La maglia rosa
San Benedetto del Tronto | È quella cosa Che mai non riposa (Totò)
di Renato Novelli
Da oggi il Prof. Renato Novelli "leggerà" il Giro per i lettori de ilQuotidiano.it. Avrete quindi la possibilità di "collegarvi" con le imprese dei girini attraverso la visione che il Professore ne farà. Buona lettura:
Questi versi dell’unico vate che l’Italia popolare abbia mai avuto , sono la sigla di questa rubrica sul Giro d’Italia. Ottantanovesimo Giro. Qualche anno più di Ciampi, solo due più di Andreotti, dieci più di Benedetto XVI. Il Giro si è spesso intrecciato con la storia. Nel 1940, un ventenne neo professionista, gregario alla Legnano di Bartali che aveva già vinto due giri nel 1936 e 1937 (poi per due anni aveva subito la superiorità di una meteora che si chiamava Valletti), mentre il suo capitano subiva una crisi, se ne andò in fuga e si ritrovò in maglia rosa frustrando le aspettative dei corridori della Bianchi. Bartali, poi, perduta ogni speranza di vincere lui, lo aiutò in un tappone di salita.
La retorica allora era di casa da noi e la Gazzetta uscì con il titolo “L’aquila ha insegnato a volare in alto all’aquilotto”
L’entusiasmo dei tifosi che seguivano le corse senza immagini, ma leggendo gli articoli di grandi cronisti e scrittori, era alle stelle. Il giovane era un antieroe. Schivo e malinconico, e per giunta vagamente storto. Si chiamava Fausto Coppi. Mussolini aveva da tempo deciso di entrare in guerra, ma aspettò il 10 Giugno. Per non rovinare la festa: il Giro si era chiuso il 9, come sempre a Milano.
L’aria grave della dichiarazione rovinò solo la festa a Castellania di Novi Ligure, il minuscolo paese della famiglia Coppi. Sembrava impossibile che un ragazzo avesse compiuto quell’impresa. Vincere il Giro all’esordio, professionista solo da tre mesi. Mentre sembrava possibile che la guerra sarebbe stata vinta.
Solo cinque anni dopo nel 1945, quell’ex ragazzo sbarcò a Napoli, smagrito e sperduto: tornava dalla prigionia in Africa. Un avvocato appassionato di ciclismo, lo riconobbe per la strada. “Tu sei Coppi” “Si e non so come tornare a casa” “Ti regalo una bicicletta” l’ex ragazzo fece il suo Giro d’Italia, il più triste e romantico che si potesse immaginare. Tappa dopo tappa tornò a casa in bicicletta. A Castellania nessuno aveva più voglia di fare festa. Fosse solo per questa storia, si deve seguire il Giro e considerarlo un grande evento italiano.
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03/05/2006
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