Convenzione unica per la Neurochirurgia ad Ascoli e San Benedetto entro la fine dellanno
San Benedetto del Tronto | Intervista al direttore della Zona Territoriale 12 dott. Maurizio Belligoni: in corso di potenziamento la chirurgia, carenze di personale medico in sei settori
di Giovanni Desideri
È scritto in un fax inviato il 13 dicembre dal direttore della Zona Territoriale 13 di Ascoli ing. Mario Maresca al direttore della Zona 12 dott. Maurizio Belligoni che lo ha controfirmato: i due direttori si impegnano a stipulare una convenzione unica per le due Zone Territoriali, in grado di raggiungere gli obiettivi di erogazione qualificata e omogenea delle prestazioni specialistiche di Neurochirurgia. Quando? Contiamo di arrivarci entro lanno, risponde Belligoni.
Da tempo, dal Comune, si chiede di impiantare un reparto di neurochirurgia a San Benedetto piuttosto che ad Ascoli. La convenzione è la risposta giusta?
Diciamo questo: la funzione neurochirurgica è stata assegnata al sud delle Marche dalla Regione. Se si continua litigare si ostacolerà questa determinazione. La risposta tecnica è una risposta unica per la neurochirurgia, in convenzione con lospedale di Ancona e sul polo di Ascoli e San Benedetto, a partire dal prossimo anno. Per questo le Zone Territoriali 12 e 13 sono in contatto tra di loro e con il prof. Massimo Scerrati, primario dellunità complessa ad Ancona. Vorrei peraltro ricordare che a San Benedetto opera già da un paio di anni unéquipe del professore. Sicché si tratterebbe di potenziare, notevolmente, ciò che già è stato iniziato, partendo da interventi come la decompressione del rachide o ernia al disco fino ad arrivare ad altri più complessi. Questa è la risposta seria, qualificata, di sistema, che occorre dare al problema.
Un altro tema di cui si parla spesso negli ultimi tempi è la formazione di un dipartimento di emergenza su un unico piano. Le risulta?
Parlare semplicemente di un dipartimento di emergenza su un unico piano evoca spazi enormi, qualcosa impossibile da realizzare dal punto di vista logistico. Io posso invece dire che ho ereditato dalle precedenti gestioni un finanziamento di due milioni e 300 mila euro per la riqualificazioni dei livelli 1 e 2 dellospedale, che comprendono il pronto soccorso, lastanteria, la rianimazione, la cardiologia, una serie di ambulatori, ecc. Proprio oggi abbiamo nominato la responsabile del procedimento. Ora bisogna stabilire quali obiettivi perseguire. Certamente dovremo mettere a norma questi locali. E questo è già un primo importante impegno. Il secondo sarà quello di razionalizzare luso degli spazi, con una medicina durgenza e un assetto organizzativo migliore delle aree che ho detto. Evitando per esempio che le persone abbiano accesso allospedale dal pronto soccorso: unanomalia totale. Poi la tendenza attuale è a stratificare i piani degli ospedali partendo da chi vi arriva per non restarci (in basso), fino alla lunga degenza (in alto).
Oltre agli spazi i contenuti. Su quali obiettivi sta lavorando?
Il principale obiettivo è lintensificazione e il miglioramento della qualità chirurgica. Questanno abbiamo utilizzato 317 mila euro per questo, in nuove attrezzature e acquisizione di nuove tecniche, dallablazione della metastasi alla otorinolaringoiatria. Entro la fine dellanno torneremo alla piena disponibilità delle 8 stanze che compongono il blocco operatorio. Con un notevole salto di qualità: una recovery room, in cui léquipe degli anestesisti potrà gestire la fase del risveglio post-operatorio in maniera più sicura. Del resto la stessa neurochirurgia può essere vista come il vertice di una consolidata attività chirurgica. Abbiamo inoltre avviato un ulteriore incremento dellattività di diagnostica precoce e interventistica precoce sui tumori. La Fondazione Carisap finanzia questo progetto per tre anni con 250 mila euro allanno. Per la medicina di urgenza assumeremo 3 nuovi medici. Proprio lunedì prossimo, infine, inaugureremo una nuova ambulanza, anchessa donata dalla Fondazione Carisap. Devo anzi dire che dalle fondazioni ci viene un notevole aiuto.
