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Le tappe scorrono e Basso conferma il primato

| Anche Coppi, che era Coppi, nel 1955, aiutò Magni a vincere sul giovane Nencini, accontentandosi, lui Coppi, di arrivare secondo a 12” secondi da un Magni che gli era inferiore. Pur di far sapere a tutti che Coppi c’era ancora.

di Renato Novelli


Perdono ai nostri lettori. Ieri non sono riuscito da Cosenza a mandare il commento. Ma non è successo molto, in classifica, intendo. Le tappe scorrono e Basso conferma il primato. Oggi ha vinto Piepoli, gregario di Simoni. Ma Basso ha staccato di nuovo i suoi avversari e non sembra esserci storia. Ora Cunego è a più di 8 minuti, Savoldelli a 5’, Di luca è scivolato via. Simoni…Simoni. Simoni fa l’alleato che corre per arrivare secondo e vendicare il proprio onore. Vuole che tutti sappiano che Savoldelli e Cunego sono meno di lui, anche se sono sicuramente meno di Basso.

Succede. In fondo Simoni ha vinto due giri (2001 -2003), ha fatto solo pessime figure al Tour, è un provetto scalatore. In questo Giro ha fatto la sua scelta. Meglio secondo che lottatore. Anche Coppi, che era Coppi, nel 1955, aiutò Magni a vincere sul giovane Nencini, accontentandosi, lui Coppi, di arrivare secondo a 12” secondi da un Magni che gli era inferiore. Pur di far sapere a tutti che Coppi c’era ancora. Forse Basso ha già vinto perché è il più forte, ma anche perché da stratega raffinato, sta impedendo il formarsi di un fronte avversario. Insieme alle gambe, questa dimostrazione di forza e di maturità è il segnale del suo essere diventato un campione. Si vedrà, se il Giro è realmente finito.

Questa rubrica si rivolge anche a coloro che non seguono il ciclismo. E soprattutto alle Signore e Signorine che hanno altre manie, ma sono pronte a leggere gli aspetti umani della corsa a due ruote.

La maglia nera dell’ultimo in classifica è sempre sulle spalle del francese Naibo, con 52’ 03” di ritardo. Giorni fa lo aveva spodestato uno spagnolo Aranaga Akzuma che ora è penultimo. La maglia nera più famosa degli anni trenta in Italia si chiamava Malabrocca. Il suo nome era noto quanto quello di Binda che vinceva. Il ciclismo è lo specchio deformato della società. Per questo appassiona. Vedremo se sulle montagne accadrà qualcosa di sostanziale o i conti sono già fatti ora e le fughe saranno solo falsi movimenti per arrivare sul podio dietro Basso.

Il Giro equivale ad un oracolo per la politica italiana. Prodi non a caso è un ciclista. Basso è il suo profeta. Ma da come lui vincerà o (difficile caso) perderà questo Giro Luna Park, la battaglia ci dirà se avremo un governo nutrito di riformismo vero o solo di accordo neo corporativo. Nel ciclismo e nel governo. Auguri ad entrambi.

20/05/2006





        
  



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