Farmaci nei supermercati
| ROMA - Il MNLF contesta che si tratti di una vera riforma liberale, i risultati saranno assai modesti per i consumatori che oggi su 100 euro spesi in farmacia di tasca propria ne pagano 10 per i farmaci dautomedicazione e 90 per quelli con ricetta
I provvedimenti varati oggi dal Governo in tema di farmaci con la possibilità di vendere nei supermercati quelli da banco, trova quest’organizzazione che da anni si batte contro il monopolio delle farmacie, fortemente delusa.
Il MNLF contesta che si tratti di una vera riforma liberale, i risultati saranno assai modesti per i consumatori che oggi su 100 euro spesi in farmacia di tasca propria ne pagano 10 per i farmaci d’automedicazione e 90 per quelli con ricetta che continueranno ad esser venduti solo in farmacia.
Al Governo da tempo, sia prima che dopo le elezioni, avevamo indicato la strada da percorrere, strada già indicata dalla Commissione europea alla concorrenza e dalla stessa Antitrust: la cancellazione del numero predeterminato di farmacie sul territorio (numero chiuso) e l’apertura al libero esercizio della professione.
Tuttavia, seguendo l’intenzione del Governo di liberare il Paese da inutili rendite di posizione e volendo aiutare la timida manovra oggi varata, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ha deciso d’invitare tutti i colleghi non titolari di farmacia già esercenti d’erboristerie, parafarmacie e sanitarie di attuare immediatamente il provvedimento vendendo i farmaci da banco ai propri clienti.
Il MNLF invita altresì tutti i farmacisti non titolari di farmacia ad aprire propri punti vendita su tutto il territorio nazionale applicando immediatamente il provvedimento.
In prospettiva questa organizzazione rivendicherà la possibilità per questi farmacisti di vendere tutti i farmaci, compresi quelli con obbligo di prescrizione, essendo evidente che la riserva posta in essere per le farmacie non ha più ragione di essere.
Il farmaco da banco è un farmaco come tutti gli altri, se la sua vendita è legata alla presenza del farmacista non si capisce perché questo professionista non possa trattare anche tutti gli altri farmaci.
Il libero esercizio della professione per tutti i farmacisti è un diritto che fa bene al consumatore, pone questi professionisti a confronto e crea, questa sì, concorrenza reale nel settore della distribuzione del farmaco.
Concorrenza che dovrebbe essere portata in tutta la filiera del farmaco al fine di ottenere vantaggi sostanziali in tema di prezzi e qualità del servizio.
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30/06/2006
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