Il 17 novembre scorso il consiglio comunale di San Benedetto ha approvato una mozione sanità firmata da tutti i consiglieri. Lha valutata?
È positivo che il consiglio comunale prenda decisioni, ma il mio referente istituzionale è la conferenza dei sindaci.
Un disservizio ricorrente allorigine dei giudizi negativi dei cittadini rispetto alla sanità sono le attese. Qual è la situazione della Zona Territoriale 12?
Perché ci siano le attese è una questione enorme. Diciamo però che l80% delle prestazioni diagnostiche, compresi i controlli, danno risultato negativo, il che indica che alcune richieste derivano da un eccesso di scrupolo. Quanto invece ai tempi di attesa per le visite ambulatoriali, la nostra risposta concreta consiste in protocolli di intesa che stiamo realizzando tra medicine specialistiche e medici di medicina generale, per aumentare la collaborazione tra queste due categorie. Individuiamo tre tipi di intervento: urgenti (al pronto soccorso), rapidi o solleciti (entro tre giorni-una settimana, da concordare tra chi prescrive e chi effettua lesame), di normale attesa. Detto questo, limmediata identificazione del disservizio con i tempi dattesa non ha senso. Un tempo di attesa di 6 mesi per una mammografia è quello consigliato tra due visite. Ma se cè unurgenza questo esame viene eseguito nel giro di 6 ore. Poi ci sono quelli che
ma perché non fai un controllo
, che contribuiscono ad allungare le attese.
Veniamo al personale: nel corso dellanno lei ha annunciato assunzioni di infermieri e medici. Quali sono, se ce ne sono, le carenze che ancora permangono?
Non abbiamo carenze di personale infermieristico, abbiamo invece necessità di 7-8 medici, per le unità di gastroenterologia (che è notevolmente sottodimensionata), medicina, ortopedia, psichiatria, fisiatria, attività territoriali del Sert. Più alcuni tecnici di radiologia. Un problema a parte è quello del lavoro precario. Allinizio dellanno avevamo 13 medici in questa situazione, oggi ne abbiamo 8, anzi 6, dal momento che abbiamo due concorsi in fase di espletamento, per chirurgia e medicina. Poi dovremmo rendere di ruolo tutti i 38 operatori socio-sanitari. Infine il tradizionale problema del personale che lascia ogni anno per pensionamento, ecc. Ci preoccupa la Finanziaria 2005, che nellultima versione a me nota parla di blocco del turn-over al 20%. Sarebbe un dramma.
Un tema di cui lei stesso ha parlato nei mesi scorsi è la riqualificazione della radiologia. È un progetto che va avanti?
Attualmente è in gara lacquisizione di macchinari per la trasmissione digitale delle immagini. Avremo presto una nuova risonanza magnetica e il rinnovamento di alcune attrezzature diagnostiche, anche grazie al contributo Carisap di cui dicevo. Ma va anche detto che i macchinari che abbiamo non sono così obsoleti.
Come procede invece il progetto di un ospedale unico di vallata?
Per il momento è in corso soltanto lo studio di fattibilità da parte della Facoltà di Architettura di Ascoli. Procediamo in maniera da raccogliere tutti i dati logistici ed epidemiologici, in modo che la politica potrà eventualmente procedere con tutti i dati a disposizione, senza improvvisazioni. Ma diciamo anche che questa idea, certo molto stimolante, non influisce assolutamente sul perseguimento delle strategie per la qualità di cui dicevo. Le quali, oltretutto, già adesso comprendono un progetto di qualificazione integrata a livello di area vasta. Se si preferisce: una collaborazione e una integrazione di tutto il territorio provinciale compreso Fermo, per avere risposte complessive del territorio, senza doppioni, né in una stessa città tra strutture pubbliche e private, né appunto a livello provinciale.
Lei si è insediato da poco meno di un anno alla guida della Zona Territoriale 12. Sono già diversi gli attacchi che le sono stati rivolti: ogni volta animati dal dubbio sulla sua volontà di rimediare alle carenze della sanità locale. Ritiene di avere molti nemici?
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16/12/2004
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