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Esondazione. Tre Comuni in regola

San Benedetto del Tronto | Monteprandone, Monsampolo e Pagliare in regola con i tempi e le osservazioni. Il Sindaco Bruno Menzietti spiega perchè.

di Carmine Rozzi

Da sx; Scarpantoni, Massi, Galieni, Guidi-Massi, Menzietti.


Si è tenuta l’ultima riunione, in ordine di tempo, del comitato spontaneo di tecnici formatosi per cercare di ovviare alle direttive emesse dall’Autorità di Bacino in merito ai pericoli di esondazione legati alla messa in sicurezza degli argini del Fiume Tronto. Gli ing.Scarpantoni., Massi, Guidi-Massi e l’architetto Galieni non hanno fatto altro che ribadire la assoluta necessità di sensibilizzarsi sul problema. Da parte loro il Comitato reputa di aver fatto per ora quanto in loro possesso per cercare di trovare una soluzione in tempo utile così da arrivare alla scadenza del 18 ottobre con una “promessa di intenti” da presentare all’Autorità.

Sono stati riassunti gli incontri avuti dal Comitato con, rispettivamente, l’Ufficio Tecnico del Comune nella persona dell’Ing.Polidori, e con le stesse Autorità di Bacino nelle persone del suo Presidente Luciano Agostini e il Direttore Casini. Da qui è  stato assicurato al Comitato che l’Autorità di Bacino intende ascoltare chiunque abbia in mente di presentare obbiezioni sul Piano visto che esso per sua natura viene definito “flessibile” quindi soggetto a modifiche.

Modifiche che però devono essere presentate supportandole con dovizia di rilevamenti tecnici. Ora il tempo per attuarle e redigerle non c’è. Chi invece ha preso le cose per tempo spendendo le risorse necessarie e  rientrando nei tempi previsti è il Comune di Monteprandone.  Non solo ha redatto un Piano di osservazioni avvalendosi della consulenza di uno dei più qualificati uffici tecnici della zona ma si è visto approvato tale piano tanto che tutte le zone classificate “E4” ( masssimo pericolo) verranno declassate non a “E3” (alto pericolo) ma addirittura a “E2” (medio pericolo).

Uno degli artefici di questo lavoro “ben riuscito” è il Sindaco di Monteprandone Bruno Menzietti che ha raccolto il doveroso omaggio dei partecipanti alla riunione. Eppure per il Primo Cittadino questo risultato non è che un atto dovuto.
“Ritengo che al di là delle polemiche che a volte si fanno visto che è in gioco innanzitutto l’incolumità delle persone occorre cercare la collaborazione con l’Autorità di Bacino. Quindi consultarsi con essa per chiedere e  approntare quei consigli che può suggerire. Noi lo abbiamo fatto ed abbiamo ottenuto , da qui a pochi giorni, il declassamento delle aree. Riguarda tutta la parte che va dalla Salaria e la Ferrovia..”

Ma cosa fare visto che il termine di scadenza è fissato per il 18 ottobre ?
“Certo la data è prossima. Però, forse, utilizzando gli studi già esistenti del Geologo Falcioni  per l’ansa fluviale del Tronto si potrebbe arrivare a mettere giù una osservazione onde portare al declassamento di una zona di Porto d’Ascoli. Da “E3” a “ E2”. E’ vero che non si elimina del tutto il pericolo ma con alcuni accorgimenti costruttivi il Bacino consente l’edificazione. Mi riferisco a scantinati ed altre opere sotterranee. L’ho suggerito scherzosamente agli amici del Comitato, ben sapendo che non hanno la capacità giuridica per farlo. Altrettanto scherzosamente mi rivolgo al Commissario Straordinario. Sia ben chiaro che non ho né la capacità  né tanto meno la voglia di condizionare nessuno. Noi a Monteprandone  siamo un po’ più avanti forse perché con il problema ci stiamo convivendo da qualche anno a questa parte.”

 Qualcuno obbietta che nel vostro comprensorio, non avendo i ponti, il problema è meno complesso di quello sambenedettese…
“E’ un discorso che non regge in piedi perché la pericolosità delle nostre aree deriva proprio dalla possibilità attuale che hanno queste due infrastrutture di creare il famoso “tappo” e quindi far risalire le acque fino a noi. Tuttavia dal ’92 qualcosa  è stato fatto. La pericolosità c’è ma dei lavori sono stati fatti. Ci sono dei posti dove gli argini rifatti hanno un’altezza di quasi dieci metri. Ma non vi è dubbio che il problema principale da risolvere sono i due ponti. Ma  so che le cose sono a buon è punto.”

Come Comune vi ritenete soddisfatti del declassamento da “E4” a “E2” o andrete oltre, tentando di ottenere la “E0” ?
“Occorre essere pragmatici. E molto molto pratici. Facciamo le cose con calma. Ricordiamoci che nell’ultima piena quando le acque arrivarono quasi ai margini alcuni dei nostri fossi erano ancora sotto al livello del fiume. Quindi, sviluppo sì ma innanzitutto la sicurezza dei cittadini. Per cui ora intanto partiranno i lavori da noi studiati ed accettati poi per il resto c’è sempre tempo.”

Come diceva l’ing.Guidi-Massi;  Monteprandone  da prendere come linea guida ?
“Non penso. Se abbiamo aperto una strada è stata fatta con studi (costosi, si parla di chili di incartamenti) che vanno avanti da anni. Poi c’è il problema di chi deve fare le opere ? Noi nell’ultima delibera comunale nell’approvazione di una lottizzazione in zona artigianale abbiamo caricato al privato l’onere di rialzare l’argine di un fosso per un centinaio di metri. E questo ci ha consentito di dire sì all’insediamento. Il privato si accolla l’onere, il Genio Civile lo collauda e poi tutto procede. Una traccia da seguire anche per San Benedetto ? Me lo auguro anche perché una realtà come quella vostra non può essere di punto in bianco bloccata nel suo sviluppo abitativo. Però l’obbiettivo può essere tranquillamente raggiunto con un declassamento previa redazione di studio.”

Ci sono con lei altri Comuni ad essere in questa “invidiabile” situazione ?
“Ci sono Monsampolo e Pagliare che anche loro hanno prodotto le osservazioni nei tempi dovuti. Senza entrare nel merito e nelle capacità amministrative del vostro Comune si può ipotizzare che se San Benedetto fosse stata in grado di far passare il PRG qualche anno fa forse in quel contesto ci si sarebbe accorti di questa realtà. Esattamente come è successo a noi
nel 2001 quando la Provincia si apprestava ad approvare il nostro PRG.  E lì si scoprì che vi era tutta una zona soggetta a esondazione per cui ci si rese conto che si dovevano attuare tutta una serie di lavori.” . 

01/10/2005





        
  



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