alla domanda.

Di fatto è una spesa non giustificata: se con la stessa spesa riuscissimo a fornire questo territorio di ulteriori servizi, pensando in prospettiva ad altri servizi, credo che per l’infanzia sarebbe un grande passo avanti. I cambiamenti sono sempre traumatici e si rischia di prendere decisioni impopolari ma non è la popolarità che ci interessa quanto il raggiungimento di risultati.

Probabilmente io non sono riuscita a veicolare nella maniera giusta il discorso che si tratta di un ampliamento del servizio che consiste nel coprire più fasce d’età, garantire una differenziazione delle rette, soddisfare una richiesta più ampia, offrire spazi sicuri nei quali lasciare i bambini, spazia a loro dedicati.

E ci tengo a sottolineare che si tratterebbe comunque di un progetto sperimentale da attuare per un anno per poi valutare, alla luce dell’effettivo funzionamento, il da farsi”.

22/06/2005





        
  



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