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Pronto soccorso a piccoli passi verso la riorganizzazione.

San Benedetto del Tronto | Entro l'anno nuovo personale e nuove attrezzature.

di Giovanni Desideri

Il Pronto Soccorso è fra le zone dell'Ospedale meglio conosciute dalla generalità dei cittadini, per le piccole o grandi necessità che sopravvengono nel corso di una vita. Di conseguenza, si tratta anche di uno dei servizi più rappresentativi della ‘sanità pubblica' nell'immaginario collettivo. Esso assicura circa 48 mila interventi l'anno e tratta 1100 pazienti circa in Astanteria. Oltre al primario, vi lavorano attualmente 12 medici (destinati ad aumentare), più infermieri.


Pronto Soccorso come reparto.
Racconta il dott. Vincenzo Cappelli: ‘al mio arrivo come primario qui al Pronto Soccorso, nel '93, c'era sì una gerarchia, ma non un vero e proprio reparto, con un dirigente responsabile. Non c'era neppure quella che viene chiamata Astanteria, la zona con 8 posti letto nella quale espletiamo il servizio chiamato Osservazione breve: in media 12 o 24 ore di permanenza, prima di dimettere un paziente giunto al Pronto Soccorso con problemi che non richiedono il ricovero presso altro reparto'.

Le attese.
‘Ma soprattutto, prosegue Cappelli, le persone che arrivavano da noi bussavano alla porta e pretendevano che ci attenessimo all'ordine di arrivo e non alla gravità dei diversi casi. Mancava, cioè, un'organizzazione delle priorità e questo inficiava la qualità del servizio. Oggi abbiamo istituito un servizio di Triage [= smistamento, n.d.r.], attraverso il quale ogni caso riceve un indice di gravità: dal bianco, al verde, al giallo, al rosso: quest'ultima l'urgenza più grave. Assegnato tale indice procediamo, con ordine. Con questo ritengo di aver ridotto le attese a livelli accettabili: da noi non si aspetta molto'.


Gli spazi.
Attualmente il Pronto Soccorso si avvale di due sale operative, una per i ‘casi verdi' l'altra per quelli più gravi (gialli e rossi). Oltre queste due sale ce n'è una terza, per i ‘casi bianchi', di cui si occupa il medico del 118. Una quarta stanza è riservata ai ‘barellati' e a coloro che vengono sottoposti a flebo. La quinta stanza è quella per lo smistamento dei casi, cioè per il triage. Quanto invece alla zona Astanteria, essa verrà trasferita nei prossimi mesi al secondo o terzo piano dell'ospedale, per lasciare spazio agli ambulatori dei vari reparti.


Potenziare il trattamento delle urgenze.
Il dottor Cappelli, con entusiasmo, tiene a sottolineare un punto più di ogni altro: la piena sintonia con la nuova dirigenza della A.s.l.: ‘il dottor Marabini e il dott. Petrone, arrivati da circa un anno (mentre il dott. Anconetani già operava all'interno della A.s.l.), hanno portato grandi miglioramenti all'interno dell'ospedale, almeno per quanto riguarda il mio reparto. C'è piena sintonia di vedute tra di noi, anche nell'ottica della riorganizzazione in corso nella Regione Marche. Recentemente abbiamo raggiunto un accordo per l'aumento del personale infermieristico e dopo l'estate contiamo di colmare finalmente le nostre lacune per quanto riguarda il numero di medici in servizio e la strumentazione del reparto, in particolare con quattro nuovi monitor (in luogo dei due obsoleti che abbiamo attualmente), per l'osservazione 24 ore al giorno di pazienti che ne abbiano bisogno'.

Al servizio dei cittadini, in aiuto degli altri reparti.
‘Questo ospedale, conclude il dott. Cappelli, ha grandi qualità e potenzialità. È quindi necessario sfatare alcuni falsi miti ormai allignati presso la popolazione, circa il suo cattivo funzionamento. I turisti che utilizzano il nostro servizio di astanteria restano entusiasti. Il servizio che forniamo oggi è senz'altro più efficiente che in passato e permette di realizzare un doppio risparmio: di tempo e denaro. Infatti, trattenere per poche ore presso la nostra Astanteria alcuni pazienti con patologie non acute, evitando di smistarli automaticamente presso reparti specialistici, consente a loro di risolvere il problema che avevano, senza affollare inutilmente l'ospedale. Direi quindi che c'è un problema di comunicazione con l'esterno. Ma ormai la vecchia tendenza dei pazienti che ‘vanno fuori' a curarsi sta cambiando, ciò che ci permette di utilizzare in loco le risorse che la A.s.l. spendeva in precedenza per rimborsare le prestazioni erogate da altri ospedali ai cittadini del suo territorio'.

03/06/2003





        
  



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